Guida autonoma

Robotaxi. Tesla, Uber e Lyft si sfidano sulle strade di Austin

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Il settore dei veicoli autonomi è pronto a decollare, con i primi robotaxi in circolazione nella città di Austin grazie a regolamentazioni minime e investimenti miliardari. Tesla, Uber e Lyft si sfidano per il controllo delle strade e del mercato, mentre aumentano le preoccupazioni su sicurezza e affidabilità.

Robotaxi, la nuova scommessa: Tesla, Uber e Lyft si sfidano per le strade di Austin in Texas

Dopo il fallimento di Cruise e le controversie sui robotaxi in California, una nuova ondata di veicoli autonomi sta per invadere le strade americane. Questa volta il terreno di battaglia è il Texas, con Austin al centro della competizione tra Tesla, Uber, Lyft e Waymo.

L’onnipresente Elon Musk ha annunciato che Tesla inizierà a offrire un servizio di ride-hailing autonomo a pagamento a partire da giugno 2025 proprio ad Austin. Al momento, però, non ha fornito dettagli sulla portata del progetto, sollevando dubbi tra analisti e investitori.

Tesla è stata più volte criticata per aver esagerato le capacità della sua tecnologia Full Self-Driving (FSD), che finora non ha mai raggiunto una reale guida autonoma.

Nel contempo, Uber ha già lanciato una lista d’attesa per il suo servizio di robotaxi, in collaborazione con Waymo, che utilizzerà veicoli elettrici Jaguar i-Pace con tecnologia driverless. Lyft, invece, punta su Dallas per il 2026, con auto autonome basate sulla tecnologia Mobileye, supportata dalla giapponese Marubeni Corporation.

Texas, il paradiso della deregulation per i robotaxi

A differenza della California, dove le aziende devono ottenere permessi e superare test rigorosi, il Texas offre un ambiente normativo più flessibile.

Secondo la legge statale, i veicoli autonomi possono circolare senza particolari autorizzazioni, purché rispettino le norme di sicurezza stradale e siano assicurati. Questo ha reso Austin una calamita per le aziende del settore, attirando investimenti multimiliardari.

Sicurezza e regolamentazione: il grande punto interrogativo

L’assenza di regolamentazioni stringenti, però, solleva dubbi sulla sicurezza. Nel 2023, i robotaxi di Cruise hanno causato disagi e incidenti a San Francisco, portando alla sospensione del servizio.

Anche Austin ha registrato diverse segnalazioni di malfunzionamenti, con veicoli autonomi che bloccano il traffico o non rispondono ai segnali della polizia. A quanto pare, però, vince sempre la solita logica di mercato messa nero su bianco dal celebre economista e Premio Nobel Milton Friedman: “business is business”.

Restituire valore agli azionisti è la responsabilità primaria dell’azienda e per questo quella che passò alla storia come Dottrina Friedman suggeriva con convinzione: “Greed is Good“.

L’economia viene prima di tutto, o secondo molti così dovrebbe essere. Certo è che ci sono anche i cittadini e la loro voce conta, viste le denunce e le proteste che in diverse città, Austin compresa, si sono sollevate contro i robotaxi.

Musk tra promesse e realtà: quale futuro per i robotaxi?

Musk ha più volte promesso la guida completamente autonoma, ma i risultati tardano ad arrivare. Tesla, a differenza di Waymo e Mobileye, si affida esclusivamente a telecamere, senza lidar o radar, una scelta che potrebbe comprometterne la sicurezza ed efficacia.

La grande domanda ora è: i robotaxi rivoluzioneranno davvero la mobilità urbana? Si riveleranno un’altra promessa mancata della Silicon Valley? Oppure anche in questo settore si cercherà in ogni modo di attrarre grandi capitali per creare poi la solita bolla?

Sicuramente, uno dei vantaggi di avere Musk al Governo con Trump, a capo del DOGE, è certamente attendersi interventi finalizzati a semplificare le procedure amministrative per quel che riguarda le autorizzazioni e le licenze. Almeno, è quello che l’industria di settore si aspetta.

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