Costa caro a Samsung il flop dei Galaxy Note 7. Per la precisione, in fumo è andato – insieme al dispositivo – il 30% dell’utile operativo. Tra luglio e settembre, il risultato è sceso a 4,2 miliardi di euro, contro i 5,9 miliardi dello stesso trimestre dello scorso anno.
Il blocco della distribuzione e poi il richiamo a livello mondiale del Galaxy Note 7 – considerato il concorrente più temibile dell’iPhone 7 – a causa di un difetto che potrebbe portare la batteria a incendiarsi o esplodere è stato sicuramente un duro colpo alla reputazione e ai conti del colosso coreano, principale produttore mondiale di smartphone.
Gli utili della divisione mobile, generalmente la più ricca, sono crollati del 96% a 100 milioni di won e i contraccolpi non finiranno qui, dato che la società ha detto che la crisi del Galaxy Note 7 peserà sui risultati almeno fino al primo trimestre del prossimo anno.
Nel corso della riunione con gli azionisti, il co-amministratore delegato JK Shin si è scusato per la debacle, sottolineando che gli ingegneri della società sono al lavoro su un’accurata revisione di ogni aspetto del dispositivo, dall’hardware al software e ai processi di fabbricazione per comprendere l’origine del problema del Galaxy Note 7.
La società ha quindi sottolineato che non si è registrata una massiccia fuga di clienti verso altri marchi (ricordiamo che anche Apple ha avuto un trimestre tutt’altro che facile), con volumi di vendita solo in leggero calo, grazie alla tenuta delle vendite di altri modelli come il Galaxy S7 e S7 Edge, in attesa del prossimo modello di punta, il Galaxy 8 che però non uscirà prima del prossimo febbraio.
A tenere bene sono stati anche gli altri comparti del colosso, come la divisione semiconduttori e quella che produce display. Quest’ultima, in particolare ha segnato un aumento dei profitti di oltre il 9%. Dopo diversi anni in cui la divisione mobile ha generato i tre quarti dei guadagni di Samsung, nell’ultimo trimestre semiconduttori e display hanno rappresentato l’84% dei profitti globali.
Nel frattempo, la società ha nominato Lee Jae-yong – unico figlio del presidente della società Lee Kun-hee – direttore esecutivo del board, consolidandone la posizione come leader della società.
Lee, 48 anni, laureato ad Harvard rappresenta la terza generazione della famiglia che ha fondato la società. ne prende il timone, però, proprio nel suo momento più difficile.