L’arrivo dell’estate è noto interrompe la stagione cinematografica in Italia in attesa di Venezia e dell’arrivo di settembre. Un unicum nel panorama del cinema mondiale se si pensa che in tutto il resto del mondo Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia la stagione cinematografica ha sempre la stessa forza e lo stesso richiamo perché quello che l’esercizio programma a luglio ha la stessa forza, almeno sulla carta, di quello che viene programmato a ottobre piuttosto che a marzo.
Questo iato può però permettere di fare il punto sulla stagione cinematografica appena conclusa e una prima riflessione vorrei farla cercando di individuare quali siano stati fra i film italiani quelli che hanno maggiormente impressionato e possono essere indicati come i vincitori della stagione.
La prima citazione è ovviamente per Checco Zalone con i suoi 60 milioni incassati con “Quo Vado”, e poi “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese che ha ottenuto un importante successo di botteghino, quasi 20 milioni, e un altrettanto significativo plauso da parte della critica e del David di Donatello come miglior film italiano della stagione. Poi l’esordio assolutamente fantastico per il cinema italiano de “Lo chiamavano Jeeg Robot”; 4 milioni di incasso, un incetta di statuine ai David e critiche entusiastiche da parte della critica.
Degno di citazione poi Matteo Rovere e il suo “Veloce come il vento “che ci ha dato una storia italiana girata all’americana e ci ha restituito un grande attore come Stefano Accorsi. Così come non hanno tradito le attese Paolo Virzì con il suo “La pazza gioia” e Rosi con “Fuocoammare ” vincitore dell’Orso d’oro e forte esempio di documentaristica sociale. Più complesso il discorso sui “vinti” perché sicuramente alcuni “grandi” hanno deluso (penso a Tornatore o a Verdone) ma se volessi individuare lo sconfitto della stagione indicherei una categoria, quella delle commedie sempre uguali con gli stessi attori, con gli stessi registi le stesse situazioni e battute stantie e finte che hanno contraddistinto quest’anno. Inutile fare titoli o nomi perché sono nel ricordo di tutti, sono state massacrate dalla critica e ignorate dal pubblico.