Illegale, o vietato ai minori. Il fascino del proibito da sempre attira gli adolescenti: soggetti naturalmente inclini a trasgredire le regole, in un’età in cui si è ribelli per definizione e, soprattutto, atteggiamento. E quando si comincia, una trasgressione tira l’altra: perlomeno, riferisce Agipronews, è così che si intuisce dal Rapporto sulle dipendenze 2013-2014 del Dipartimento Politiche Antidroga (DPA), che mette in allarme sul fenomeno del policonsumo, l’uso contemporaneo o alternato di diverse droghe, in aumento nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. Il risultato è che, stando sempre allo studio DPA, negli ultimi 12 mesi circa uno studente su quattro (il 24,31%) ha usato almeno una volta una sostanza stupefacente e un quinto degli utilizzatori (il 21,05%) ha dichiarato di essere un “policonsumatore”.
GIOCO PATOLOGICO, l’85,9% DEGLI ADOLESCENTI SI DEFINISCE “NON GIOCATORE”
L’utilizzo di stupefacenti, inoltre, può sfociare nell’insorgere di altri tipi di dipendenze, non necessariamente collegate a una particolare sostanza illegale: sempre il DPA sottolinea la correlazione lineare tra il consumo di droghe e lo sviluppo di dipendenza patologica da gioco d’azzardo. E, dunque, quanti sono gli adolescenti con problemi di gioco patologico? I dati aggiornati al 2014 del DPA, informa Agipronews, parlano di un 14,1% della popolazione studentesca che nell’ultimo anno ha giocato almeno una volta, a fronte di un 85,9% che si definisce “non giocatore”. Tra i giovani “gambler” la maggior parte (il 6%) si ritiene un giocatore “sociale”, che considera il gioco come un’occasione per socializzare e divertirsi, piuttosto che un modo per farsi aspettative di vincita. Il 4,3% presenta le caratteristiche del giocatore problematico (che non manifesta una vera e propria patologia, ma ha abbandonato un comportamento prudente nei confronti del gioco) e il 3,8% ha invece sviluppato un approccio patologico confronti del gioco d’azzardo, “sostituendo alla dimensione magica e ludica una dimensione di dipendenza dove i pensieri, le priorità e i valori confluiscono e si fondono nella ripetizione compulsiva della giocata” per utilizzare la definizione della DPA. Tornando agli stupefacenti, il 41,7% degli adolescenti che mostrano segnali di gioco patologico (il 3,8%), è “policonsumatore” di droghe.
GIOCHI ONLINE: IL 13% DEI GIOVANI HA PUNTATO ALMENO UNA VOLTA, IL ‘COMPLICE’ E’ LO SMARTPHONE.
Il dato della DPA sugli adolescenti giocatori è tendenzialmente in linea con quello rilevato dal SIP (Società italiana di Pediatria) che si focalizza in particolare sulla versione online dei giochi d’azzardo. L’utilizzo di internet è aumentato in maniera spropositata negli ultimi sei anni: dal 42% del 2008, si legge su Agipronews, si è passati all’81% del campione di giovani che dichiara di utilizzare internet tutti i giorni. Anche e soprattutto grazie all’avvento degli smartphone, che permettono la connessione da qualsiasi luogo, con un dato eloquente: il 93% degli adolescenti si collega a internet attraverso il cellulare. Secondo lo studio del SIP, con l’aumentare della pervasività di internet è arrivato al 13% (un dato che corrisponde a quello della DPA) il tasso di studenti che nonostante il divieto ai minori di 18 anni, ha puntato o scommesso su un sito, da solo o insieme ad amici. La percentuale di quanti aggirano il divieto di giocare online per i minori è comunque più bassa rispetto a quella di altri comportamenti “proibiti”. Nella classifica dei pericoli adolescenziali, l’alcol è il nemico numero uno.
Secondo gli ultimi rilevamenti dell’Espad, la ricerca sul consumo di alcol e altre sostanze nella popolazione scolastica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, circa il 60% degli adolescent si dichiarano “bevitori”. Tornando, invece, ai dati SIP: il 45,4% consuma vino; il 50% birra e liquori il 23%. Il 28% rischia invece di garantirsi una vita a rischio attraverso l’abitudine al fumo.
GIOCHI ONLINE, LA GUIDA PER “MARCARE A UOMO” GLI ADOLESCENTI
Se il pericolo è online, allora gli strumenti per evitare che figli o nipoti possano accedere a siti non appropriati per i minori, come ad esempio quelli per il gioco, vietati a chi non abbia compiuto 18 anni, sono parecchi. Per aprire un conto online su un sito di giochi serve fornire, nome cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale e provincia di residenza e successivamente si può versare sul proprio conto il denaro attraverso le carte di credito. Dunque, riferisce Agipronews, la prima regola da seguire è quella di tenere ben nascosti sia il proprio codice fiscale che la carta di credito per evitare sorprese. Un codice fiscale, però, può essere facilmente calcolato via web – senza contare che esistono app apposite – e dunque può essere il caso di adottare misure più drastiche. Come ad esempio una tradizionale password, nel caso l’adolescente in questione utilizzi il vostro computer. Difficile però non dotare il proprio figlio di un Pc, rischiando di farne un preistorico nell’era digitale. Dunque, che cosa si può fare per limitare i rischi? La soluzione, nel caso di un Pc fisso o portatile si chiama parental control. Si tratta semplicemente di alcune applicazioni collegate ai browser, i programmi con cui si naviga su internet. Una volta installate permettono di filtrare il contenuto accessibile durante la navigazione. Si può ad esempio bloccare un sito specifico inserendone l’indirizzo web o impostare il blocco in base ai contenuti: l’app fermerà automaticamente la navigazione quando nell’indirizzo o nel contenuto delle pagine web sono presenti dei termini specifici (come appunto il gioco e le scommesse). Simile il principio di salvaguardia sui dispositivi mobili, che (sia nel caso di iOs che di Android) hanno integrata nelle impostazioni di sicurezza la possibilità di limitare l’accesso a determinati siti o contenuti, o addirittura di selezionare le applicazioni che possono essere aperte. Per i “maniaci” del controllo, invece esistono delle applicazioni che monitorano costantemente la navigazione dei minori sui dispositivi mobili e avvisano con un’email i genitori, nel momento in cui il figlio ha tentato l’accesso a un sito potenzialmente pericoloso, permettendo anche di bloccare l’accesso a contenuti e apps anche a distanza.