L’accelerazione del dossier sulla rete unica impressa dal Governo non lascia indifferente il sindacato, che vuole dire la sua su un’operazione attesa da tanto tempo, che pone diverse questioni che riguardano il lavoro e la tutela del perimetro occupazionale delle società coinvolte, che sono in prima istanza Tim e Open Fiber. E’ per questo che abbiamo sentito Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil.
Key4biz. Il Governo sta accelerando sul dossier rete unica. Che idea si è fatto al riguardo?
Salvo Ugliarolo. Il dossier rete unica è uno dei temi sul tavolo del Governo. Oggi, dopo la pandemia, il tema della rete è diventato ancor più strategico. A seguito del Covid-19 e dell’emergenza in cui si è data giustamente priorità alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, di fatto il Paese e la classe politica si sono resi conto dell’importanza della rete.
Key4biz. Cosa vuol dire?
Salvo Ugliarolo. La rete ha compensato l’obbligo di restare chiusi in casa in sicurezza, consentendo ai cittadini di rimanere dentro le mura domestiche in totale sicurezza rimanendo però connessi con il resto del mondo che restava fuori dall’abitazione. In questi mesi ci sono stati milioni di lavoratori che sono rimasti in casa a lavorare con una modalità di smart working o più correttamente di telelavoro, perché è stata l’emergenzialità a renderlo necessario. I bambini hanno continuato a studiare da casa, con tutte le difficoltà, questo perché il paese pur con tutti i problemi è rimasto connesso grazie alla rete. E così, col senno del poi, oggi tutti si stanno rendendo conto della reale importanza di connettere ancor di più il Paese perché noi abbiamo vissuto, tra virgolette, “la terza guerra mondiale” paradossalmente, ed è stato non tanto e per fortuna a causa di una guerra di armi, ma di una guerra batteriologica.
Key4biz. E’ per questo che la rete è entrata nell’agenda del Governo?
Salvo Ugliarolo. Sì. Ma noi lo diciamo da sempre: il progetto di realizzare una doppia rete è sbagliato. Ma non per attribuire la responsabilità ai lavoratori di Open Fiber o di Tim, ma perché in nessun altro paese si è mai fatta un’operazione per realizzare una doppia rete, con due soggetti che si fanno concorrenza. Oggi più che mai bisogna utilizzare al meglio le risorse economiche per investire, per cablare tutto il paese rispetto alle tre macro aree: bianche, grigie e nere per consentire ai cittadini, all’anziano e all’imprenditore di poter essere connesso con il resto del paese e con il resto del mondo. Per questo, va rafforzato il ragionamento che il sindacato sostiene da sempre, che è quello di dare la possibilità ad un player, che in Italia si chiama Tim, che è un operatore verticale, di poter avere l’opportunità di realizzare questo progetto, trovando il giusto equilibrio anche con gli altri operatori.
Key4biz. Quale dovrebbe essere secondo lei il rapporto fra Tim e Open Fiber in ottica rete unica?
Salvo Ugliarolo. Noi ribadiamo, così come se ne sta parlando in questi mesi in modo sempre più insistente, che Open Fiber debba essere coinvolta in un ragionamento societario con Tim, nel quale da un lato si dà la garanzia di investire e dall’altro per il sindacato va garantito tutto il perimetro occupazionale, compreso quello di Open Fiber.
Key4biz. Quale dovrebbe essere il ruolo dello Stato?
Salvo Ugliarolo. Lo Stato già si trova nell’azionariato di Open Fiber e in quello di Tim tramite Cdp e dovrebbe continuare ad accrescere la sua presenza per garantire quei corretti investimenti e quello sviluppo dell’infrastruttura garantendo dal suo interno quella vigilanza in modo tale che il percorso di cablaggio avvenga in modo corretto. Questo consentirebbe di avere i giusti investimenti, di non sprecare risorse nel realizzare due reti che non servono a nessuno.
Key4biz. Se ne parla da tempo ma non se n’è mai fatto nulla.
Salvo Ugliarolo. E’ vero, ma oggi abbiamo una grande opportunità dalla crisi che abbiamo vissuto. C’è un ingente quantitativo di miliardi di euro che arriveranno dall’Unione Europea, rispetto ad un modello solidaristico finalmente adottato dall’Europa e l’Italia dovrebbe essere il principale beneficiario di queste risorse. Risorse che sul versante della salute arriveranno dal Mes, mentre noi abbiamo l’opportunità di valorizzare questi fondi perché paradossalmente possiamo ridisegnare il Paese in modo diverso dal passato. Un paese diverso da quello che abbiamo trovato e realizzato negli ultimi 20 anni. Ma per fare questo ci vuole l’intelligenza e la capacità di ascolto di tutti i soggetti per ridisegnare un nuovo paese, che passa certamente da una politica industriale sensata, dalle telecomunicazioni, dalla rete e da tutte le infrastrutture: dalla rete aerea a quella dei trasporti, a quelle ferroviarie e autostradali. Noi non possiamo essere il paese che ha perso i punti mediani e cardini delle politiche industriali. Dobbiamo ridisegnare gli asset strategici del paese.
Key4biz. Uno di questi asset strategici, oltre alla banda ultralarga, è la rete 5G.
Salvo Ugliarolo. E’ così, ed è per questo che non possiamo fermarci e dare potere decisionale agli enti locali su un asset strategico come il 5G. Noi dobbiamo organizzare una commissione di lavoro, una commissione di scienziati ed esperti che, prendendo come riferimento anche quello che stanno facendo in altri paesi, che diffondano certezze scientifiche sulla comprovata sicurezza delle nuove reti che non sono una minaccia per la salute dei cittadini. Non possiamo permetterci di bloccare l’evoluzione tecnologica del paese soltanto perché il sindaco del comune decide che lì deve bloccare i lavori.
Key4biz. Il caso di Reggio Calabria è stato grave.
Salvo Ugliarolo. E’ così. Prendiamo come riferimento quello che stanno facendo le altre nazioni, discutiamone, prendiamo come riferimento gli studi scientifici comprovati a livello internazionale, e se come dicono gli esperti, non ci sono rischi per la salute, si proceda. Lo Stato si faccia garante di continuare a consentire gli investimenti delle imprese che vogliono puntare sul 5G. In caso contrario, rischiamo di rimanere indietro rispetto agli altri paesi e questo significa anche portare chi vuole venire a investire in Italia a dirottare potenziali investimenti altrove. Questo perché il nostro paese paga già lo scotto di una burocrazia bizantina e della difficoltà di investire.
Key4biz. Torniamo al progetto di rete unica. Lei ha parlato di Tim come operatore verticale. Ma quale sarebbe secondo lei il modello concreto per realizzare la società della rete unica? Tim dovrebbe mantenere la maggioranza della nuova entità? Il Parlamento ha già votato per il modello Wholesale only.
Salvo Ugliarolo. Io sono dell’idea che Tim sia il soggetto che ha tutto quello che serve per continuare, insieme con lo Stato, a sviluppare l’infrastruttura per il Paese. Poi se si deve trovare una soluzione per aggregare anche altri soggetti sicuramente il sindacato confederale non si sottrae. L’importante è che non si perda più tempo in disquisizioni, in beghe, litigi, richieste di risarcimento danni, in investimenti sbagliati perché questo non ce lo possiamo permettere.
Key4biz. Eppure è di pochi giorni fa l’indiscrezione di richieste incrociate di danni per 1,5 miliardi di euro fra Tim e Open Fiber.
Salvo Ugliarolo. E’ così, eppure Cdp è azionista di entrambe le società, con il 50% in Open Fiber e poco meno del 10% in Tim. Basta con queste liturgie sterili e inutili, basta con questi sperperi. Basta con politiche che non servono a nessuno. Un altro aspetto di cui non si parla è la necessità nell’ottica della rete unica di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali, perché quando la politica si intesta alcune dinamiche guarda alcune cose ma si dimentica di guardarne altre. E il sindacato confederale, la Uil, questo non lo può permettere. E non lo consentirà. La Uilcom, insieme alla Uil e alle altre categorie, è impegnata per trovare le giuste soluzioni e per sollecitare le istituzioni a tenere conto di tutti questi ragionamenti.
Key4biz. Quanti sono i dipendenti di Tim e quanti di questi lavorano sulla rete?
Salvo Ugliarolo. I dipendenti complessivi di Tim sono un po’ meno di 45mila. Soltanto a giugno sono uscite tramite politiche definite fra azienda e sindacato circa 2.700 persone, con uno sforzo importante dell’azienda di utilizzare l’articolo 4 della legge Fornero. Circa 20mila persone lavorano sulla rete.
Key4biz. Qual è la porzione della rete che secondo lei dovrebbe confluire nella società della rete unica? E’ la rete di accesso in rame e fibra, ribattezzata FiberCop, nella quale vorrebbe investire il fondo americano Kkr?
Salvo Ugliarolo. Kkr vorrebbe investire per mantenere vivo il discorso della rete in rame. Invece noi stiamo parlando di tutto il mondo della fibra. In questo senso, si può fare una jont venture, si può fare una NewCo al cui interno abbia un peso rilevante il contesto di Tim. Sono tante le opzioni sul perimetro della nuova società della rete. M c’è molta confusione al riguardo, perché ci possono essere diverse soluzioni sul perimetro della nuova società. Credo che debbano decidere i tecnici la soluzione migliore. Fatto sta che nel progetto Tim e Open Fiber, con il supporto del Governo, devono trovare una sinergia, perché è un delitto continuare a sperperare risorse.
Key4biz. Ad ogni modo, dal punto di vista del sindacato, va garantita la continuità occupazionale per chi lavora sulla rete.
Salvo Ugliarolo. Certamente, a partire dai circa mille dipendenti di Open Fiber. Qualsiasi sia il progetto che si andrà a delineare deve passare dalla difesa di tutto il perimetro occupazionale indistintamente da quale sarà il progetto finale e da come si realizzerà.
Key4biz. Bisognerà convincere Enel.
Salvo Ugliarolo. Enel non lo dice pubblicamente ma vuole da tempo uscire da Open Fiber dove è entrata per volontà di Renzi nel 2015. Oggi l’obiettivo di Enel è uscire realizzando il massimo, per accontentare il suo azionista, che è il Tesoro. E allora, anche qui il Governo la smetta di tergiversare. Non è possibile avere da un lato Open Fiber, azionista lo Stato con Cdp, e dall’altro Tim, azionista sempre lo Stato con Cdp, che si fanno causa a vicenda. Lo stesso vale per il Tesoro, azionista dell’Enel. In conclusione, cosa vogliamo fare? Continuare a tenere due reti? Farne morire una delle due? Non avrebbe senso. Visto che la rete di Open Fiber è in ordine di tempo la più piccola, unifichiamola a quella di Tim e realizziamo la rete unica di scopo nazionale in tutte le aree del paese.