Key4biz

Sciopero Tlc, sindacati in piazza: ‘Rimettere al centro la transizione digitale’

Forte adesione allo sciopero nazionale delle telecomunicazioni, indetto per oggi dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil con una manifestazione a piazza SS Apostoli a Roma e diverse manifestazioni in tutto il paese fino a Palermo.

Sbarra, ‘rimettere le Tlc al centro della transizione’

“Sostegno a Fistel Cisl e ai lavoratori delle Tlc che oggi protestano per tutelare occupazione e salari, contro lo scorporo di industrie e servizi, i ritardi su banda ultralarga e reti 5G. Occorre rimettere il settore al centro della transizione digitale del Paese”. Lo scrive su twitter il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

Tlc: Ugliarolo (Uilcom), ‘grande partecipazione a sciopero, governo ci convochi’

“Oggi c’è stata una grande partecipazione alla manifestazione indetta nella giornata della sciopero nazionale, la piazza S. Apostoli era piena: di qui rinnoviamo l’invito al governo ad aprire un tavolo di confronto con le parti sociali per entrare nel merito dei problemi strutturali del settore delle telecomunicazioni”. Lo afferma il segretario generale della Uilcom Salvo Ugliarolo conversando con l’Adnkronos. Un settore che, spiega, “pensiamo sia strategico per il paese e l’auspicio è che anche in Italia si possa difendere e valorizzare anche per la spinta che puo’ imprimere nell’ambito della digitalizzazione”.

Purtroppo, secondo il sindacalista, dal governo “fin qui sono arrivate enunciazioni ma fatti inesistenti. Le tlc – sottolinea – meritano la giusta attenzione e speriamo che dopo questa importante mobilitazione si possa aprire un sano confronto per affrontare i problemi di un settore che è molto frammentato e dove la rincorsa al prezzo più basso ha depauperato la marginalità”.

“Alla fine – prosegue Ugliarolo – le aziende sono tutte in perdita e tutte in un modo o in un altro dimostrano di essere in sofferenza anche perché in questo settore gli investimenti sono onerosi: da Vodafone che annuncia esuberi a Windtre che cede una parte dell’infrastruttura a un fondo svedese e poi c’è il problema di Tim che si trascina da tempo con la volontà di separare l’infrastruttura dai servizi con tutte le incognite sull’occupazione che ciò comporta”.

Tlc, Cgil: Pieno sostegno a sciopero, settore strategico alla deriva

“Pieno sostegno allo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici delle telecomunicazioni. La deriva di un settore strategico che occupa oltre 120mila persone, denunciata da tempo da Confederazione e Slc, rischia di avere enormi conseguenze sul piano occupazionale, con 20mila addetti diretti e migliaia nell’indotto in bilico, e per il sistema Paese”. E’ quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo dalla manifestazione nazionale unitaria di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom in corso a Roma in Piazza Santi Apostoli.

“Risultati economici in picchiata nelle Telco, con conseguente dimezzamento della forza lavoro dei maggiori gestori nell’ultimo decennio; ricorso continuo ad esodi incentivati e ammortizzatori sociali; tagli nella contrattazione aziendale. E ancora, separazione delle infrastrutture di rete dai servizi, e quindi impoverimento ulteriore del settore con la prospettiva di una continua corsa al ribasso”.

Il segretario confederale della Cgil si sofferma in particolare sulla “preoccupante situazione di Tim, con oltre 20 miliardi di debiti e che veleggia verso la definitiva rinuncia all’unicita’ dell’azienda” e sull’“allarmante condizione dei customer in outsourcing, per i quali è urgente stabilire un contratto di riferimento per arginare l’attacco a salari e diritti in un comparto dove molti committenti gia’ applicano contratti pirata”.

“Se non si cambia strada e in assenza di un intervento strutturale delle istituzioni – conclude Gesmundo – un settore che oggi dovrebbe rinnovarsi per diventare perno centrale della transizione digitale e munirsi di una rete funzionale alle reali esigenze del Paese, subirà un ulteriore ridimensionamento, con una perdita enorme per il lavoro e per l’Italia”.

Tlc: Ugl, governo ci convochi per confronto su nodi irrisolti settore

 “Chiediamo a gran voce una convocazione delle sigle sindacali delle Tlc da parte del Governo al fine di discutere intorno ai problemi gravanti sul settore e sul futuro delle Tlc, nonché in merito ai contenuti della bozza del Decreto Tlc sul tavolo dell’Esecutivo”. È la richiesta del segretario nazionale Ugl Telecomunicazioni, Stefano Conti, in occasione dell’odierno sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle Telecomunicazioni, settore gravato da una profonda crisi che, in un paradosso tutto italiano, avrebbe potuto e dovuto essere volano per il suo rilancio economico, attraverso la digitalizzazione del Paese”.

“Problemi irrisolti si trascinano da anni: aziende che hanno visto precipitare i fatturati, anche per processi legati a discutibili dinamiche regolatorie, persino a fronte di investimenti ingenti per l’ammodernamento delle infrastrutture di rete; la concorrenza degli OTT come Meta, Amazon, Google che non pagano alcuna cifra, neppure simbolica, pur utilizzando la Rete Banda Ultra Larga; il dumping salariale e contrattuale; i tentativi sempre più insistenti di eludere leggi a tutela dell’occupazione come la clausola sociale; il fenomeno delle delocalizzazioni all’estero delle attività di contact center; l’avvento dell’intelligenza artificiale che inevitabilmente andrà a sostituire manodopera umana se non saremo in grado di formare velocemente ed in maniera continuativa i lavoratori”.

“In tutto ciò, l’eventualità che la più grande azienda di Telecomunicazioni possa essere scalata da fondi finanziari esteri, così da far venire meno uno degli asset più importanti del Paese, mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, senza dimenticare i rischi legati alla sicurezza nazionale dei dati sensibili”, conclude Conti.

Tlc: Slc Cgil, punte adesione a sciopero all’80%

“L’immagine del disastro: aziende che trascorrono le giornate a ridurre i perimetri occupazionali e a far scempio di diritti e salari”. Lo dice Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, riassumendo così lo scenario odierno delle telecomunicazioni in Italia nella giornata dello sciopero indetto dai sindacati che ha riscosso punte di adesione all’80%.

In occasione del primo sciopero nazionale dell’intero settore – dunque trasversale ai comparti rete, telco e customer – migliaia di lavoratrici e lavoratori di tutta la penisola sono scesi in piazza Santi Apostoli a Roma, allo slogan di “Riprendiamoci il futuro”. “Una volta le telecomunicazioni erano sinonimo di modernità, invece oggi il settore è stato sfruttato dalla finanza che – continua il segretario – ha trattato le nostre aziende come dei bancomat, ossia luoghi da depredare”.

E chiude l’intervento dal palco con un messaggio al governo: “Diciamo a questo Esecutivo, come a tutti quelli che si sono succeduti fino a oggi: dobbiamo ripartire dal lavoro. Separare le reti dai servizi porterà le nostre aziende a diventare dei semplici empori. E l’Italia a perseverare nella condizione di diseguaglianza da cui sarebbe dovuta uscire con la crisi pandemica», cioè quando migliaia di persone sono state costrette in cassa integrazione perché – in assenza di una banda ultralarga – non erano in grado di svolgere la loro attività da remoto. Questa arretratezza il nostro Paese non se la può più permettere”, chiosa Saccone.

Tlc: Di Raimondo (Asstel), ‘condividiamo preoccupazioni sindacati, serve nuova politica industriale’

“Le organizzazioni sindacali richiamano l’attenzione delle Istituzioni per affrontare le difficoltà che il settore attraversa. Asstel condivide le preoccupazioni sul futuro dell’industry e sulla complessiva sostenibilità occupazionale: come associazione abbiamo una costante interlocuzione con Governo e Istituzioni con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di lungo periodo che siano leva anche di competitività per il Paese. Serve una nuova politica industriale per la filiera che sostenga anche i periodici e significativi piani di investimento necessari ad offrire servizi innovativi e di qualità ai clienti”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Laura Di Raimondo, direttore generale Asstel Confindustria sullo sciopero di oggi dei lavoratori delle tlc proclamato unitariamente dai sindacati, che parlano di 20mila posti a rischio nel settore.

Di Raimondo ricorda che “il 2022 è stato un anno complesso per la filiera Tlc. Un anno che segue, purtroppo, un trend negativo: in 12 anni ha perso oltre un terzo del suo valore. L’aumento dei costi dell’energia, una competitività sempre più forte, un calo dei prezzi negli ultimi dieci anni del 33,6% e gli interventi regolatori sui mercati wholesale sono alcune delle cause che hanno portato a questa situazione di difficoltà”.

Per Di Raimondo “il calo dei ricavi rappresenta una delle criticità della Filiera: si è passati da un flusso di cassa di 10,5 miliardi del 2010, a circa un miliardo del 2021. Nel 2022, per la prima volta, si è registrato un valore negativo di circa 4 miliardi causato prevalentemente dal pagamento dell’ultima rata per le licenze 5G”.

Tlc, AVS: ‘Settore il crisi, al fianco delle organizzazioni dei lavoratori’

“Siamo al fianco delle organizzazioni sindacali delle telecomunicazioni oggi in sciopero. Le grandi aziende sono in crisi e si rischiano ventimila posti di lavoro. I ritardi sul 5G e sulla transizione digitale nel Pnrr rischiamo di mettere in ginocchio un settore già fortemente in crisi. Il settore delle telecomunicazioni in tutti i Paesi tecnologicamente avanzati è uno dei pochi comparti che riesce a generare occupazione. In Italia, invece, il lavoro sempre più precario e i ricavi dimezzati stanno creando un lento e inesorabile declino occupazionale che nell’ultimo decennio ha più che dimezzato la forza lavoro dei principali gestori italiani. Il governo Meloni presenti un piano per questo settore strategico”. Lo affermano il senatore dell’Alleanza Verdi Sinistra Tino Magni e il deputato di Avs Franco Mari a margine della manifestazione nazionale a Santi Apostoli a Roma.

Tlc: corteo a Palermo, allarme sui call center in fuga

“Riprendiamoci il futuro”. E’ lo slogan scelto per lo sciopero nazionale del settore delle Telecomunicazioni che si svolge oggi. A Palermo manifestazione stamane a piazza Politeama, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Poi corteo fino alla prefettura per chiedere un incontro sui problemi del settore. Un settore giunto a un bivio drammatico, in cui le contraddizioni, denunciate da tempo dalle sigle sindacali, stanno esplodendo. A rischio è la tenuta occupazionale di tutto il comparto e dell’indotto. Uno sciopero contro lo scorporo di industrie e servizi nelle telco, contro i ritardi allarmanti su banda ultralarga e 5G, contro l’arretratezza digitale dei territori, contro il dumping contrattuale delle aziende del customer relationship e dei processi outsourcing, che comprime salari e diritti. Per difendere oltre 20 mila posti di lavoro e rimettere il settore Tlc al centro della transizione digitale del Paese.

“La situazione delle aziende palermitane rispecchia quelle del settore – afferma il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio MaggioAlmaviva, la più grande azienda del comparto, sta dismettendo totalmente la sua presenza in città”. Ci sono, viene spiegato, una serie di criticità per i 220 lavoratori della commessa 1500 (servizio emergenza sanitaria), per i circa 40 lavoratori della commessa American Express, per i circa 190 lavoratori del cambio appalto Trenitalia, per Abramo in amministrazione giudiziale. E ancora: per Comdata è stato attivato l’ammortizzatore sociale sulla commessa Tim, a System House incerto il futuro dei 225 lavoratori, in vista della scadenza del contratto di servizio elettrico nazionale. E poi ci sono le procedure di licenziamento su Vodafone, la procedura di separazione della rete avviata in WindTre, la separazione della rete di Tim in una fase di stallo totale, che appesantisce la situazione aziendale già molto critica.

Tlc: Gribaudo (Pd), siamo dalla parte dei lavoratori

“Sosteniamo lo sciopero nazionale dei lavoratori delle telecomunicazioni, comparto strategico fondamentale per l’innovazione del Paese”, così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sulla manifestazione indetta a Roma dai sindacati del comparto delle telecomunicazioni. “Si rischia una vera e propria bomba sociale, con almeno 20 mila esuberi previsti nel solo perimetro delle Telco. Il Governo ascolti le loro istanze e metta in campo, immediatamente, un piano industriale per la salvaguardia dei posti di lavoro e delle infrastrutture strategiche”, prosegue Gribaudo. “Bisogna investire sulla formazione, utilizzare i fondi PNRR per l’aggiornamento infrastrutturale, abbattere il costo dell’energia e investire. Come Partito Democratico – conclude – chiediamo all’esecutivo di intervenire subito: difendere l’occupazione significa dare continuità alla transizione digitale, evitare un’ulteriore crisi e sostenere un asset strategico fondamentale per il futuro dell’Italia”.

Tlc, Fratoianni: ‘Inaccettabile crisi settore strategico per il Paese’

“In questo Paese c’è una politica che mette a rischio un settore determinante e nevralgico, quello delle Tlc. Un settore strategico per la transizione digitale e per il nostro futuro”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, parlando con i cronisti in piazza Santi Apostoli a Roma, a margine della manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali nel giorno dello sciopero nazionale del settore Tlc.

“In tutta Europa e nel mondo – prosegue il leader di Si e parlamentare Avs – le Telecomunicazioni trainano la crescita e la ricerca, in Italia invece quando si parla di Tlc si parla di posti di lavoro a rischio, di spacchettamenti, di sfruttamento e precarietà. E dal governo nessun intervento risolutivo per il comparto. Una ragione in più per essere anche oggi in piazza – conclude Fratoianni – a sostenere la giusta battaglia e le legittime rivendicazioni dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali”.

Exit mobile version