Ci sono alcuni articoli che ai giornalisti non piace affatto scrivere: come il tabellino dei risultati di tutte le partite di calcio che si disputano la domenica o i dati delle votazioni politiche che devono essere, costantemente, aggiornate fino ai terremoti, necrologi e ai coccodrilli (il nome con cui vengono definiti, in gergo giornalistico, gli articoli biografici pronti o in larga parte già scritti prima che il protagonista della biografia sia effettivamente morto).
Così gli editori dei quotidiani sia per ridurre la frustrazione dei reporter sia soprattutto per evitare errori (spesso sono dati, calcoli…) per questi tipi di articoli si stanno affidando sempre di più a robot-giornalisti.
“Heliograf, il robot giornalista del Washington Post, ha già scritto 850 articoli in un anno” si legge sul sito DigiDay che ha interpellato Jeremy Gilbert, responsabile iniziative strategiche dello storico quotidiano Usa. Heliograf dalle Olimpiadi di Rio ha prodotto e condiviso storie brevi e tweet (come questi) sfruttando l’Intelligenza artificiale (IA).
Heliograf ha fornito automaticamente ai lettori un programma giornaliero delle competizioni, l’aggiornamento del medagliere, messaggi di avviso 15 minuti prima dell’inizio di un evento importante. Nel 2014 il personale della redazione sport del Washington Post ha trascorso innumerevoli ore, ha fatto sapere Gilbert, a pubblicare manualmente i risultati degli eventi.
Questo tipo di lavoro giornalistica, d’ora in poi, può essere svolto dai robot che, al momento, non ruberanno il lavoro ai giornalisti in carne ed ossa solo se quest’ultimi impiegheranno il loro tempo a scrivere inchieste e articoli di approfondimento: questo è l’unico modo per non perdere i lettori. Se ci si limita a scrivere le mere notizie allora si è destinati, alla lunga, a perdere questa sfida con i robot-reporter perché è una mansione che già fatto e anche molto bene. Provare per credere.
Partecipate a questo quiz preparato da Sky Tg24 Uomo o computer: chi ha scritto questo testo? Sono 8 testi. Siete sicuri di riuscire a riconoscere sempre la “penna” del giornalista in carne ed ossa?
Gli altri 4 casi di robot-giornalisti
I robot-giornalisti sono un trend, almeno negli Stati Uniti. L’agenzia Associated Press, si affida al software Wordsmith per gli articoli sui rapporti finanziari trimestrali aziendali. Forbes ha “assunto” Quill, una piattaforma di IA per generare servizi sulla base dei dati raccolti sul web. Invece Wibbitz è il software utilizzato da USA Today per montare brevi video con la voce di un giornalista, in sostanza ruba il lavoro ai videomaker. Infine al Los Angeles Times per dare la notizia dei terremoti ci pensa LAT, il quakebot, l’algoritmo che ha il compito di leggere i comunicati emessi dall’US Geological Survey (l’equivalente del nostro Istituto nazionale di Geofisica), identificare l’epicentro della scossa, confezionare un testo all’interno di una struttura predefinita e, infine, in base alla magnitudo, procedere o meno con la pubblicazione (le scosse più gravi non hanno bisogno di revisione). Quando un terremoto colpisce Los Angeles il Los Angeles Time, in soli 3 minuti, già pubblica la notizia, come è avvenuto il 17 marzo 2014. Questo è l’articolo scritto dal robot.
Se non l’avessi detto prima avresti riconosciuto la “penna” del robot-giornalista?
Per approfondire: