Satelliti Leo per potenziare la connettività IoT
Aumenta costantemente il numero di costellazioni di satelliti in grado di garantire connettività a dispositivi Internet of Things (IoT) a livello globale. Secondo nuove stime diffuse da Juniper Research, entro il 2029 il numero di satelliti in orbita dedicato alla connettività IoT passerà dai 10.000 attesi entro il 2024 agli oltre 24.000 di fine periodo.
Si tratta di un incremento del 150% e il 98% di questi satelliti sarà destinato alla bassa orbita terrestre (low earth orbit, o Leo) entro i prossimi cinque anni.
Per andare incontro alla domanda di questi satelliti IoT, che è destinata ad aumentare sensibilmente nel giro di pochi anni, gli studiosi propongono di sviluppare un modello che sia in grado di combinare la bassa latenza, l’elevata produttività dei satelliti Leo e l’ampia copertura geografica dei satelliti Geo (geostationary earth orbit) in un singolo servizio.
Questo perché l’IoT ha un ampio spettro di applicazioni e i provider di questa tecnologia hanno la necessità di soddisfare diverse esigenze tecniche, come le connessioni “data-intensive” e Lpwa (Low power wide area).
Il progetto italiano PiCO-IoT
In Italia, ad esempio, è dal 2023 operativo il progetto PiCO-IoT (Picosatellite Costellation for Internet of Things data retrieval) realizzato da Apogeo Space e finanziato con 262mila euro dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
A novembre dell’anno scoro è stato rilasciato il primo lotto di nove satelliti PiCO-IoT tramite il vettore Falcon 9 di SpaceX.
La costellazione garantirà il recupero di dati da dispositivi IoT in ogni punto del globo, con attese massime di 30 minuti.
Si compone di satelliti grandi all’incirca con un libro tascabile (10x10x3 centimetri), che arriveranno a 100 entro il 2027.
Secondo quanto riportato dal Sole 24Ore, l’ultimo lancio c’è stato a marzo 2024, in collaborazione con la californiana Momentus.
I vantaggi dei PiCO satelliti IoT
Dopodiché, sono previsti lanci ogni 3-4 mesi, ciascuno composto da nove satelliti. Questi lanci accelereranno la frequenza del revisit time, il tempo trascorso tra le osservazioni dello stesso punto sulla Terra da parte di un satellite, migliorando la qualità e l’efficacia del servizio.
Una soluzione che permetterà di raccogliere, in modo rapido ed economico, dati da sensori o dispositivi che possono essere distribuiti in ogni punto del pianeta, anche quelli più impervi, per offrire crescenti vantaggi a settori come l’agricoltura o il monitoraggio dell’ambiente.