Asia Orientale, nuovo test balistico nordcoreano mentre sale la tensione tra Usa e Cina
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – La Corea del Nord ha effettuato il lancio di un altro missile balistico nel mar del Giappone nella mattinata di oggi (martedi’), mentre torna a salire la tensione tra Stati Uniti e Cina in merito alla denuclearizzazione della Penisola coreana e agli equilibri nel Mar cinese meridionale. Stando allo stato maggiore della Difesa sudcoreana, Pyongyang ha effettuato il lancio alle 9.10, ora locale, dal sito di Banghyon, poco a nord della capitale. Il missile avrebbe compiuto un volo di 930 chilometri, per poi inabissarsi nel mar del Giappone, 37 minuti dopo il lancio. Stando al segretario di gabinetto del governo giapponese, Suga Yoshihide, il missile si e’ inabissato all’interno della zona economica esclusiva di Tokyo, come accaduto in quattro occasioni lo scorso anno. La Corea del Nord ha effettuato 13 test balistici dall’inizio dell’anno; non e’ la prima volta che Pyongyang sceglie di “celebrare” il 4 luglio, Giorno dell’indipendenza Usa, con un lancio missilistico: e’ gia’ avvenuto nel 2006 e nel 2009. Il test di stamattina, pero’, complica ulteriormente un quadro gia’ aggravato dagli ultimi scambi di avvertimenti tra Washington e Pyongyang. Nei giorni scorsi la Marina militare statunitense ha inviato navi al largo delle isole Paracel e Spratly, nel Mar cinese meridionale, principale teatro dei tentativi di espansionismo marittimo cinesi. Il presidente Usa Donald Trump, che per mesi ha tentato di convincere Pechino ad un’azione piu’ muscolare contro il programma nucleare del vicino nordcoreano, la settimana scorsa ha desistito, annunciando di essere pronto a procedere in solitaria, la Casa Bianca ha approvato di li’ a poco sanzioni a carico di quattro societa’ cinesi che fanno affari con la Corea del Nord. Lunedi’ il presidente Usa ha chiamato al telefono il suo omologo cinese, Xi Jinping, ribadendo che gli Usa sono pronti ad agire unilateralmente per arginare la minaccia dei programmi balistico e nucleare nordcoreano. Su Twitter, Trump e’ pero’ tornato ad auspicare che la Cina “agisca con forza sulla Corea del Nord per porre fine una volta per tutte a quest’assurdita’”. La risposta del presidente cinese, pero’, e’ stata tutt’altro che accomodante: Xi ha messo in guardia il suo omologo da una “svolta negativa” nelle relazioni tra i due paesi.
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Venezuela, l’opposizione brucia i tempi e convoca un referendum sulla Costituente
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – La battaglia per una volta e’ piu’ nelle aule e con le carte che in piazza, ma non per questo e’ meno serrata. L’opposizione venezuelana ha deciso di convocare in tempi record un referendum per chiedere al popolo se accetta la convocazione dell’Assemblea costituente cosi’ come voluto dal presidente Nicolas Maduro. Il dibattito per la redazione di una nuova Carta e’ nei piani del governo lo strumento utile a sedare le violente tensioni che si protraggono da quasi tre mesi. Le urne per eleggere i membri dell’Assemblea si apriranno il 30 luglio, ma l’intero procedimento e’ duramente contestato dalle opposizioni che per il 16 del mese – forti di una possibilita’ prevista dall’articolo 71 della Costituzione vigente – hanno convocato un referendum utile a decidere se procedere o meno. “Che sia il popolo a decidere se rifiuta o disconosce la Costituente convocata contro la Costituzione da Nicolas Maduro”, ha detto Julio Borges, presidente di un organo – il Parlamento – in cui le opposizioni hanno la maggioranza ma le cui decisioni, da tempo, non sono riconosciute dal governo. Perche’ possa essere convocato, il referendum deve essere richiesto dal Parlamento, ma il Consiglio elettorale nazionale, l’organo che generalmente si incarica del corretto svolgimento dei voti, non da’ il suo appoggio e per questo e’ ancora difficile capire come potra’ praticamente svolgersi la consultazione. Maria Corina Machado, una delle figure principali dello schieramento contrario a Maduro, ha spiegato che le organizzazioni che intendono aderire all’iniziativa istalleranno circa 1.600 seggi nel paese e oltre 110 all’estero. Ma l’Assemblea nazionale ha vissuto ieri un altro momento cruciale. La procuratrice generale Luisa Ortega Diaz, sempre piu’ in rottura con il governo, ha salutato i deputati riconoscendo al Parlamento quella dignita’ che il presidente nega da tempo. Oggi il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) si riunisce per decidere se rinviare o meno a giudizio la stessa Ortega, accusata da un deputato filo-governativo di non adempiere ai propri doveri costituzionali. Un appuntamento preparato da un susseguirsi di manovre e accuse incrociate. Agenti del tribunale contabile venezuelano hanno aperto una serie di verifiche sulla correttezza amministrativa della procura pubblica, con azioni che Ortega ha denunciato per la modalita’ “violenta” con cui venivano eseguite. Nelle stesse ore il Tsj respingeva la richiesta della procuratrice di procedere contro l’ex comandante della Guardia Nazionale, Antonio Benavdies, accusato di reati contro i diritti umani nella repressione dei cortei di protesta iniziati ad aprile. Ortega avrebbe risposto di li’ a poco con una richiesta di rogatoria internazionale agli Stati Uiti per il caso di due nipoti della “first lady”, Cilia Flores, processati negli Usa per accuse di narcotraffico.
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Usa, il New Jersey trova l’intesa sul bilancio ma e’ bufera sul governatore Christie
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – I legislatori del New Jersey e il governatore repubblicano di quello Stato Usa, Chris Christie, hanno risolto lo stallo sulla legge di bilancio che minacciava di tener chiusi i parchi naturali statali e sospendere tutti i servizi non essenziali proprio in occasione del Giorno dell’indipendenza, il 4 luglio. A innescare lo stallo legislativo era stato proprio Christie, che chiedeva per la sua amministratore maggiori margini di controllo sul piu’ importante assicuratore statale, Horizon Blue Cross Blue Shield, e il versamento da parte di quest’ultimo di 300 milioni di dollari dalle sue riserve nel bilancio dello Stato. il governatore aveva ottenuto l’approvazione di un provvedimento ad hoc da parte del Senato statale, ma la Camera si era opposta. La notizia dell’accordo, giunta ieri notte dopo quasi 24 ore di negoziati e di chiusura delle riserve naturali e dei parchi statali, non ha pero’ placato le polemiche politiche, che vedono ancora una volta sulla graticola il governatore del New Jersey. Christie, infatti, nonostante la sospensione dei servizi “non essenziali”, domenica era salito a bordo di un elicottero statale che lo aveva portato in una residenza riservata al governatore: una villa che da’ su una delle spiagge dello Stato rimaste chiuse al resto dei cittadini proprio a causa dello stallo sul bilancio. Il governatore aveva replicato alle critiche dei giornalisti con toni piuttosto snobistici (“Non e’ colpa mia se io sono governatore, e voi no”), ma aveva negato di aver trascorso la giornata a prendere il sole sulla spiaggia chiusa al resto dei suoi concittadini. Una foto aerea, pero’, lo ha prontamente smentito: la corpulenta figura del governatore seduto su uno sdraio sulla spiaggia deserta, assieme ai suoi familiari, ha fatto il giro dei media statunitensi; l’imbarazzata difesa del suo portavoce, secondo cui Christie non ha tecnicamente preso il sole in quanto “indossava un berretto”, non ha fatto che aggravare la portata di una polemica di per se’ piuttosto futile. Christie – ricorda oggi la stampa Usa – non e’ nuovo a “passi falsi” di questo genere, e non e’ dunque una sorpresa che ad oggi il suo tasso di fiducia tra gli elettori sia precipitato a circa il 15 per cento.
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Spagna, il muro di Ceuta osservato speciale per i tentativi di migrazione
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – Il quotidiano spagnolo “El Mundo” pubblica oggi un lungo articolo sulla vita quotidiana dei Lahasen, la famiglia marocchina che abita a pochi metri dalla frontiera spagnola di Ceuta. Uno dei due pezzetti di terra spagnola sul suolo africano – l’altro e’ Melilla – e’ sempre piu’ oggetto di attenzione, soprattutto per l’evolversi dei flussi migratori. “Quando giochiamo a calcio con i miei cugini”, spiega divertito il “piccolo e chiacchierone” Mohamed, “tiriamo sempre qualche pallone sulla barriera e iniziano a suonare tutti gli allarmi. La frontiera si riempie subito di militari spaventati, convinti che si stia tentando di scavalcare la rete “. E quando la fuga riesce “tutta la famiglia esce di casa per applaudirli”: “loro corrono felici e ci guardano gridando ‘viva la Spagna’”. Ma di notte, la polizia marocchina tira fuori i bastoni e chi tenta di fuggire viene colpito “molto forte. Si sentono grida, vedo il sangue e dopo c’ molto silenzio”. da due mesi, sul lato marocchino della frontiera si sta scavando un fosso di due metri di profondita’ pensato proprio per scoraggiare le fughe e fonti delle due nazioni hanno detto alla testata “Cronica” che le buche potrebbero essere riempite da fili spinati. Un portavoce della Guardia Civil dice di non sapere nulla dell’iniziativa condannata in anticipo da diverse organizzazioni umanitarie e o stesso dicono gli amministratori locali di Ceuta. Ma le voci che circolano nella zona parlano comunque di un intensificarsi delle misure di sicurezza, per l’aumentare del numero di persone che si nasconde nella vegetazione circostante alla ricerca dell’occasione propizia. La Spagna, riassume “El Mundo”, “ha rafforzato la frontiera ogni volta che gli immigrati sono riusciti a saltarla. Ora e’ costituita da 8,2 chilometri di acciaio ed ha rilevatori di suono e movimento, apparecchi per la visione notturna e centinaia di camere di videosorveglianza”. In settimana il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) ha chiesto al Parlamento l’uso dei droni per vigilare la frontiera tanto a Ceuta quanto a Melilla, punti che secondo le autorita’ locali oltre un migliaio di persone sono pronti a valicare nei prossimi giorni. Per questo a Ceuta sono stati aggiunti cento agenti ai 400 gia’ presenti al confine.
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Regno Unito, guerra di territorio tra i ministri della Brexit
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – Secondo fonti del “Financial Times”, e’ in corso una “guerra di territorio” tra i diversi ministri del governo britannico coinvolti nel processo dell’uscita dall’Unione Europea, “balcanizzato” dopo il risultato delle elezioni politiche anticipate dell’8 giugno, nelle quali i conservatori hanno perso la maggioranza assoluta. A due settimane dall’inizio dei negoziati con l’Ue, l’esecutivo e’ profondamente diviso sugli obiettivi: l’estromissione dei capi di gabinetto Nick Timothy e Fiona Hill ha lasciato un vuoto di potere. Un funzionario racconta che i due esercitavano una forte presa sulla questione Brexit evitando un confronto diretto tra i vari ministeri; il loro licenziamento e’ “un sollievo”, ma alcuni punti non sono mai stati davvero affrontati in modo collaborativo. Un altro funzionario precisa che, per esempio, non c’e’ ancora stata una discussione dettagliata sull’impatto dell’uscita dal mercato unico su specifici settori dell’economia. Il dipartimento del Commercio internazionale, guidato da Liam Fox, ha annunciato che il 24 luglio avviera’ le trattative con gli Stati Uniti per un patto di libero scambio. Il cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, e il segretario alle Imprese, Greg Clark, invece, si sono espressi per un accordo di transizione con Bruxelles, anche se cio’ impedirebbe di concludere intese con terze parti. Il Tesoro ha redatto ma non ancora pubblicato un rapporto che sfida il dipartimento del Commercio internazionale a dimostrare che gli accordi di libero scambio con paesi non Ue potrebbero compensare gli svantaggi dell’uscita dall’unione doganale; probabilmente Hammond usera’ i suoi dati per perorare la causa della permanenza nell’unione delle dogane. Il dipartimento per l’Uscita dall’Ue, affidato a David Davis, dovrebbe svolgere un ruolo di coordinamento e conciliare le diverse posizioni, ma, secondo i critici, Davis, che ha una sua visione della Brexit (“dura”), non puo’ fare al tempo stesso il giocatore e l’arbitro. Fa discutere anche il doppio ruolo di Olly Robbins, segretario permanente del dipartimento per l’Uscita dall’Ue e capo degli sherpa della premier, Theresa May, nei negoziati con Bruxelles: invia a Downing Street carte di cui Davis non e’ a conoscenza e il suo riserbo e’ ritenuto eccessivo dai detrattori.
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Regno Unito, Hammond incalzato ad abbandonare gli sgravi fiscali alle imprese per aumentare gli stipendi statali
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – Il cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, Philip Hammond, riferisce il quotidiano britannico “The Times”, e’ incalzato da colleghi di governo a rinunciare agli impegni a ridurre le imposte societarie e alzare la soglia di esenzione contributiva e l’aliquota piu’ alta per finanziare l’aumento degli stipendi statali. L’adeguamento salariale e’ congelato all’uno per cento dal 2012, al di sotto del livello dell’inflazione, e l’esecutivo e’ diviso su come intervenire. Il responsabile delle finanze ha escluso un ulteriore ricorso al debito e la deroga agli obiettivi di bilancio. L’ipotesi di aumentare le tasse, pero’, provoca nervosismo tra i conservatori. La premier, Theresa May, ha gia’ escluso alcuni interventi fiscali, ad esempio quello sull’Iva. Il segretario agli Esteri, Boris Johnson, invece, si e’ espresso a favore dell’aumento delle tasse e dell’indebitamento per pagare di piu’ i lavoratori pubblici. Nell’ultimo consiglio dei ministri, inoltre, i responsabili della Sanita’, Jeremy Hunt, e dell’Istruzione, Justine Greening, hanno chiesto piu’ risorse, sostenuti dal presidente del Partito conservatore, Patrick McLoughlin, mentre Priti Patel, segretaria allo Sviluppo internazionale, e la capogruppo parlamentare, Andrea Leadsom, hanno appoggiato gli argomenti di Hammond sulla disciplina fiscale. Alcuni settori sono particolarmente colpiti: per la prima volta in dieci anni, il numero degli infermieri e’ diminuito. Per questa categoria, come per quelle dei medici e dei militari, e’ gia’ stato raccomandato un aumento di retribuzione dell’uno per cento per il 2017-18. Sono attese a breve le raccomandazioni per gli insegnanti, la polizia, gli impiegati e gli agenti di custodia, che sperano in una maggiore generosita’. Hammond, parlando a un evento della Cbi, la confederazione degli industriali, ha ammesso che l’opinione pubblica e’ stanca dell’austerita’, ma ha ribadito la sua posizione.
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Francia, davanti al Congresso Macron evita i temi piu’ scottanti
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – Un discorso-fiume zeppo di citazioni letterarie e di dotte considerazioni, quasi una lezione magistrale impartita ai parlamentari: cosi’ “Le Figaro” definisce l’intervento pronunciato ieri lunedi’ 3 luglio dal neo presidente Emmanuel Macron davanti alle due Camere del Parlamento riunite a Congresso a Versailles, alle porte di Parigi. E’ stato, scrive il quotidiano conservatore, un discorso in cui Macron ha esposto le proprie convinzioni sulle ragioni che hanno portato alla sua vittoria elettorale, ha parlato delle attese dei francesi, ha spiegato la sua concezione del potere, la sua visione delle istituzioni e la sua diagnosi sullo stato dell’Europa ed ha evocato le grandi sfide del mondo contemporaneo a cominciare dalla lotta contro il terrorismo. Il neo presidente ha promesso una vera e propria “rivoluzione” nella vita pubblica e politica della Francia: ma nel suo discorso, nota il “Figaro”, sono del tutto mancati precisi impegni programmatici, probabilmente per non svuotare l’intervento che il primo ministro Edouard Philippe fara’ oggi pomeriggio a Palazzo Borbone davanti all’Assemblea Nazionale; e soprattutto Macron ha accuratamente evitato tutti i temi piu’ scottanti e divisivi, a cominciare dall’immigrazione e dal ruolo della religione islamica nella societa’ francese. Queste ultime due questioni sono state al centro della lunga stagione elettorale che si e’ da poco conclusa in Francia e in base all’ultimo rapporto annuale realizzato dall’istituto di studi sociali Ipsos in partenariato con la fondazione Jean-Jaure’s dividono sempre di piu’ l’opinione pubblica: in base al rapporto infatti il 60 per cento dei francesi sono convinti che la religione islamica sia incompatibile con i valori repubblicani e ben il 65 per cento ritiene che nel paese ci siano ormai troppi immigrati stranieri; queste convinzioni sono largamente condivise nei partiti di destra e di estrema destra, ma dividono anche i partiti di centrosinistra, di sinistra e persino dell’estrema sinistra. Quanto alle riforme istituzionali, su cui il neo presidente si e’ dilungato, Macron ha ribadito l’intenzione di onorare la promessa fatta in campagna elettorale di introdurre un correttivo proporzionale nella legge elettorale che attualmente e’ completamente maggioritaria. Il “Figaro” oggi si e’ divertito ad immaginare come sarebbe l’Assemblea Nazionale se alle ultime elezioni politiche di giugno fosse gia’ stata in vigore una dose di rappresentanza proporzionale: nella prima ipotesi presa in esame, di un correttivo del 10 per cento di proporzionale, la composizione degli schieramenti in aula cambierebbe solo marginalmente; se invece fossero il 20 per cento i deputati eletti con lo scrutinio proporzionale, in Parlamento sarebbe emerso un gruppo autonomo del Front national che adesso invece l’estrema destra non ha potuto costituire in base al regolamento; l’ultima ipotesi presa in considerazione e’ quella di una legge elettorale proporzionale pura, e in tal caso la composizione dell’Assemblea Nazionale sarebbe stata stravolta e oggi sarebbe assai arduo comporre una maggioranza governativa senza contrattare una larga coalizione di partiti anche molto diversi tra loro.
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Germania, 24 miliardi di euro per lo smaltimento delle scorie radioattive
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – La Bundesbank ha ricevuto lunedi’ circa 24 miliardi di euro dalle societa’ tedesche operatrici di centrali nucleari – Eon, Rwe, EnBw e Vattenfall – da destinare a un fondo pubblico per lo stoccaggio e lo smaltimento delle scorie radioattive dopo l’uscita del paese dal nucleare, nel 2011. Le quattro aziende sono responsabili per lo smantellamento dei reattori, che dovrebbe avvenire entro il 2022. Lo stoccaggio e lo smaltimento delle scorie, un processo a lungo termine, sara’ finanziato invece tramite il fondo. Per garantire anche eventuali aumenti dei costi, le aziende dovranno pagare anche un premio di rischio del 35 per cento. Ma questa cifra a parere degli ambientalisti potrebbe non essere sufficiente, e potrebbero dover intervenire i consumatori. Non e’ inoltre ancora stata trovata una soluzione definitiva per i luoghi di stoccaggio. Pur potendo pagare il costo del fondo a rate, le aziende hanno deciso di pagare in un’unica soluzione per evitare gli alti tassi d’interesse. Per pagare la somma dovuta E.on ha effettuato un aumento di capitale, mentre Rwe utilizza parte del ricavato azionario di Innogy. Il denaro sara’ raccolto dal Governo federale su 20 conti della Bundesbank. Gli eventuali interessi di mora sono di 260 mila euro al giorno. Il fondo sara’ gestito da Anja Mikus, della Union Investment, che e’ anche nel Consiglio di sorveglianza di Commerzbank. Ci sara’ inoltre la supervisione del ministero dell’Ambiente.
Germania, le municipalizzate dell’energia sono sotto pressione
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – L’analisi presentata lo scorso marzo da Susanna Zapreva, capo del Consiglio di sorveglianza delle municipalizzate di Hannover, e’ impietosa: le aziende municipalizzate tedesche del settore energetico sono lontanissime dal conseguire i necessari requisiti di decentramento, digitalizzazione e decarbonizzazione. Ben il 77 per cento dell’energia proviene ancora da fonti “pericolose”, mentre solo il 14 e’ prodotto da fonti rinnovabili. Le aziende sono inoltre ancora ben lungi dall’adottare innovazioni come l’elettromobilita’ e la domotica. Questa valutazione deludente accomuna la quasi totalita’ delle circa 900 maggiori municipalizzate della Germania, su cui ricade l’onere immediato e diretto di dare attuazione concreta agli ambiziosi e onerosissimi obiettivi che la Germania si e’ data nel campo della produzione energetica e della riduzione delle emissioni di CO2. A preoccupare, pero’, e’ anche e soprattutto la salute finanziaria delle municipalizzate. Secondo una valutazione della Euler Hermes, leader mondiale dell’assicurazione dei crediti, due terzi delle aziende municipalizzate tedesche avra’ dati finanziari “significativamente peggiori” entro il 2020. Secondo l’analisi, il margine di guadagno netto passera’ dal 10,8 per cento dello scorso anno all’8,4 nel corso del 2019 e diminuira’ anche il ritorno di capitale investito, mentre aumentera’ il debito, dal 53,3 al 61 per cento. Di conseguenza peggiorera’ notevolmente la solvibilita’ delle municipalizzate stesse. I guadagni delle municipalizzate di Hannover sono calati da 114,4 milioni di euro nel 2012 a 77,1 milioni lo scorso anno. Per molte municipalizzate, investire nelle energie rinnovabili e’ oggettivamente impossibile, dal momento che queste ultime hanno operato onerosissimi investimenti nel gas naturale e nel carbone solo pochi anni fa. C’e’ poi la forte concorrenza internazionale, oltre al fatto che i fondi per le innovazioni digitali e le opportunita’ di ridurre i costi sono minime rispetto alle grandi aziende energetiche, che pure a loro volta faticano a tenere il passo della cosiddetta “rivoluzione energetica”. “Al fine di aprirsi a nuove fonte energetiche e tecnologie di reddito, le municipalizzate devono cambiare le loro strutture organizzative e aumentare la commerciabilita’ dei loro modelli di business”, afferma Karl Holger Moeller, responsabile della valutazione delle municipalizzate di Euler Hermes. Il consolidamento tramite fusioni e acquisizioni appare un passo obbligato. “Inoltre dovranno cercare partner altamente innovativi per servizi di pubblica utilita’”, spiega Moeller, che esorta a esplorare il campo delle start-up. Gli ispettori del Consiglio di amministrazione di Hannover hanno approvato il progetto di strategia energetica “Enercity 4.0” presentato a marzo dalla Zapreva, che prevede la conversione di alcuni servizi energetici verso le fonti rinnovabili e la digitalizzazione. La citta’ si e’ anche data l’obiettivo entro il 2035 di portare ad oltre il 50 per cento la quota di energia da fonti rinnovabili e il teleriscaldamento.
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Migranti, un codice di condotta in vista per le Ong
04 lug 11:04 – (Agenzia Nova) – Il tono delle polemiche e’ sceso di livello dopo la riunione di emergenza svoltasi nella serata di domenica 2 luglio a Parigi tra i ministro dell’Interno francese, italiano e tedesco alla presenza del commissario Ue alle Migrazioni, il greco Dimitris Avramopoulos: lo scrive sul quotidiano economico francese “Les Ecos” il corrispondente da Roma Olivier Tosseri, secondo cui tuttavia la Francia si e’ ben guardata di accogliere la domanda dell’Italia di aprire i suoi porti ai migranti per alleviare l’eccezionale afflusso di migranti che sta sommergendo la Penisola. Il governo di Roma ha messo nel mirino in particolare le navi affittate dalle organizzazioni no-governative francesi che raccolgono i candidati all’asilo in Mediterraneo al largo delle coste della Libia: ma essendo in stragrande maggioranza mossi da motivi economici, e non avendo quindi i requisiti per ottenere l’asilo politico, il governo francese non ha alcuna intenzione di aprir loro le sue frontiere. Alle richieste italiane, i partner europei hanno contro-proposto di aumentare il proprio contributo alla gestione dell’accoglienza dei migranti sul suolo dell’Italia ed al tentativo di ridurne l’afflusso, aiutando la Libia a rafforzare i controlli alle sue frontiere meridionali e le operazioni dei guardiacoste libici tese a bloccare la partenza dei barconi dei trafficanti di uomini. Si e’ parlato anche delle politiche di rimpatrio dei migranti che non ottengono il diritto d’asilo, anche se tutti sanno che in pratica si tratta di operazioni molto difficili da realizzare. L’unica novita’ e’ che i ministri hanno deciso di lavorare insieme ad un “codice di condotta” delle Ong accusate di facilitare il compito dei trafficanti andando a ripescare i migranti sempre piu’ vicino alle coste della Libia: la redazione di questo vademecum e’ stata affidata all’Italia e l’intero pacchetto dovrebbe essere presentato per l’approvazione al vertice dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea che si terra’ a Tallin, in Estonia, dopodomani giovedi’ 6 luglio.
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