Satelliti e geopolitica
I satelliti sono e saranno sempre più elementi strategici nel confronto geopolitico tra nazioni e schieramenti globali. Lo abbiamo visto in Ucraina e lo stiamo vedendo nel conflitto tra Hamas e Israele in Palestina. Poco più di 48 ore fa Tel Aviv ha respinto al mittente, Elon Musk, l’offerta ai palestinesi del sistema Starlink per garantire connettività stabile alle organizzazioni non governative e tutte le associazioni umanitarie al lavoro in queste ore drammatiche nella striscia di Gaza.
Il pericolo che la costellazione di satelliti sia sfruttata dai miliziani di Hamas contro obiettivi israeliani è troppo forte, secondo quanto affermato dal ministro israeliano per le Comunicazioni, Shlomo Karhi, e riportato dal Sole 24 Ore.
La centralità di questa tecnologia nei nuovi assetti geopolitici mondiali non è certo una novità nel panorama internazionale, conferma l’abbiamo avuta anche nella guerra in Ucraina, ancora in corso, dove le connessioni satellitari, il telerilevamento e il controllo delle telecomunicazioni giocano un ruolo chiave nelle sorti del conflitto.
Russia e Iran, Israele ed Emirati Arabi Uniti: il Medio Oriente nella space economy
Proprio la Russia, secondo la locale agenzia di stampa TASS, avrebbe concordato con l’Iran un programma di lavoro sui satelliti.
Secondo un lungo articolo di Matteo Olivari per l’ISPI online, le attività spaziali si stanno espandendo a livello globale, con un numero record di Paesi e di attori commerciali oggi coinvolti in investimenti in programmi spaziali. Mai prima d’ora la space economy ha attirato tanto interesse, con satelliti in orbita registrati in oltre 80 nazioni e il Medio Oriente è entrato a pieno in questo settore.
Nell’autunno del 2021, in occasione della 72esima edizione dell’International Astronautical Congress, il Ministro israeliano della Scienza, Tecnologia e Spazio, Orit Farkash, e la Presidente dell’Agenzia Spaziale degli Emirati Arabi Uniti, nonché Ministro di Stato per le Tecnologie Avanzate, Sarah Al Amiri, hanno firmato un accordo-quadro di cooperazione tra i rispettivi Paesi nel settore spaziale.
Sempre più aspetti della vita “terrestre” si basano oggi su segnali e dati satellitari, stimolando nuovi investimenti economici spesso lontani dagli investimenti tradizionali in infrastrutture spaziali.
L’Iran chiede aiuto a Mosca per accelerare la realizzazione dei propri satelliti
Mosca potrebbe aiutare Teheran nella realizzazione della sua prima costellazione di dieci satelliti da far stazionare in orbita bassa, che sarà chiamata “Generale Soleimani” (dal nome del generale Qassem Soleimani, storico comandante delle Guardie iraniane della Rivoluzione e delle Quds Force, morto nel raid americano all’aeroporto di Baghdad nel 2020).
Secondo l’agenzia di stampa Mehr, si tratterebbe in particolare di progettare e costruire il nuovo satellite Khayyam-2 (il primo è stato lanciato nell’agosto 2022) e di arrivare al lancio della costellazione entro i prossimi due anni.
Questo si aggiungerà ad una serie di piccoli satelliti geostazionari, ad uno per i telerilevamenti radar e ad un altro per le telecomunicazioni, il Nahid-3.
La costellazione Soleimani dovrebbe essere inviata nello spazio tramite il lanciatore “Sarir” attualmente in fase di sviluppo, ha spiegato Hassan Salarieh, capo dell’Agenzia spaziale iraniana.
Il ministro iraniano per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Issa Zarepour, ha dichiarato la scorsa settimana che l’Iran sta lavorando per inviare esseri umani nello spazio nel corso dei prossimi cinque anni.
Per l’industria aerospaziale russa una boccata d’ossigeno, ma gli USA e i partner occidentali sono in allarme
L’Iran, che dal 1959 è uno dei 24 membri fondatori della Commissione delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (COPUOS), ha presentato il suo programma spaziale nel 2004. Il lancio dei suo i satelliti fa parte di un più ampio programma di sviluppo di soluzioni di telecomunicazione satellitare, in particolare per l’internet delle cose, ad uso civile e commerciale.
Gli Stati Uniti e i loro alleati, tra cui l’Italia ovviamente, non vedono di buon occhio questa cosa. L’allarme lanciato da Washington è chiaro e diretto: non ci fidiamo dei satelliti iraniani, potrebbero essere sfruttati per supportare azioni militari ai danni dei Paesi alleati degli Stati Uniti o per colpire obiettivi sensibili occidentali in diverse regioni.
Proprio di questi giorni la notizia che i satelliti iraniani Noor II e III sono in orbita sopra l’India, a quasi 500 km di altezza, con funzionalità di telerilevamento ad alta definizione, sia per missioni militari, sia per la risposta rapida a disastri naturali.
Per la Russia, invece, un’occasione per rilanciare la propria industria aerospaziale (a caccia di clienti), soprattutto dopo le sanzioni imposte dai Pesi NATO a Mosca a seguito dell’invasione dell’Ucraina e della guerra che ne è seguita, ma anche per rafforzare la sempre meno ipotetica e più concreta coalizione asiatica.