Stop gas russo in Polonia e Bulgaria
Pagare in rubli viola le sanzioni occidentali alla Russia, ma l’Europa ha una gran fame di gas e allora si contravviene a quanto stabilito con gli alleati della NATO. Dopo la nota della Commissione europea che, nei giorni scorsi, ha di fatto accettato di pagare in valuta russa le forniture energetiche, qualcosa sul fronte orientale sta cambiando rapidamente, in peggio.
📣Dichiarazione della Presidente @EU_Commission @vonderleyen a seguito dell'annuncio di #Gazprom sull'interruzione delle consegne di #gas in alcuni Stati membri dell'UE 🇪🇺🎙️👇@europainitalia @EuropeDirectCBa @WordNews_it https://t.co/jLPOacOkaq
— CDE Unimol (@CDEunimol) April 27, 2022
Polonia e Bulgaria da oggi non riceveranno più gas da Gazprom, perché non hanno pagato la fornitura di gas in rubli come richiesto da Mosca.
È il primo grave strappo dal punto di vista energetico e ora l’Europa si trova a dover affrontare seriamente l’impasse in cui si è venuta a trovare all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina e delle sanzioni stabilite con gli alleati del Patto Nordatlantico.
La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito in un tweet oggi che come Unione siamo pronti per questo scenario peggiorativo e che assieme ai Paesi partner si sta decidendo la risposta giusta da dare a Mosca, in termini di nuove sanzioni e di una vera e propria alternativa alle sue forniture.
Conferme da Polonia e Bulgaria del taglio del gas russo
Come riporta Radiocor del Sole 24 Ore, la compagnia polacca del gas PGNiG ha annunciato oggi “la completa cessazione della fornitura di gas naturale fornita da Gazprom nell’ambito del contratto Yamal“.
Una situazione critica che al momento “non influisce sulle forniture attuali ai clienti PGNiG che ricevono carburante come richiesto”, ma che impone a Varsavia di trovare subito un’alternativa alla fornitura Gazprom per il futuro e non è facile.
Tutti i Paesi europei sono alla ricerca di alternative a Mosca e questo rende ancora più difficile stringere accordi con chi il gas ed il petrolio lo offre.
Stop al gas russo anche in Bulgaria, la conferma è arrivata da parte di Bulgargaz.
C’è chi in Europa ha detto basta al rialzo dei prezzi del gas: Madrid e Lisbona lo pagheranno 40 euro MWh
El Gobierno trabaja para amortiguar los efectos de la guerra. Lo hacemos en Europa, con un acuerdo para fijar un precio de referencia al gas, y en España con el RDL de medidas de choque que debemos convalidar mañana. Pido a la oposición su apoyo a esta norma y al resto de grupos. pic.twitter.com/b1pHUIUEGz
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) April 27, 2022
Nel frattempo, però, mentre i principali Paesi europei continuano ad attaccare Mosca e pagare in rubli il gas di cui hanno disperatamente bisogno (pur rivolgendosi a tutto il mondo per trovare altre forniture di gas e petrolio per tagliare il cordone ombelicale con la Russia), in qualche modo riempiendo le casse russe e finanziando la guerra, c’è qualcuno che nel vecchio continente pagherà molto meno il consumo energetico.
Chi abita in Spagna e Portogallo potrebbe pagare il gas meno della metà di quello che sborsiamo noi.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, infatti, Madrid e Lisbona si sono accordate per pagare il gas 40 euro MWh invece di 90 euro MWh che è quanto in media ci costa adesso.
Grazie alle rinnovabili bollette più leggere in Spagna e Portogallo
Questo perché, a loro dire, la rete iberica non è interconnessa in maniera profonda a quella del resto del continente europeo e poi perché hanno investito regolarmente nel tempo sulle fonti energetiche rinnovabili, che gli rendono molta energia elettrica a prezzi bassissimi.
➡️España 🇪🇸 y Portugal🇵🇹 llegan a un acuerdo con la @ComisionEuropea
— Transición Ecológica y Reto Demográfico (@mitecogob) April 26, 2022
para activar un mecanismo temporal que abarate el precio de la electricidad
👉Este mecanismo durará 12 meses
👉El precio medio del gas en este periodo será de alrededor de 50€ pic.twitter.com/VQ6PSEllhK
L’accordo, siglato dai ministri dell’Ambiente dei due Paesi, Teresa Ribera e Duarte Cordeiro, con il via libera della vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, dovrebbe durare un anno e già la prossima settimana si potrebbe arrivare ad una sua approvazione ufficiale da parte dei Consigli dei ministri dei due Paesi.
Gran parte dell’energia generata in Spagna è esportata solo in Portogallo e pochissimo in Francia, senza altri collegamenti diretti o indiretti con gli altri partner europei. Unitamente all’alta percentuale di rinnovabili nel mix energetico iberico, questo fatto ha reso possibile l’accordo a parte tra Madrid-Lisbona-Bruxelles.