Chi viene beccato con il cellulare alle medie avrà delle sanzioni. Il ministro Valditara, per ridurre l’esposizione degli studenti ai device, raccomanda ai docenti di assegnare i compiti a casa non solo attraverso il registro elettronico ma anche “con la notazione giornaliera su diari/agende personali”. Tornerà quindi nello zaino alle elementari e alle medie il diario di una volta.
Al ritorno a scuola gli studenti dalla prima elementare fino alla terza media troveranno in classe scatole e ceste in cui lasciare gli smartphone. Perché da questo anno scolastico sono banditi. Anche per la didattica. Ad eccezione per gli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento, se previsto nel loro Piano didattico.
Gli smartphone in classe per la maggioranza degli studenti dalla scuola dell’infanzia alla seconda di primo grado sono vietati da questa circolare firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito.
“Non credo che si faccia buona didattica con un cellulare fino alle scuole medie. E questo ovviamente non significa l’uso del tablet o del computer che devono essere però utilizzati sotto la guida del docente”, ha detto il ministro Giuseppe Valditara.
Chi viene beccato con il cellulare alle medie avrà delle sanzioni.
Il ministro per ridurre l’esposizione degli studenti ai device raccomanda ai docenti di assegnare i compiti a casa non solo attraverso il registro elettronico ma anche “con la notazione giornaliera su diari/agende personali”. Tornerà quindi nello zaino alle elementari e alle medie il diario di una volta.
Gli studi che hanno determinato la decisione di vietare l’uso dello smartphone in classe
Nella circolare del ministro viene citato il Rapporto Unesco “Global education monitoring report, 2023: technology in education: a tool on whose terms?” nel quale si evidenzia che i dati delle valutazioni internazionali su larga scala, come quelli forniti dal ‘Programma per la valutazione internazionale degli studenti’ (PISA), mettono in luce un legame negativo tra l’uso eccessivo delle TIC e il rendimento degli studenti.
- In 14 Paesi è stato infatti riscontrato che la semplice vicinanza a un dispositivo mobile distrae gli studenti provocando un impatto negativo sull’apprendimento.
Smartphone, fonte di distrazione soprattutto durante matematica
Più nello specifico nel Rapporto OCSE PISA 2022 (Volume II) Learning during – and from – disruption, si evidenzia come gli smartphone siano fonte di distrazione per gli studenti che lo usano con maggior frequenza a scuola facendo diminuire il livello di attenzione, in particolare durante le lezioni di matematica e, quindi, mettendo a rischio il rendimento nella materia.
In aumento anche in Italia della sindrome dell’Hikikomori: i consigli della psicologa e psicoterapeuta Barbara Volpi
È stato altresì rilevato che l’uso continuo, spesso senza limiti, dei telefoni cellulari fin dall’infanzia e nella preadolescenza incide negativamente sul naturale sviluppo cognitivo determinando, tra l’altro, perdita di concentrazione e di memoria, diminuzione della capacità dialettica, di spirito critico e di adattabilità. Recenti analisi, inoltre, hanno dimostrato un aumento preoccupante anche in Italia di minori affetti dalla sindrome dell’Hikikomori, ossia il fenomeno dell’isolamento sociale volontario che comporta il ritiro dei giovani nel chiuso delle proprie case rinunciando ai rapporti con il mondo esterno.
“Se da una parte lo stare in disparte degli Hikikomori mette paura, ed amplifica i timori”, ha scritto su Key4biz la psicologa e psicoterapeuta Barbara Volpi, “e le preoccupazioni di tanti genitori che vedono i loro figli completamente assorti nel gioco online, dall’altra la reale quantificazione di questo nuovo fenomeno clinico ci sfugge in quanto molti genitori di ragazzi che scelgono di isolarsi, arrivano in ritardo a rendersi conto della gravità della situazione”.
“Questi giovani”, spiega Volpi, “principalmente di sesso maschile, sono ragazzi molto intelligenti, con alto senso morale e spirito critico che hanno scelto volontariamente o si sono ritrovati a chiudere la porta delle loro stanze, denunciando una fragilità emotiva che gli impedisce di confrontarsi con il mondo esterno, sia per vergogna, sia per timore ed incapacità di gestire l’emotività che il contatto con l’altro comporta. Sono ragazzi le cui famiglie hanno riversato su di loro grandi aspettative di riuscita d’eccellenza, soprattutto sul piano cognitivo e formativo, prestando poca attenzione ai loro vissuti emotivi.
“Parlarne insieme e gettare la luce sul fenomeno”, conclude Barbara Volpi, “è una prima mano tesa verso le famiglie e i ragazzi che, forse inconsapevolmente, stanno per chiudere la porta delle loro stanze. La prevenzione è anche questo”.
“La prima generazione di americani che ha attraversato la pubertà con in mano lo smartphone (e internet) è diventata sempre più ansiosa, depressa, soggetta a episodi di autolesionismo e suicidari…”
È da brividi leggere, invece, quanto scritto da Walter Veltroni 4 giorni fa sul Corriere della Sera in quest’articolo dal titolo: “Non dormono, non si concentrano, stanno poco in società: così lo smartphone ha reso depressi e ansiosi i nostri adolescenti”.
Veltroni ha recensito il libro di Jonathan Haidt “La generazione ansiosa – Come i social hanno rovinato i nostri figli”.
Secondo l’autore del libro, psicologo e docente di Leadership etica alla New York University, “la prima generazione di americani che ha attraversato la pubertà con in mano lo smartphone (e internet) è diventata sempre più ansiosa, depressa, soggetta a episodi di autolesionismo e suicidari…”
Per Haidt, scrive Veltroni, ciò che sta accadendo ha a che fare con la rimozione del gioco, esperienza individuale e collettiva, dalla formazione infantile.
La diagnosi di Haidt delle conseguenze della “rovina” di una intera generazione è durissima. Indica quattro fenomeni, osserva ancora Veltroni:
- la riduzione dei momenti di socializzazione
- il loro sonno è peggiorato in quantità e qualità in tutto il mondo industrializzato da quando usano lo smartphone
- Il terzo: la frammentazione dell’attenzione: “gli smartphone sono kryptonite per l’attenzione. Molti adolescenti ricevono centinaia di notifiche al giorno, vale a dire che raramente hanno cinque o dieci minuti per pensare senza interruzioni”.
- e il più pericoloso: la dipendenza.
Ben vengano allora nelle scuole, dalla seconda elementare alla terza media, corsi e lezioni di alfabetizzazione digitale per l’uso responsabile e consapevole dello smartphone e dei social. Una campagna di sensibilizzazione rivolto non solo agli studenti, ma anche ai docenti e genitori e tutori.