A novembre 2024 gli americani dovranno—almeno così sembra per ora—decidere tra due candidati per la Presidenza degli Stati Uniti giudicati entrambi da maggioranze del Paese come non all’altezza dell’incarico.
Donald Trump è un uomo arrogante, volgare e visto da molti come sommamente inaffidabile: un balordo incapace di incarnare il senso di unità al vertice che il presidenzialismo americano richiede. Da Presidente dimostrò abilità—bisogna ammetterlo—in politica estera, forse perché gli interlocutori internazionali non di rado appartengono alla stessa risma e, tra balordi, ci si intende.
Joe Biden è una persona gradevole, capace però di cadere da una bici stando fermo, incapace di pronunciare frasi dal senso compiuto e dotato di capacità di giudizio non ottimali—come nel caso della disastrosa decisione sul precipitoso ritiro dei soldati americani dall’Afghanistan con cui inaugurò la sua presidenza. Non è un genio, la lunga carriera senatoriale antecedente la doveva perlopiù alla propria ‘inoffensività’ e l’elezione alla presidenza al fatto di non essere Donald Trump… Vive ora una senescenza preoccupante.
Entrambi sono fonte di grande imbarazzo per i propri partiti. Trump fu lungamente ‘Dem’ e passò, tardi, ai Repubblicani con lo spirito di chi sale su un pullman per semplice convenienza. Ora, oltre a essere personalmente inamovibile, l’ex presidente è anche l’artefice della distruzione del Partito Repubblicano, spaccato tra un ‘partito di Trump’ e la vecchia formazione dei nostalgici di Lincoln e di Reagan.
I Dem controllano, con Biden, la Presidenza, ma che possano tenersela contro un Trump che si rifiuta di scomparire è parecchio incerto. Ha fatto cilecca il tentativo di distruggere politicamente l’ex-Presidente con un’indagine sulle sue responsabilità in relazione all’assalto a Capitol Hill avvenuto a gennaio del ’21, quando Biden fu dichiarato vincitore delle ultime presidenziali. L’unica speranza procedurale rimasta per escludere ‘il Donald’ dal prossimo appuntamento elettorale è quella di riuscire a definire quegli eventi una ‘insurrezione’, un legalismo parecchio stiracchiato.
Il XIV emendamento della Costituzione Usa prevede che i responsabili per l’appunto di ‘insurrezione contro lo Stato’ non possano occupare importanti ruoli nazionali. Fu introdotto per escludere dal potere i ribelli ‘Sudisti’ della Guerra Civile che divise il Paese tra il 1861 e il 1865, causando oltre 800 mila morti. La pretesa ‘insurrezione’ del 2021 ha prodotto una sola vittima, una manifestante morta per infarto.
Che fare allora da parte Dem? Molti pensano che ‘Joe’ debba cedere il passo a un candidato fresco, ma lui da quell’orecchio non ci sente. È in corso una strana campagna per farglielo capire. La mossa più interessante è quella compiuta recentemente dal Washington Post—il più ‘Dem’ tra i grandi giornali americani—con la pubblicazione di un elenco de ‘I dieci peggiori errori di Joe Biden nel 2022’.
La popolazione americana supera i 330 milioni di persone. Tra Trump e Biden non riescono davvero a trovare di meglio?