Le società che hanno investito nel servizio taxi a guida autonoma o robotaxi nelle principali città della California, tra cui Waymo, Cruise, Tesla e Hyundai, hanno tirato un sospiro di sollievo.
Nel primo test ufficiale su strada con persone a bordo, autorizzato dallo Stato, i robotaxi di Waymo hanno trasportato quasi 7.000 passeggeri tra luglio e settembre 2019.
Il via libera ai robotaxi e il ride sharing
La California Public Utilities Commission (Cpuc), l’agenzia che regola i servizi pubblici offerti dai privati nello Stato, ha dato il suo via libera alla tariffazione dei servizi di ride sharing, di viaggio condiviso a bordo del robotaxi con altri passeggeri.
Una vittoria rilevante per le imprese del settore, ma che ora dovranno affrontare un nuovo iter burocratico e amministrativo, che si prevede lungo e potenzialmente critico, per una serie di fattori che vanno dalla sicurezza alla regolazione.
Non si tratterà solo di tariffazioni di viaggi in condivisione, ma le società potranno anche offrire tariffazioni per singole corse nelle principali città dello Stato.
Rapporti sulla sicurezza e la qualità del servizio
Prima però dovranno ottenere dei permessi dal Cpuc e dal Dipartimento della motorizzazione della California, presentare piani per la sicurezza e Rapporti trimestrali.
Nei Rapporti dovranno essere evidenziate una serie di informazioni aggregate relative al servizio, su quando, dove e come i passeggeri sono presi a bordo, sulla disponibilità di posti liberi, sul livello di accessibilità del servizio per persone disabili e per cittadini economicamente svantaggiati.
Altri dati rilevanti per l’amministrazione della California sono i dati sul tipo di carburante e di alimentazione utilizzati dai robotaxi, sugli incidenti, sui disservizi, sulle miglia percorse nel mese e sulle miglia percorse da livello procapite per passeggero.
Richiesta automazione a livello 3
Un altro problema non da poco, individuato dal gigante dell’automotive a guida autonoma, il Gruppo Cruise, che critica fortemente l’operato del Cpuc, è che per ogni operatore di robotaxi è richiesto il livello 3 di automazione (Tier 3).
il livello 3 è considerato di “automazione condizionata”. È un livello grazie al quale si potrà non badare in modo permanente a quanto accade in strada se sono soddisfatti certi requisiti e si potranno delegare le operazioni di guida direttamente al veicolo.
Tecnologie di connettività avanzata e software di nuova generazione consentiranno all’automobile di muoversi in modalità autonoma, senza intervento diretto dell’automobilista per lunghi tratti del viaggio (soprattutto in autostrada).
Ovviamente il mezzo può sempre tornare, rapidamente e in ogni momento, sotto il controllo diretto del guidatore.
Tempi troppo lunghi della burocrazia per un mercato in fase di lancio
Per ottenere il permesse “Tier 3”, però, ci vuole molto tempo, diversi anni lamentano gli operatori, “Ottenere tutti questi permessi dalla Commissione e dal Dipartimento significa attendere altri due anni”, si legge nella nota diffusa da Cruise.
Il mercato mondiale dei servizi di robotaxi, della realizzazione dei veicoli fino alle tecnologie software impiegate, è stimato valere più di un miliardo di dollari entro il 2023, con proiezioni che raggiungono i 38,6 miliardi di dollari entro il 2030.
In particolare, secondo un Rapporto Allied Market Research, il mercato dei robotaxi per passeggeri potrebbe raggiungere un valore globale di 16,9 miliardi di dollari entro la fine del prossimo decennio.
Non meno interessante sembra l’outlook per il segmento trasporto merci in robotaxi, che è atteso raggiungere i 22 miliardi di dollari di valore entro il 2030, con un tasso di crescita medio annuo (Cagr 2023-2030) calcolato attorno al +74%.