Fiction

Schermo&Schermo: il ritorno di Coliandro, spunto di riflessione per la Rai

di Carlo Macchitella, produttore televisivo |

Seconda uscita della rubrica Schermo&Schermo dedicata a tv e cinema. Oggi si parla dell’ispettore Coliandro e di fiction in Rai.

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A 10 anni dalla prima apparizione e a 5 dalla sua ultima comparsa sugli schermi televisivi di Rai 2 è tornato l’ispettore Coliandro segnando un successo che è andato molto al di là delle aspettative degli stessi dirigenti della televisione pubblica e dei suoi autori. Il successo di Coliandro sembra ancora basarsi su almeno tre elementi: la simpatia di Giampaolo Morelli, il protagonista, un ispettore apparentemente sfigato e perdente e i cui comportamenti non sono mai o quasi mai in sintonia con le regole di un mondo così perbenista e buonista come quello della televisione italiana. La lucida scrittura gialla di Carlo Lucarelli e la regia dei Manetti Bros., che sempre più si distanzia dalle logiche tendenzialmente tradizionaliste della nostra televisione e utilizzando uno stile cinematografico, è portata a sottolineare con caratteristiche quasi da fumetto i personaggi.

Ma il successo di Coliandro pone necessariamente alla televisione pubblica alcuni elementi di riflessione: il primo di questi concerne l’errore strategico fatto negli ultimi anni di non produrre più fiction per Rai 2.

Nel passato Rai 2 è stata la rete per la quale sono stati pensati dei prodotti che una volta testati con successo sono stati esportati con un successo ancora maggiore sulla rete ammiraglia: due nomi per tutti Il maresciallo Rocca e Montalbano.

Essendo infatti Rai 2 una rete rivolta a un pubblico giovane e perimetrato nei numeri offre la possibilità di testare dei prodotti più innovativi, in particolare per quanto concerne la fiction “sperimentare ” delle serie che possono presentare dei rischi sia in termini editoriali che produttivi che quindi di ascolto ma che, nello stesso tempo, possono avere anche delle grandi prospettive di futuro e, in questa chiave, Coliandro docet.

Quella serie che 10 anni fa quando apparve fu assolutamente innovativa e fece storcere molti nasi ai benpensanti di allora oggi appare una serie moderna in linea con le esigenze di una televisione nazional-popolare ma, nello stesso tempo, non necessariamente dedicata ad un pubblico anziano o conservatore nei gusti e nell’approccio culturale.

Il successo di Coliandro dopo tanti anni deve fare riflettere la televisione pubblica sull’opportunità di avere in Rai 2 un canale che distribuisca una fiction realmente innovativa, una fiction che sia in linea e in sintonia con la fiction moderna che gli altri paesi producono e che, nello stesso tempo, possa dare la possibilità di svecchiare quel pubblico di Rai1 che sicuramente fornisce grandi numeri in termini di ascolti ma che, proprio per le sue caratteristiche di target, non dà grandi prospettive sia per uno sviluppo futuro che per gli investimenti pubblicitari.

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