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Scandalo Horizon, l’ex capo delle Poste inglesi in lacrime: “Nessuno cospirazione contro i dipendenti, bug del sistema”

La ex amministratrice delegata di Post Office, Paula Vennells, si è scusata in lacrime davanti alla commissione d’inchiesta pubblica che sta facendo luce sul vasto scandalo del servizio postale britannico, riguardante le centinaia di impiegati (i postmaster in inglese) puniti ingiustamente tra il 1999 e il 2015 dall’azienda per furti di denaro e frode sulla base di sospetti fatti emergere da un sistema informatico rivelatosi difettoso chiamato Horizon.

Vennells, 65 anni, rimasta alla guida di Post Office dal 2012 al 2019, ha espresso il suo “profondo dolore” per i dipendenti coinvolti nella vicenda – in particolare per chi è arrivato a togliersi la vita dopo l’ingiustizia subita – e ha ammesso che lei e altri al vertice dell’azienda commisero molti errori, non vedendo e non sentendo quanto stava accadendo. L’ex boss lo scorso gennaio aveva annunciato la restituzione del prestigioso titolo onorifico di commendatore dell’Ordine dell’impero britannico (Cbe), ricevuto nel 2019 proprio per i servizi resi in qualità di dirigente dell’azienda e per il suo impegno nel volontariato.

Sempre all’inizio dell’anno, il premier conservatore Rishi Sunak aveva avviato l’iter per riabilitare in tempi molto rapidi le centinaia di impiegati delle Poste condannati ingiustamente e un piano di indennizzi su vasta scala.

Post Office: la storia dello scandalo Horizon

Definito il più grave errore giudiziario nella storia del Regno Unito, è la storia di moltissimi postini britannici che hanno perso il lavoro (e ingenti quantità di denaro, nonché la reputazione) a causa di un bug nel software informatico tutt’ora in uso al Post Office, le poste nazionali inglesi.

Lo scandalo Horizon (dal nome del software incriminato) si riferisce ad una serie di processi avviati tra il 1999 ed il 2015 contro centinaia di direttori e operatori di filiali postali accusati ingiustamente di aver sottratto denaro alle loro attività. Come ha riportato ad inizio anno il quotidiano Guardian, le accuse hanno colpito circa 3.500 dipendenti, e oltre 700 sono stati effettivamente condannati in sede penale, nonostante fin dal 2010 fosse evidente che il sistema centralizzato su cui veniva registrata la contabilità era difettoso.

Così, questi operatori, pur senza aver commesso alcun reato, si sono ritrovati con la fedina penale sporca e hanno dovuto scontare varie pene, dai lavori socialmente utili al carcere. Le condanne hanno causato difficoltà economiche per molti di loro, e in alcuni casi addirittura la bancarotta. Lo stress legato allo scandalo Horizon è inoltre collegato ad almeno quattro suicidi di ex dipendenti.

Il Post Office britannico ha per legge la facoltà di indagare e intentare processi interni senza dover coinvolgere la polizia. E per anni ha opposto un muro d’indifferenza alle notizie che evidenziavano diversi problemi di Horizon IT, sviluppato dalla società giapponese Fujitsu, ricorrendo anche ai mezzi legali contro quelle che definiva come diffamazioni.

Finché, nel 2019, una corte superiore ha dato ragione ad un gruppo di operatori postali annullando le loro condanne e riconoscendo invece la “colpevolezza” del sistema Horizon. La sentenza, di portata storica, è stata confermata in appello nel 2021 e ha aperto la strada ai risarcimenti pecuniari alle vittime di questo macroscopico errore giudiziario. Il mese scorso, altre 93 condanne sono state annullate.

Oltre 130 milioni di sterline di risarcimento

Nel corso degli anni sono stati erogati oltre 130 milioni di sterline nel complesso a titolo di risarcimento per circa 2.500 dipendenti, anche se il Post Office è stato accusato di aver colpevolmente ritardato i pagamenti. Decine di vittime sono infatti decedute prima di ottenere il risarcimento che spettava loro.

E gli errori non finiscono qui: mentre sono state addebitate delle tasse sui risarcimenti versati, i capi dell’azienda che hanno gestito l’inchiesta Horizon hanno ricevuto 1,6 milioni in bonus. Inoltre, nonostante i ministri responsabili avessero promesso lo scorso settembre che ogni dipendente che avesse ottenuto l’annullamento della condanna avrebbe ricevuto 600mila sterline di risarcimento, a dicembre è emerso che il Post Office ha sostanzialmente dimezzato l’importo originariamente destinato ai risarcimenti poiché il numero di ricorsi presentati, e soprattutto quelli vinti, è stato inferiore al previsto. Infine, da alcuni documenti esaminati nelle indagini pare addirittura che i procuratori delle poste classificassero i direttori delle filiali in base all’e’tnia, utilizzando offese razziste nei confronti dei dipendenti di colore.

Nonostante questi sviluppi, comunque, ad oggi il Post Office utilizza ancora il software Horizon, ed ha pure chiesto al governo un finanziamento da 252 milioni per rimanere a galla, all’interno del quale c’è una somma destinata a sostenere i costi di aggiornamento del sistema informatico.

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