Il Safer Internet Day (SID) è la giornata che si celebra ogni anno il 6 febbraio su iniziativa dell’Unione Europea, con l’obiettivo di sensibilizzare e istruire bambini, giovani, genitori, insegnanti, educatori e professionisti del settore sui pericoli e le potenzialità della rete, incoraggiando un utilizzo consapevole, critico e creativo delle tecnologie digitali.
Anche quest’anno i dati e le informazioni diffuse dalla Polizia Postale, attraverso un sito dedicato confermano l’urgenza di aumentare la consapevolezza degli adulti su quello che sta avvenendo ai propri figli online sotto il loro occhi – spesso distratti da altri smartphone.
Secondo i dati diffusi Polizia Postale e delle Comunicazioni, proprio in occasione del Safer Internet Day, «sono ben 3444 le denunce sporte negli Uffici della Specialità nel 2023 che hanno riguardato forme di aggressione online in danno di minorenni: un numero impressionante di casi in cui le fragilità evolutive, lo sviluppo tecnologico, la socializzazione via web hanno prodotto un disagio e pericolo per bambini e ragazzi richiedendo un impegno incessante della Polizia di Stato e degli specialisti della Polizia Postale».
Sempre secondo il rapporto della Postale nel corso del 2023 sono stati esaminati complessivamente 2702 casi, che hanno portato all’identificazione e alla denuncia di 1131 adulti, di cui 108 arrestati per reati legati agli abusi tecnologici ai danni dei minori. Per quanto riguarda le attività di prevenzione, nel 2023 sono stati esaminati 28355 siti, di cui 2739 poi inseriti nella lista nera e oscurati per diffusione di materiale pedopornografico. È stato registrato un totale di 353 casi di adescamento online, con una particolare attenzione ai minori fino ai 13 anni, che costituiscono la fascia più colpita con 239 casi. Il report fa notare che il numero di casi che coinvolgono bambini sotto i 10 anni, in passato quasi inesistente, è ora presente, seppur in numero limitato. Un fenomeno in crescita e preoccupante è la sextortion, che ha colpito centinaia di adolescenti, soprattutto maschi, tra i 15 e i 17 anni, «trasformando la loro esplorazione sessuale adolescenziale in un incubo di ricatti e estorsioni di denaro sotto minaccia», si legge nel documento.
Come non è facile districarsi per i minori all’interno del mondo digitale in continua evoluzione, allo stesso modo per gli adulti non è semplice stare al passo, non solo delle tecnologie di comunicazione, ma anche dei riferimenti normativi – soprattutto europei – che stanno per cambiare il modo in cui viviamo il Web. Proprio le preoccupazioni per i fenomeni legati ad un uso eccessivo e distorto dei social media sono state al centro della recente audizione da parte di una Commissione di Inchiesta del Senato statunitense dei CEO delle principali tech-companies. Quello che sta emergendo con forza è che – come già accaduto decine di volte negli ultimi anni – i social media stanno cambiando nuovamente pelle e i più giovani sono i primi “sperimentatori” del cambiamento.
Emblematico in tal senso è il calo deciso e netto delle interazioni sui social network che vengono ormai definiti “tradizionali”, come Facebook, in favore di forme di interazione a circuito chiuso, tipiche dei gruppi, dei canali e delle chat di WhatsApp, Telegram e Discord, che raggiungono numeri sempre più elevati. Ispirate da TikTok, social come Facebook, Instagram e X offrono sempre più un assortimento di clip selezionate dall’intelligenza artificiale in base al comportamento dell’utente, non più alle sue connessioni sociali.
Le persone stanno postando meno, interazioni e dibattito si stanno spostando verso piattaforme chiuse, crittografate, senza moderazione e possibilità di intervento da parte delle stesse tech companies. E mentre i social network languiscono, gli operatori delle piattaforme e gli utenti dovrebbero dedicare meno tempo alle vecchie battaglie per affrontare le nuove sfide.