Ai-Da, il robot umanoide artista che dipinge. Ecco la sua prima opera
È un ritratto del grande matematico Alan Turing, a 70 anni dalla morte, tra i padri fondatori storici dell’informatica, la prima opera d’arte di un robot umanoide venduta dalla casa d’aste Sotheby’s.
Il prezzo finale del quadro di due metri per due, dal titolo “AI God”, è stato di 1.084.000 sterline.
Un prezzo che è quasi dieci volte più alto rispetto le stime iniziali di 120-180 mila dollari della Digital Art Sale della casa d’aste.
A realizzarlo è stato il robot umanoide Ai-Da, che ha sembianze di donna e prende il nome da Ada Lovelace, la prima programmatrice informatica al mondo.
Una svolta per l’arte contemporanea?
“Il prezzo di vendita record di oggi, per la prima opera d’arte di un artista robot umanoide messa all’asta, segna un momento di svolta nella storia dell’arte moderna e contemporanea, riflettendo la crescente intersezione tra la tecnologia dell’intelligenza artificiale e il mercato dell’arte globale“, si legge in una nota diffusa dalla casa d’aste.
Ai-Da Robot, che usa l’intelligenza artificiale per parlare, ha affermato: “Il valore fondamentale del mio lavoro sta nella capacità di fungere da catalizzatore per il dialogo sulle tecnologie emergenti“.
Tra arte e AI, il team che ha creato il robot ultrarealistico
Il robot umanoide ultrarealistico è stato ideato e sviluppato da Aidan Meller, esperto di arte moderna e contemporanea, in collaborazione con specialisti di intelligenza artificiale delle università di Oxford e Birmingham in Inghilterra.
Ai-Da genera idee attraverso conversazioni con i membri dello studio d’arte guidato da Meller e ha suggerito di creare un’immagine di Turing durante una discussione su “AI for good“.
Il robot ha quindi spiegato quale stile, colore, contenuto, tono e consistenza utilizzare, prima di usare i suoi occhi-telecamera per fissare l’immagine di Turing e creare il dipinto.
Ada Lovelace e la macchina di Babbage (primo prototipo di computer meccanico)
Se Turing gode ormai di una fama mondiale, grazie anche al pluripremiato film di Morten Tyldum “The Imitation Game“, molti forse non conoscono Ada Lovelace (1815-1852). Figlia del poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke, è ricordata come esperta delle scienze matematiche e in particolare come studiosa del lavoro di Babbage sulla macchina analitica.
Una macchina (in inglese analytical engine) passata alla storia come il primo prototipo di un computer meccanico sviluppato per eseguire compiti generici.
Anche se la macchina di Babbage non fu mai costruita, gli studi di Lovelace sono importanti per la storia del computer, perché aveva previsto la capacità di queste macchine di andare di là dal mero calcolo numerico.
Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per unificare i linguaggi di programmazione da impiegare sui propri sistemi informatici, finanziò lo sviluppo di un nuovo linguaggio, chiamato poi Ada in suo onore.
Il manuale di riferimento per il linguaggio fu approvato il 10 dicembre 1980 e al relativo MIL-STD fu dato come numero l’anno della sua nascita (MIL-STD-1815). Dal 1988 la British Computer Society conferisce una medaglia a lei dedicata e nel 2008 ha istituito in suo onore una competizione annuale per le studentesse di informatica.