I robot potrebbero sostituire l’avvocato in carne ed ossa nel giro di pochi anni. Questo il succo di un report realizzato dallo studio legale londinese Jomati Consultants, secondo cui entro il 2030 il settore legale sarà completamente dominato dalla presenza massiccia di intelligenza artificiale in particolare per svolgere tutto il “lavoro sporco” e di routine.
In particolare, mentre il lavoro del giudice in aula resterà appannaggio degli esseri umani, così come attività complesse che gioco forza resteranno in mano agli avvocati in carne ed ossa, il grosso del lavoro di routine che ha a che fare con procedure e protocolli meccanici sarà realizzato dai robot.
“Alla fine i robot saranno in grado di sostituire dozzine di associati e di figure intermedie che hanno a che fare con attività di routine”, si legge nel rapporto, secondo cui fra i vantaggi del ricorso alle machine ci sono aspetti pratici non secondari. In primo luogo, i robot non si stancano, non vogliono fare carriera e quindi non chiedono l’aumento e il ricorso alle macchine ridurrà di certo i carichi pendenti e i costi.
Lo studio legale del futuro, secondo il report, cambierà volto: il personale intermedio, gli associati e gli assistenti non sarebbero più necessari. Gli investimenti potrebbero concentrarsi su personale di qualità e sullo sviluppo di skill più avanzate. Lo studio legale diventerebbe così per i clienti il luogo dove trovare consigli specialistici e sostegno da parte dei partner.
Secondo un recente studio condotto nel Regno Unito, nei prossimi vent’anni un posto di lavoro su tre è a rischio sostituzione da parte delle macchine.