Nell’articolato e variegato mondo della televisione italiana un nuovo convitato si appresta a prendere posto a tavola. Al numero 9 dei telecomandi di milioni e milioni di famiglie italiane d’ora in poi quando decideranno di premere quel numero per vedere Discovery Channel, non troveranno più un canale esclusivamente virato a raccontare e descrivere le meraviglie dell’attraversare i 5 continenti, dello scoprire la scienza e le stranezze di quanti, uomini, animali, insetti, abitano questa nostra terra, ma avranno una nuova, si spera originale, rete generalista.
La nascita di Discovery come rete generalista, annunciata di fatto nei giorni scorsi con l’accordo che sigla il passaggio di star come Crozza, Volo, Saviano, Cannavacciuolo ed altri da La7, Rai e Sky, è un fatto non solo, ovviamente, di rilievo televisivo, produttivo, pubblicitario ed economico, ma è la scoperta che in Italia, unico paese al mondo, continuino a proliferare le televisioni generaliste a danno di televisioni specialistiche, di segmento o di target.
Addirittura anzi assistiamo alla anomala realtà di una televisione targettizzata che si trasforma in generalista.
Difficile andare a valutare le prospettive di questa scelta.
Probabilmente vi è la consapevolezza che l’apertura del mercato tv che si prospetta in Italia dopo più di 25 anni di immobilismo, e quindi il possibile impatto negativo che questo potrebbe avere su Rai e Mediaset, possa aprire spazi pubblicitari importanti. Cosi come può darsi che questo sia un Paese in cui ancora il bacino della televisione generalista sia in espansione, ma di questo sinceramente sono perplesso.
Quello che appare comunque anomalo è che da ora in poi nella nostra televisione il pubblico italiano avrà a disposizione un numero incredibilmente alto di televisioni generaliste.
La riflessione allora è non tanto sul perché e sulle prospettive di questa scelta, ma piuttosto cercare di vedere se a livello di qualità del prodotto queste scelte in tempi medio brevi saranno innovative prima e premianti in termini di ascolti e di immagine poi. Una sfida questa che merita attenzione e incoraggiamento.