C’è un buco tra Immuni e molte Asl, da Nord a Sud.
In Veneto: “Mai avviata nelle Asl procedura per ‘sbloccare’ il codice dell’app”
“Mi dispiace, non siamo in grado di inserire il suo codice nel database. L’app Immuni non è attiva al momento in Veneto”. Così ha risposto un operatore sanitario a un cittadino del Padovano positivo al Covid-19, che aveva intenzione di ricevere il codice dall’Asl di riferimento per comunicare la sua positività, in forma anonima, a tutte le persone con cui era venuto a contatto i 14 giorni precedenti e per più di 15 minuti. Questo è lo scopo di Immuni, ma in molti casi è solo teorico.
In Liguria: “Immuni? non sappiamo cosa bisogna farne”
In Liguria, Ferruccio Sansa, l’ex candidato presidente della Regione Liguria racconta la stessa esperienza e denuncia le disfunzioni del sistema sanitario con Immuni.
“Abbiamo chiesto se possiamo comunicare i dati di Immuni visto che abbiamo scaricato la app tutti (genitori e figli). Risposta: Immuni? non sappiamo cosa bisogna farne. Da allora comincia il vuoto. La Asl scompare. Non richiama più”, ha raccontato.
In Basilicata: “l’Asl di Matera non conosceva la procedura per autorizzare l’invio del codice tramite l’app“
In Basilica è un lettore di Key4biz a dire cosa non ha funzionato.
“Alcuni miei amici in quarantena hanno chiamato il numero verde di Immuni, ma gli operatori del call center non erano autorizzati ad ‘aprire il codice’. Sono stati costretti a chiamare il call center perché l’Asl di Matera non conosceva la procedura per autorizzare l’invio del codice tramite l’app. I miei amici hanno insistito e dopo 3 giorni l’operatore dell’ Asl finalmente è stato formato su come autorizzare loro a comunicare la positività”.
Tre storie di sanità digitale inefficiente
Ma di chi sono le responsabilità?
- Immuni e abbandonati: il governo usa la app per scaricare ogni responsabilità sui cittadini, “è un imperativo morale scaricarla” ha detto il premier Giuseppe Conte, e poi Governo, Regioni e Asl non sono in grado di attivare la formazione degli operatori sanitari e implementare le procedure necessarie al funzionamento di Immuni?
“Bisogna lavorare ancora di più per colmare tutti i gap”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza.
La Regione Veneto è subito corsa ai ripari e ha fatto sapere che nei prossimi giorni “la piattaforma informatica che mette in relazione i soggetti positivi, che usano Immuni, con gli eventuali contatti sarà pronta”.
Vedremo. Ma non si può immettere sulla strada un veicolo senza prima realizzare le strade. Non si può scaricare la responsabilità sui cittadini con il messaggio implicito “se non scaricate Immuni, contribuite alla diffusione del virus” e poi sul versante sanitario c’è l’impreparazione. Questo causa perdita di fiducia dei cittadini verso lo Stato e verso Immuni: è il governo e le Regioni che stanno facendo l’autogol con l’app di contact tracing.
La ricetta via sms, la sanità digitale che funziona
Segnaliamo anche una novità positiva nella sanità digitale. Le ricette via SMS sono sempre più usate. Non è necessario andare di persona dal medico di base o in ospedale per farsi prescrivere un farmaco o una visita specialistica.
“Le invio così le ricette, anche via SMS”, ci racconta Sergio Pillon, medico ospedaliero e coautore delle linee guida di indirizzo nazionale sulla telemedicina, “perché la Regione Lazio ha inserito nel portale regionale per la prescrizione elettronica anche l’opzione ‘invia SMS all’assistito”.
Basta poi comunicare questo codice, il Numero Ricetta Elettronica (NRE), e mostrare la Tessera Sanitaria in farmacia: così la ricetta medica diventa davvero digitale. Resta, invece, analogica, quella che viene inviata via email dal medico e poi stampata dal paziente.
Se la ricetta via email non arriva per diversi motivi, spesso va nella posta indesiderata, è disponibile nel Fascicolo sanitario elettronico. Ma anche su questo tema la nostra inchiesta ha mostrato che esiste una sanità digitale di Serie A e di Serie B.
Per approfondire: