I 6,5 miliardi di sterline di ‘profitti eccedenti’ generati negli ultimi 10 anni dalla divisione OpenReach avrebbero garantito all’operatore BT, ex monopolista del mercato britannico, un vantaggio abusivo sui concorrenti che offrono servizi a banda larga.
Anche Vodafone, così, fa sentire la sua voce nella polemica che vede contrapposti BT e i suoi concorrenti sul mercato britannico della banda larga.
I competitor denunciano, in particolare, la scarsa qualità dei servizi a banda larga nel Regno Unito, attribuendo la ‘colpa’ di questo stato di cose a OpenReach, divisione attraverso cui BT offre ai rivali accesso all’ingrosso alla rete fissa. Chiedono pertanto all’Ofcom – che sta conducendo una consultazione sulla revisione del quadro normativo del settore tlc – di separare OpenReach da BT, ossia di ‘scorporare’ la rete fissa rendendola indipendente dall’operatore. Una richiesta che per un lungo periodo ha tenuto banco anche in Italia.
In ‘soccorso’ di BT, nei giorni scorsi, è sceso tuttavia il ministro per l’economia digitale, Ed Vaizey, secondo cui “la separazione completa sarebbe un’impresa enorme, incredibilmente lunga e potenzialmente molto controproducente”.
OpenReach fornisce l’accesso alla rete fissa a tutti gli operatori britannici, BT compresa, agli stessi termini, ma i concorrenti di BT denunciano un chiaro conflitto di interesse che avvantaggerebbe l’incumbent.
“Vogliamo avere una OpenReach indipendente e la cui attività primaria sia quella di vendere connettività e accesso a tutti”, ha affermato Matthew Braovac, responsabile degli affari regolamentari do Vodafone.
Come riferito dal Financial Times, Braovac porta quindi l’esempio di paesi come la Spagna, dove l’accesso alle reti fisse è più semplice e meno costoso e porta più innovazione e costi minori per i cittadini.
BT, in risposta alle accuse mosse dai concorrenti, ha prontamente promesso nuovi investimenti per circa 1 miliardo di sterline nella fibra ottica nei prossimi 5 anni.