Appoggio del Pd alla richiesta dei sindacati di aprire a stretto giro un tavolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il partito guidato da Enrico Letta la cui segreteria ha oggi incontrato i leader di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, ha condiviso, infatti, le preoccupazioni sul prossimo piano industriale che profilerebbe uno ‘spezzatino’ Tim e sul futuro mantenimento dell’occupazione diretta e indiretta di tutta la filiera delle Tlc e ha proposto ai sindacati di preparare iniziative congiunte per discutere di politiche industriali settore. Per questo, si legge in una nota sindacale, il Pd si è detto disponibile a continuare l’interlocuzione con Slc, Fistel e Uilcom e a “sollecitare il Governo per un confronto politico sulle Telecomunicazioni”. “I rappresentanti del PD hanno assicurato il sostegno alla richiesta sindacale, per l’apertura di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno condiviso le preoccupazioni sul mantenimento delll’occupazione diretta e indiretta di tutta la filiera delle telecomunicazioni”, si legge nella nota. Una posizione di ascolto e approfondimento, per ora.
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Tim pronta a tagliare fino al 20% del personale?
“Sosteniamo la richiesta delle parti sociali al Governo di un incontro urgente sulle prospettive industriali dell’azienda e sulle scelte strategiche del settore”, è quanto dichiarato in una nota dai dirigenti del PD al termine della riunione.
“La trasversalità delle sfide connesse alla transizione digitale, e le straordinarie opportunità rappresentate dall’attuazione del PNRR, impongono una discussione collegiale sulle scelte delle politiche pubbliche e sugli indirizzi di politica industriale del settore, anche per il ruolo che svolge Cassa Depositi e Prestiti”. Conclude la nota.
Scissione Tim: l’incontro del PD con i sindacati
I sindacati hanno incontrato una delegazione formata dal vice segretario del Pd Peppe Provenzano, dal senatore Tommaso Nannicini e dal Responsabile Economico Antonio Misiani. “Il Pd conferma di essere sulla stessa posizione dei sindacati – dice Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil – non sono favorevoli a operazioni di smantellamento dell’azienda. Si sono resi disponibili a sollecitare il presidente del Consiglio per aprire un tavolo a Palazzo Chigi”.
In altre parole, il Pd ha confermato la sua volontà di appoggiare i sindacati rispetto a questo scenario che si è delineato con l’arrivo di Labriola. Un nuovo incontro è previsto fra una settimana o dieci giorni per fare il punto della situazione, nella speranza che si sia aperto un tavolo di confronto.
La scissione di Tim sembra ormai sempre più concreta, resta da capire quali conseguenze porterà con sé dal punto di vista dell’occupazione.
Bruno Bossio (Pd): ‘Noi da sempre favorevoli a integrazione e coinvestimento’
La posizione esposta dal Ministro dell’economia e delle finanze, secondo la quale “il Governo incoraggia un costruttivo confronto tra le parti per delineare le condizioni per integrare le infrastrutture, potenziare e ottimizzare gli investimenti, andando incontro alle aspettative del sistema Paese nel dar vita a un’infrastruttura integrata, aperta a tutti gli operatori e non discriminatoria, nel rispetto delle regole di mercato e delle migliori pratiche regolatorie e di concorrenza” risponde alle esigenze di ottimizzazione degli investimenti, accelerazione del dispiegamento della fibra ottica con l’obiettivo di integrare le infrastrutture in una logica di sistema che contemperi l’interesse nazionale ad avere un ruolo significativo nella gestione della rete, che – ha ricordato sempre il Ministro – rientra nella disciplina della golden power, e quello di assicurare ai cittadini e alle imprese la migliore fruizione possibile di tale infrastruttura oltre che il conseguimento degli obiettivi di copertura nazionali ed europei“. Questa è la posizione espressa nelle mozione di maggioranza sulla rete approvato in aula firmato da Enza Bruno Bossio, deputata del Pd membro della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera. “Se si fosse seguita questa linea oggi non ci troveremmo in questa situazione”, aggiunge Bruno Bossio, precisando che la “nostra posizione è sempre stata per integrazione e coinvestimento”.
Ma cosa ne pensano gli esponenti di altri partiti?
Alessio Butti (FdI): ‘Pd confuso, lo spezzatino sulle spalle degli italiani?’
La posizione del Pd sulla vicenda Tim “E’ molto strana – dice il deputato responsabile Tlc di FdI Alessio Butti a Key4biz – il Pd in materia di telecomunicazioni mi sembra allo sbando. Qualche tempo fa voci autorevoli si erano scagliate contro i sindacati che ovviamente difendevano ad ogni costo la rete unica in capo a Tim. Successivamente, la settimana scorsa ne ho avuto una manifestazione plastica, partecipando ad un convegno organizzato dalla Fondazione Astrid, dove c’erano Graziano Del Rio e Antonello Giacomelli fra gli altri altri, (in occasione della commemorazione di Raffaele Tiscar, uno dei padri del piano BUL ndr). Raffaele Tiscar, che ho conosciuto perché era di Como, e si trovava sulle mie posizioni, eravamo sulle stesse posizioni, ossia una presenza dello Stato sulle reti strategiche; il modello wholesale only, per cui il no a operatori verticali; insomma, tutto il contrario di quello che poi il Pd ha fatto nel corso di questi quattro anni. E quindi io, scherzando, ho detto che su Tim ‘per la proprietà transitiva, se tutti voi siete d’accordo con Tiscar, e Tiscar era d’accordo con me, io dovrei essere d’accordo con voi’. Ma c’è qualcosa che non funziona, perché poi non avete messo nero su bianco questa cosa. Quindi, loro sono completamente inaffidabili. E adesso sono alla ricerca di un consenso sociale, capiscono che ci sono migliaia di esuberi. E’ evidente che il sindacato stia lavorando per la salvaguardia massima: 8-10 mila persone possono essere accompagnate alla pensione, con uno scivolo. Resta il problema di 30mila dipendenti. A questo punto chiederemo al Pd di farci capire se sono davvero d’accordo con questo spezzatino. E se, come noi diciamo da tempo, lo spezzatino se lo debba accollare il popolo italiano. Perché questi sono costi che evidentemente cadranno sulle spalle del popolo italiano. Non parlo soltanto degli esuberi, ma parlo anche dei debiti che verranno accollati sulla società della rete, e non certo su quella dei servizi. Ondeggiano fra la necessità di ricucire un rapporto con i sindacati e riprendere il filo del discorso sulla rete”.
Mirella Liuzzi (M5S): ‘Il Governo accompagni Tim in questa fase per trovare la soluzione migliore per i lavoratori’
“Il rischio di spezzatino c’è e l’abbiamo prefigurato già quando c’è stata l’informativa di Giorgetti in Aula alla camera su Tim”, ha detto a Key4biz Mirella Liuzzi, Deputata M5S in Commissione Trasporti e Tlc della Camera, già Sottosegretario al MiSE nel governo Conte 2. “Sapevamo perfettamente, da quando si è interessato il fondo KKR, che ci sarebbe stata probabilmente l’unione della rete di Tim con Open Fiber, e quindi un inevitabile spezzatino con inevitabile esubero di personale. Ora l’esubero è stato quantificato in 8mila uscite volontarie”.
Il punto è questo, aggiunge Liuzzi: “Mi sembra chiaro che qualcosa dovrà comunque accadere. La cosa che si può fare è che il Governo accompagni questo percorso. Cosa che fino ad ora non è stata fatta”. In pratica, “Sicuramente andrebbe bene un tavolo alla Presidenza del Consiglio dei ministri con il ministro del Lavoro, il ministro dello Sviluppo Economico, per capire anche come impiegare questi lavoratori. Per capire i termini. Stiamo parlando della più grande azienda Tlc del paese, sia in termini di lavoratori sia in termini di bandi del Pnrr a cui dovrà partecipare Tim”.
Ed in effetti, tutta la vicenda Tim andrà letta alla luce anche di tutti i bandi “cui parteciperà Tim – aggiunge Liuzzi – abbiamo già visto quello sul Cloud nazionale, ma ci sarà anche tutta la parte delle aree grigie. Stiamo parlando di un’azienda che è importante seguire anche per portare a termine queste sfide europee”.
In sintesi, qualcosa il Governo lo dovrà fare per accompagnare l’azienda in una fase delicata. “E’ anche vero che Tim ha un numero importante di lavoratori e un’età media molto alta per cui si potrebbero trovare delle situazioni concordate per lo meno, se il Governo accompagna questa fase”.
Massimiliano Capitanio (Lega): ‘E’ il momento di un tavolo complessivo sulle Tlc’
“Ci mancherebbe altro che il Pd non si mettesse a difendere i lavoratori, perché se Telecom oggi ha qualche problemino lo deve alle politiche di quel partito di qualche anno fa”, ha detto a Key4biz Massimiliano Capitanio, deputato della Lega in Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.
“In generale, è giunto il momento di fare un tavolo, un ragionamento complessivo sul settore e stabilire per tutti una serie di priorità a supporto della filiera complessiva”, ha aggiunto Massimiliano Capitanio. “Ieri Asstel ha inviato una lettera ha inviato al ministro in cui sottolinea dei temi che erano già contenuti in alcuni nostri emendamenti e ordini del giorno, che collegano lo sviluppo di determinate tecnologie come anche il 5G, con lo sviluppo dell’impresa e di conseguenza con la creazione di nuovi posti di lavoro oltre a tutelare gli esistenti”.
E ancora, Capitanio ricorda che “Sul tema delle emissioni, ad esempio, e con un’indagine conoscitiva che è stata approvata all’unanimità in IX Commissione, che dice che compatibilmente con gli standard europei di salute bisogna comunque valutare un eventuale innalzamento dei limiti di emissione elettromagnetica, che sono i più bassi d’Europa”. Deve inoltre essere riformata l’offerta formativa all’interno delle scuole e delle università perché se siamo gli ultimi in Europa per personale Ict impiegato all’interno delle imprese primo è perché manca la cultura, secondo perché manca la mano d’opera e le teste. “Se non risolviamo questi nodi, possiamo fare tutti gli interventi spot e a tampone sulle singole cose, però non diamo le ali a un settore che può creare posti di lavoro e ricchezza”, aggiunge.
Sul caso specifico di Tim, “mi sembra che anche Matteo Salvini quando si profilò l’ipotesi KKR, fu abbastanza tranchant: la Lega è contraria al fatto che la società venga detenuta, venduta o gestita in modo da creare delle bad company che mettano a rischio i posti di lavoro”, dice. Poi, da politico, “Io non mi metto a interferire con le logiche aziendali – dice Capitanio – visto che di rete unica, rete condivisa, verticalmente integrata, wholesale only, non duplicazione, se ne sta parlando da anni. Io all’amministratore delegato di Tim piuttosto che chiedergli ‘uno spezzatino’ gli chiederei di raccontarmi il futuro dell’azienda e della rete ovviamente con le garanzie occupazionali”.
Per questo, appuntamento al 2 di marzo, data del prossimo Cda di Tim in cui l’ad Pietro Labriola presenterà il piano industriale 2022-2024.
“Noi dobbiamo anche fare i conti con un mercato e con un sistema globale delle telecomunicazioni, dobbiamo stringere un’alleanza per lo sviluppo del paese senza fare degli scontri anacronistici – aggiunge Capitanio – quello che stava succedendo pochi giorni fa, e che non è detto che sia concluso, tra Vodafone e Iliad, è un campanello d’allarme. Il presidio dello Stato e della politica deve essere costante, ma non è il tempo degli scontri e delle barricate perché se no ci rimettiamo tutti”.
Maurizio Gasparri (FI): ‘L’importante è non giocare con la rete. Lo Stato c’è con Cdp’
Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri esprime il suo pensiero a Key4biz. “Tim soffre delle violenze subite nel corso dei decenni e ne porta i segni – dice Gasparri – Scalate, cordate, cavalieri bianchi, cavalieri neri, a colori ecc. Non mi scandalizza l’offerta di KKR, anche se adesso mi sembra un po’ in frenata. Anche Bolloré in questa partita ha sempre cercato di fare i suoi interessi”.
“Il tema è complicato – aggiunge Gasparri – la rete, la sudditanza la fa l’altra rete, perché in un paese dove già c’è la rete, si fa fare la rete ad Enel, una società che fa energia. Una follia totale. Dopodiché, bisogna fondere le reti. Eh certo. Tu ti inventi una rete che non esiste, da un punto di vista strategico e strutturale. E poi subito si deve fondere. Qui altra follia: l’operazione Open Fiber è stata una operazione priva di senso. Ora c’è, bisogna trovare una soluzione. Meglio unificarle”.
Golden rule del Governo
“Il Governo ha il golden rule, che può usare contro i rischi di scalata, di colonizzazione e quant’altro. La società americana KKR non mi pare abbia interessi strategici in conflitto con l’Italia. Vedremo che cosa accadrà, anche se in questo momento mi pare un po’ in attenuazione – aggiunge Gasparri – l’importante è non giocare con la rete, come hanno giocato troppi, perché poi ci molti dipendenti. La gran parte dei dipendenti di Tim sono con la rete”.
“Quindi, la rete non si può espropriare. Io ho proposto molti anni fa una società della rete. Il che vuol dire conferire quel che ognuno ha – ed è evidente che se Tim conferisce in questa società la sua rete diventa l’azionista di riferimento – bisognerebbe fare una società della rete dove ciascuno conti in base a ciò che conferisce. Non in base a cose astratte. Open Fiber porterebbe in dote la sua parte, che qualcuno andrà a valutare per quello che vale. A quel punto lo Stato c’è, perché lo Stato attualmente con Cdp è azionista minoritario ma importante sia di Tim sia di Open Fiber, azionista pubblico che avrebbe una quota ma non perché compra e spende soldi dei cittadini. Perché nel fare questo conferimento alla fine avrebbe una sua percentuale. A quel punto, si potrebbe fare una società della rete e i diversi attori avrebbero una quota che rispecchia il valore di ciò che è stato conferito. E poi c’è una regia che anche il Governo deve fare, non c’è dubbio. La salvaguardia dei dipendenti e dell’occupazione, la strategicità della rete e tutto il resto”.
D’altra parte, con attori aggressivi come Iliad, bisogna prendere atto che “il mercato è cambiato, con la rete non si deve giocare, l’interesse strategico si tutela con la presenza di Cdp come azionista sia di qua che di là. Con la golden rule. Con la forza di un Governo. Perché se un Governo vede che la rete è in pericolo (sulla rete viaggia tutto: la polizia, le comunicazioni di sicurezza, i vigili del fuoco, il terremoto) esercita una sua moral suasion anche attraverso strumenti concreti come la golden rule. Dopodiché si è giocato troppo. Un giorno arriva Bolloré, un giorno arriva Colaninno, un giorno arriva Babbo Natale. Un giorno arriva il cavaliere bianco, un giorno arriva il cavaliere nero. E’ un caos. Rispettosi del mercato, bisogna guardare a quanto accade. Consapevoli della strategicità della rete, attenti alla tutela dei livelli occupazionali”.
“Secondo me la società della rete era lo sbocco, e potrebbe esserlo ancora. Però non è che se io mi metto insieme ad Amazon facciamo 50 e 50. A me converrebbe, faccio una società con Bezos e contiamo uguale. Però io non è che conto come Bezos”, chiude Gasparri.