Ha ripreso quota negli ultimi giorni l’ipotesi secondo cui Telecom Italia potrebbe cedere la controllata Sparkle in cambio di Metroweb. Rispetto alle notizie circolate nelle scorse settimane, i nuovi rumors indicano la volontà di Telecom Italia di cedere il 100% dell’asset, che il Governo considera strategico dato che la sua rete globale di circa 500mila km di cavi sottomarini in fibra ottica collega Europa, Medioriente, India, Sudest Asiatico e Australia.
Nonostante il mancato accordo sulla valutazione dell’asset, Sparkle, a quanto pare, continua a essere considerato l’ago della bilancia nella gara tra Enel e Telecom per la conquista di Metroweb.
Per gli analisti di Icbpi “…sotto il profilo strategico lo scambio Metroweb-Sparkle avrebbe senso perché’ eviterebbe il rafforzamento del progetto di Enel Open Fiber che rappresenta una potenziale minaccia per il presidio del mercato domestico da parte di Telecom Italia”.
Enel, in realtà, ha presentato un’offerta leggermente inferiore rispetto a quella presentata da Telecom: tra le due ci sarebbe uno scarto di circa 10 milioni di euro.
Ma il nodo, per quanto riguarda Sparkle, resta la valutazione dato che Telecom ha valutato Metroweb 15 volte l’Ebitda e vorrebbe fosse applicato un multiplo simile anche alla sua controllata. Ma i due azionisti di Metroweb – il fondo F2i e la CDP – difficilmente sarebbero disposti a sganciare i 3 miliardi che ne risulterebbero.
L’accordo potrebbe essere trovato a un multiplo di 11-12 volte l’Ebitda: a questo punto, con una valutazione di 2,2 miliardi per Sparkle e la contestuale approvazione dell’offerta da circa 820 milioni di Telecom per Metroweb, l’esborso di F2i e CDP si dimezzerebbe e sotto l’ombrello del Governo arriverebbe un asset molto pregiato e delicato.
La rete internazionale di Sparkle è un‘infrastruttura globale – attiva in 37 paesi – basata su backbone regionali proprietari, realizzata attraverso l’acquisto di fibra spenta, in Europa, nel bacino del Mediterraneo e in Sud America, sulla partecipazione in numerosi consorzi di cavi sottomarini e su affitto di capacità negli Usa, sull’Atlantico, Indiano e sul Pacifico.
Il gruppo ha chiuso il 2015 con ricavi pari a 1,3 miliardi, in aumento di 70 milioni rispetto al 2014 (+5,6%).
La proposta di Telecom Italia, è da dire, scadeva nel fine settimana ma dovrebbe essere comunque valutata dalla CDP nel cda di mercoledì. Nella stessa giornata, si svolgerà l’assemblea degli azionisti di Telecom Italia mentre nei giorni successivi dovrebbe riunirsi il board di F2i.
Per gli analisti di Mediobanca Securities, avrebbero in teoria le stesse possibilità di assicurarsi il controllo di Metroweb, almeno guardando alle valutazioni. La differenza principale, stando alle ricostruzioni di stampa, è che Telecom lascerebbe aperte più porte agli azionisti Metroweb: uscire completamente dalla società, restare con una quota di minoranza in una joint venture (come proporrebbe anche Enel) o uno scambio di asset.
Il vantaggio di Telecom è che la società dispone già di una copertura in fibra ottica di oltre mille comuni – pari al 45% della popolazione – e punta ad arrivare all’80% entro il 2018.
Enel parte invece da zero e sul suo cammino –spiegano gli analisti di Mediobanca – potrebbero esserci “diverse incognite sia di esecuzione, realizzazione, regolamentazione”.
La soluzione migliore sarebbe quindi che “governo e incumbent lavorassero insieme allo sviluppo di una rete in fibra e che Enel fosse coinvolta nel progetto”.