Abbiamo già visto l’utilizzo della robotica in ambienti ospedalieri e in strutture sanitarie affermarsi in maniera rapida e decisa in questi ultimi mesi di pandemia mondiale da Covid-19. Dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Corea alla Gran Bretagna, passando anche per l’Italia, i robot ospedalieri sono ormai una realtà.
Un nuovo studio pubblicato da Prescient & Strategic (P&S) Intelligence, il mercato mondiale dei sistemi di robotica per il settore sanitario, medico-chirurgico, per l’e-care e la salute, potrebbe superare il valore complessivo di 55, 5 miliardi di dollari entro il 2030.
Negli ultimi due anni la domanda di robot UVD (per la sanificazione degli ambienti, soprattutto in tempi di Coronavirus) è cresciuta del +400, secondo stime dell’International Federation of Robotics, mentre in generale, la richiesta di robot impiegati nel settore sanitario è aumentata del 50%.
I settori interessati da questa trasformazione tecnologica sono quelli della medicina chirurgica, di cura e trattamenti, della diagnostica e della prevenzione, dell’assistenza e dell’accoglienza (pronto soccorso incluso), degli esoscheletri e dell’ortopedia.
Il mercato americano dovrebbe raggiungere entro il 2030 un valore stabilito dal Report pari a 34,5 miliardi di dollari, mentre al secondo posto si piazzerebbe la Germania, con 3,7 miliardi di dollari e un tasso di crescita annuo composto praticamente simile a quello degli Stati Uniti, rispettivamente +20,9% e +21,4%.
Al momento questo settore tecnologico vale oltre 7,6 miliardi di dollari, ma il tasso di crescita annuo medio è valutato attorno al +20% (Cagr 2020-2030).