RoDyMan ha imparato a fare la pizza e a infornarla mentre TOMM è in grado di smistare le arance riconoscendo quelle da scartare. Non parliamo di operatori umani, ma di robot creati per raccontare, attraverso il gioco, le sfide e l’avanzamento delle capacità nell’ambito produttivo.
Secondo uno studio commissionato dall’International Federation of Robotics (IFR), nel mondo, saranno infatti tra i 10 e i 14 milioni i posti di lavoro generati dai robot nel 2020. Una prospettiva quanto mai rassicurante se si tiene conto che l’Italia è il secondo mercato europeo per la robotica ed è fra le prime dieci nazioni al mondo per tasso di robotizzazione (sono 155 i robot ogni 10mila addetti).
Ma per essere realmente d’aiuto, i robot del futuro devono avere una capacità di manipolazione, di visione, di comprensione dell’ambiente circostante pari a quelle umane, così da poter effettuare operazioni sempre più sofisticate e supportare l’operatore.
Temi che trovano ampio spazio all’interno di Robot Forum, l’evento sulla robotica che, oggi a Parma, darà l’opportunità di riflettere sul futuro della robotica industriale, attraverso la presentazione di progetti di ricerca italiani e le esperienze di altri Paesi Europei, che hanno come obbiettivo quello di studiare le innovazioni in ambito di manipolazione e controllo, sensoristica e percezione, per migliorare l’interazione Uomo-Robot sia dal punto di vista cognitivo sia da quello fisico.
Tra le sfide che la ricerca applicata in robotica si trova ad affrontare, infatti, c’è la centralità dell’uomo: i robot infatti sono un aiuto a supporto dell’uomo e il loro obbiettivo è quello di creare nuova occupazione e migliorare il lavoro.
La pratica di fabbrica e di montaggio può sembrare molto semplice, ma inserire viti, montare la gomma, incastrare componenti, selezionare cosa afferrare da cassoni, capire in autonomia se il montaggio è riuscito sono tutte operazioni “intelligenti” e difficili per i robot. Fino ad oggi.
A Robot Forum non mancano i centri di ricerca italiani che studiano le tecnologie di grasping intelligente, di visione, di micromanipolazione, di ragionamento. Le capacità di manipolazione di oggetti morbidi, che cambiano forma, apre scenari di utilizzo prima impensabili per macchine automatiche. RoDyMan, ad esempio, progetto guidato dal Prof. Siciliano dell’Università di Napoli Federico II, è un robot dalle sembianze antropiche con una capacità di modellazione e manipolazione paragonabili a quelle umane.