La riforma

Sanità e AI, Schillaci: ‘In arrivo una piattaforma nazionale per tagliare le liste d’attesa’

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La piattaforma di monitoraggio delle liste d'attesa affidata all'Agenas. Prevista l'istituzione di un Cup unico per un’agenda di prenotazione che metterà insieme tutte le prestazioni disponibili sia nel pubblico sia nel privato convenzionato.

Un decreto legge con “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie” (che entrerà in vigore entro 60 giorni) e un disegno di legge con “misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie” (che entrerà in vigore dal primo gennaio 2025). Sono questi i due provvedimenti sulla sanità all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. Nel frattempo il ministro della Salute Orazio Schillaci ha già anticipato ieri a Cinque Minuti, la striscia televisiva di Bruno Vespa (che di fatto gestisce sempre in tivù la cosiddetta terza Camera), i punti salienti della riforma sanitaria, a partire dalle misure contro le liste d’attesa.

Le opposizioni hanno parlato di un “decretino” a carattere elettorale che in realtà non risolve i problemi perché privo di coperture.

In Italia non esiste un sistema centralizzato di raccolta dei dati sulle liste di attesa, le informazioni sono frammentate e incomplete, rileva uno studio della Bocconi del 2022.

Il decreto legge sulle liste d’attesa è articolato in 7 articoli, ha detto Schillaci, il primo dei quali è l’istituzione della Piattaforma nazionale liste d’attesa presso l’Agenas, un “provvedimento fondamentale perché finora non esisteva un monitoraggio delle liste d’attesa per regione e prestazione”, ha detto il ministro.

Cup unico per le prenotazioni

“Da subito dopo il Cdm ci sarà un’agenda unica, per cui il cittadino telefona se ha bisogno di una prestazione sanitaria e l’operatore dovrà dire se quella prestazione è disponibile nel pubblico o nel privato convenzionato”, ha detto il ministro Schillaci. Una sorta di Cup nazionale unico dove poter avere informazioni precise su tempi d’attesa e disponibilità di prestazioni nel pubblico e nel privato convenzionato.

Ci sarà quindi, finalmente, un’agenda unica di prenotazione che metterà insieme tutte le prestazioni disponibili sia nel pubblico sia nel privato convenzionato. Un quadro che di fatto dovrebbe essere già disponibile, anche se non è così. Dipende da regione e regione.

Tra l’altro, non mancano nemmeno i dubbi da parte delle Regioni. In attesa di conoscere nel dettaglio i contenuti del Decreto e del Disegno di legge, alcune regioni, fra cui l’Emilia Romagna, hanno sollevato qualche perplessità in particolare per quanto riguarda le coperture.

Ci sono dei fondi extra per finanziare le riforme richieste?  Per ora sono poche e nel decreto non se ne parla affatto.

Misure contro le prestazioni intra moenia

Tanto più che il ministro Schillaci ha detto chiaramente che nel decreto sono previste misure per limitare il fenomeno debordante delle prestazioni intra moenia. “Non sarà possibile in una struttura pubblica effettuare più prestazioni intra moenia di quelle pubbliche erogate dal sistema pubblico sanitario”, ha detto Schillaci, che ha aggiunto come in alcune strutture pubbliche siano stati riscontrati 90 prestazioni intra moenia a fronte di 9 pubbliche. Un dato clamoroso da fronteggiare anche con l’apertura a visite ed esami disponibili anche nel weekend, come previsto fra le novità del decreto.

Liste d’attesa, sistema di monitoraggio in mano all’Agenas

Ma come ricostruire le liste d’attesa? “Da subito implementeremo nel decreto legge un sistema di monitoraggio (affidato all’Agenas ndr), una progettazione nazionale – ha detto Schillaci – una piattaforma unica in cui si sappia, Regione per regione, quali prestazioni mancano per poter intervenire. Se non sappiamo dove sono i dati, e per ora non lo sappiamo, è anche difficile intervenire tempestivamente”.  Questo processo prevede che i privati convenzionati mettano a fattor comune i dati sulle prestazioni che hanno disponibili in una agenda pubblica, che per trasparenza metterà insieme le prestazioni private e pubbliche disponibili. “Se non lo faranno (spesso sono restie) perderanno l’accreditamento”, dice Schillaci, aggiungendo che nei piani c’è anche la riduzione dell’aliquota fiscale dal 43% al 15% per le prestazioni straordinarie del personale sanitario.

“C’e’ qualche decreto che il ministero dovrà attuare ma siamo assolutamente convinti che in brevissimo cio’ che e’ contenuto nel decreto legge possa essere applicato su tutto il territorio nazionale”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della conferenza stampa sul cosiddetto dl liste d’attesa dopo il Cdm odierno.

“Sono molto soddisfatto perché credo che oggi abbiamo messo due punti fondamentali. Il primo per i cittadini che finalmente potranno avere le prestazioni di cui necessitano nei tempi giusti e a carico del Servizio sanitario nazionale, poi per l’abolizione del tetto di spesa per il personale, così le Regioni potranno assumere più medici e operatori sanitari. Un risultato ottenuto da tutto il Governo e ringrazio il primo ministro per la grande sensibilità che ha dimostrato su questo argomento”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della conferenza stampa dopo il via libera del Cdm al Dl anti-liste d’attesa, rispondendo a una domanda sul risultato ottenuto.

Sanità: in decreto liste attesa infrastruttura nazionale AI

C’è anche un capitolo dedicato all’istituzione di una “infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale” nel decreto legge sulle liste d’attesa, secondo l’ultima bozza circolata. Il Dl è all’ordine del giorno del Cdm di oggi e all’articolo 7 entra nel merito della progettazione e realizzazione dell’infrastruttura, che spetta ad Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Il sistema, secondo le intenzioni del provvedimento, eroga servizi di supporto per la gestione delle liste di attesa in varie modalità: ai cittadini per l’accesso ai servizi sanitari; ai professionisti sanitari per la presa in carico della popolazione assistita; ai medici nella pratica clinica quotidiana con suggerimenti non vincolanti; alle strutture sanitarie per la gestione e organizzazione ottimale delle prenotazioni e delle agende in relazione ai fabbisogni.

Questa norma viene intesa, secondo la bozza, come la base giuridica per far partire il supporto dell’intelligenza artificiale alla piattaforma di telemedicina, alla medicina convenzionata (medici di famiglia) per migliorare l’appropriatezza prescrittiva (ad esempio dei medici di famiglia) e l’efficientamento delle liste d’attesa. Secondo il testo, Agenas è titolare del trattamento dei dati personali e, previo parere del ministero della Salute e della Garante della privacy, con proprio provvedimento specifica i tipi di dati trattati e le operazioni eseguite all’interno dell’infrastruttura garantendo il livello di sicurezza necessario e in coerenza con le disposizioni del Regolamento Ue sulla privacy. Questo capitolo del decreto non prevede oneri finanziari aggiuntivi.

Sanità: liste attesa, su ricorso a intramoenia e privati decreto ad hoc entro 60 giorni

“Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende” sanitarie “garantiscono al cittadino la prestazione in intramoenia o attraverso il privato accreditato. Le modalità sono definite con decreto del ministro delle Salute da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto”. E’ quanto si legge nell’ultima bozza circolata del decreto legge sulle liste d’attesa, tema all’ordine del giorno del Cdm di oggi. Questo è uno degli aspetti che verranno poi definiti con provvedimenti ad hoc.

In totale 7 articoli declinano le materie toccate nel decreto legge. E, secondo la bozza, si specifica già (all’articolo 4) che per evitare abusi dell’attività in intramoenia, a scapito dell’attività istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d’attesa, si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria. “Il direttore generale avrà il compito di verificare il rispetto di questa disposizione e in caso di violazione può assumere misure fino alla sospensione del diritto all’attività libero professionale”.

All’articolo 6 ci sarebbe un passaggio che prevede l’aumento per gli anni 2025 e 2026 della quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024. Inoltre, le risorse già stanziate per il 2024 sarebbero prioritariamente destinate alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali, erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso ed afferenti alle reti cliniche tempo-dipendenti, conseguenti all’accesso in pronto soccorso, con codice di priorità rosso o arancio.

Sanità: liste attesa, in schema Ddl +20% tariffa oraria per prestazioni aggiuntive

Aumento della tariffa oraria del 20% delle prestazioni aggiuntive e decontribuzione fiscale con tassazione separata ad aliquota fissa del 15%. E’ una delle misure economiche dedicate al personale sanitario che si punta ad introdurre con un Ddl contenente misure di garanzia sui tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie per la riduzione delle liste d’attesa. E’ quanto emerge dalle ultime bozze circolate, in cui si parla anche di ‘indennità di disagio’, riferendosi alla possibilità per le Regioni di destinare risorse aggiuntive per la contrattazione collettiva integrativa privilegiando le specialità mediche più carenti o con condizioni di lavoro più disagiate.

Nello schema del Ddl si prevede anche che si possa ricorrere agli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d’attesa, e per questo l’idea è di disporre uno stanziamento di 100 milioni per aumentare a 100 euro la tariffa oraria per la prestazione dello specialista. Infine si alzerebbero fino a 10 ore settimanali le quote degli incarichi libero professionali per gli specializzandi.

Un’altra misura che si vorrebbe introdurre con il Ddl punta a frenare il fenomeno del ricorso ai gettonisti: si tratta della possibilità per le aziende di assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo.

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