Nella saggia tradizione politica italiana (quella seria) i consigli si danno e si ascoltano: soprattutto quando si tratta di consigli utili, funzionali al cambiamento dei modelli di “Governance” e “Government”. Senza il cambiamento istituzionale ed organizzativo Roma Capitale rischia di sprofondare ancora di più in una condizione di totale ingovernabilità.
Il cambiamento istituzionale
Abbiamo già in dettaglio analizzato l’attuale statuto del comune di Roma Capitale (per approfondimenti leggi PAdigitale. Osservatorio dei candidati sindaci per Roma 2016: serve un nuovo Statuto che non ignori il digitale e anche Elezioni a Roma. I programmi? Una lista di impegni senza tempi, costi, trasparenza e innovazione) e lo abbiamo “distrutto” in quanto lo statuto non supporta una Città Capitale, nemmeno un comune di 10.000 abitanti.
Lo statuto deve essere cambiato con un testo moderno, semplice, comprensibile, su concetti della società dell’informazione, su misura della Capitale d’Italia, della Città Metropolitana, di un sistema di Municipi veri e non “finti” tenuti in piedi per sistemare qualche buca stradale, di una amministrazione moderna e digitale, semplificata, trasparente.
Con una governance partecipata ed un management fatto da funzionari pubblici ad “esclusivo servizio di Roma Capitale”. Uno statuto per i cittadini e le imprese e non per la burocrazia. Prima azione dunque del nuovo sindaco: cambiare lo statuto subito. E’ una vergogna tenere uno statuto come quello attuale anche solo per un fatto linguistico (grammatica, sintassi, semantica) ed estetico.
Il cambiamento organizzativo
Il modello di amministrazione della Città Capitale dovrà essere progettato e realizzato su due livelli: il primo, con un gruppo ristretto di dirigenti responsabili dell’attuazione del programma di governo capitolino, della totale semplificazione e decertificazione amministrativa, della realizzazione dell’amministrazione digitale.
Si tratta di un modello “dimagrito” ed essenziale che opera per “progetti” approvati dalla Giunta e non più per “pratiche” (vecchia amministrazione anni 70).
Con una mobilità “naturale” (almeno annuale) e premi a seguito di verifica di obiettivi raggiunti e con una produttività valutata sulla qualità dell’azione amministrativa e sulla soddisfazione dei cittadini.
Ovviamente nominare un Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) che sia in grado di valutare con sistemi di analisi delle performance, sia riferite al singolo dirigente sia riferita alla/alle strutture di sua competenza.
Progetti pubblicati sul sito all’atto della approvazione degli stessi; pubblicazione del sistema di valutazione dei dirigenti e dei dipendenti e delle valutazioni dell’OIV dei dirigenti durante la realizzazione dei progetti (almeno ogni 4 mesi); pubblicazione sul sito dei CV dei componenti dell’OIV dai quali risulta la reale capacità degli stessi di valutare, avendo per esempio partecipato almeno ad una ristrutturazione totale di una amministrazione comunale (altrimenti non sanno di cosa stanno parlando!).
Tutte le regole sono nella legge 241/90 (chi la conosce?), nel dlgs 150/2009 (per la valutazione dei dirigenti e per l’OIV); legge 183/2011, art. 15 (decertificazione totale); dlgs 33/2013 e sm (per la pubblicazione sul sito ed il massimo della trasparenza verso i cittadini: oggi c’è la tendenza a creare le condizioni per non pubblicare gli atti, i dati, i documenti, i progetti, gli appalti pubblici, i verbali di collaudo dei lavori, delle forniture, dei servizi ecc.
Il “metamodello” di amministrazione digitale
Il modello organizzativo non può non essere strettamente correlato al “metamodello” dell’amministrazione digitale. Il modello di base che supporta qualsiasi modello di organizzazione specifico di una amministrazione. Prima di tutto un’amministrazione nativamente digitale, con procedimenti semplificati e digitalizzati, con istanze digitali che si avviano dal sito di Roma Capitale. Un sito facile da consultare con procedure/procedimenti semplificati e decertificati. Un’amministrazione pubblica in rete: poco costosa e per niente ridondante, che opera per il benessere dei cittadini e che rende “pulito” e facile il lavoro di ufficio (senza contorsioni burocratiche di sapore psicoanalitico). Una organizzazione che opera nella logica del telelavoro. Le regole dell’amministrazione digitale sono tutte definite dal Codice dell’Amministrazione digitale (dlgs 82/2005 e sm).
Il sistema integrato dei Municipi
I Municipi o sono autonomi con budget certo e finalizzati ai servizi diretti ai cittadini oppure è meglio ritornare alle “circoscrizioni”. Allora il sindaco deve affrontare subito questo problema sia a livello di statuto sia a livello organizzativo e dei servizi in rete.
Il sistema integrato di Roma Città Metropolitana
Roma Capitale è il centro della Città Metropolitana e il sindaco di Roma Capitale è il Sindaco della Città Metropolitana. Questa area istituzionale è tutta da costruire e questo sarà un impegno non di poco conto del nuovo sindaco di Roma.
Conclusioni
Le azioni da “avviare” nel primo mese di governo (è possibile):
- Nuovo statuto da mettere in cantiere immediatamente.
- Scelta del nuovo modello di organizzazione con un approccio “positivo” ma deciso: pochi dirigenti responsabili del programma politico.
- Operare per “progetti”: nuova metodologia da diffondere formando i dirigenti e i funzionari.
- Avviare la semplificazione amministrativa per eliminare carta, costi di procedure tortuose e dannose, oneri per i cittadini.
- Realizzare un sito per i cittadini e non per la burocrazia.
- Adottare un nuovo modello istituzionale ed organizzativo per i Municipi.
- Con i comuni della Città metropolitana avviare una pianificazione strategica della stessa Città metropolitana.
Il sindaco pubblica sul sito tutte le azioni da avviare nel primo mese e il cronoprogramma delle stesse azioni nelle fasi di attuazione. Se queste azioni non saranno avviate nel primo mese rischiano di non essere mai realizzate. I cittadini apprezzeranno il cambio di stile, di comunicazione, di relazione con la comunità locale.