La decisione del Garante della privacy di multare la piattaforma Rousseau perché non garantisce la sicurezza del voto degli iscritti è stata “una questione sostanzialmente politica”. Lo ha detto Davide Casaleggio, intervistato in esclusiva da Alessandro Giuli negli uffici della Casaleggio Associati per Povera patria, il programma di Rai2 in onda stasera in seconda serata. Pronta la replica del Presidente del garante Privacy Antonello Soro, che rispedisce al mittente le accuse e si riserva di portare in tribunale Casaleggio.
Casaleggio dice di non voler replicare nel merito delle obiezioni sollevate dal Garante perché non vuole entrare “nelle pretestuosità del cosiddetto Garante, che anticipava alla stampa le lettere che doveva recapitare presso di noi con giorni d’anticipo”. “Non a caso – prosegue Casaleggio – era capogruppo di uno dei partiti di opposizione. Anzi, io voglio ringraziare il Garante e tutti coloro che in questo percorso ci hanno posto degli ostacoli, anche quando erano pretestuosi, perché ci hanno permesso di migliorare la piattaforma e di arrivare dove siamo arrivati”.
La replica di Antonello Soro a Davide Casaleggio ‘Accuse infondate
“Con le affermazioni rese a “Povera patria”, il signor Casaleggio ripropone una sua rassicurante lettura delle gravi carenze, sotto il profilo della sicurezza informatica, che contrassegnavano la piattaforma “Rousseau” prima dell’intervento del Garante per la Privacy”, si legge nella nota del Garante Privacy.
“Il tentativo di spostare, sul terreno dello scontro politico, un caso di obiettiva e non banale violazione delle leggi (pratica non esattamente nuovissima nello scenario della cronaca italiana), non meriterebbe, di per sé, alcun commento”, aggiunge Soro. Ma “L’infondatezza delle accuse di “politicità” mosse all’azione del Garante è così palese che il provvedimento sanzionatorio non è stato impugnato e le sue prescrizioni, ottemperate, sono state espressamente definite utili a “migliorare la piattaforma” dallo stesso Casaleggio”, prosegue Soro che valuterà “l’opportunità di acquisire la registrazione dell’intervista per tutelare, in sede giudiziaria, i miei diritti e far valere il danno, così determinato, all’immagine dell’Autorità, i cui provvedimenti sono stati sempre improntati al solo obiettivo della corretta applicazione della legge”.
Respingo, dunque, – chiude il Garante – queste pretestuose affermazioni, nella ferma consapevolezza dell’indipendenza di giudizio, correttezza assoluta, massima garanzia che hanno sempre contrassegnato l’agire mio e quello del Collegio del Garante, in questi sette anni”.