Le misure per l’iper e il super ammortamento saranno rifinanziate in Italia, così come sarà rilanciato il Piano nazionale Impresa 4.0, perché “aiuteranno ulteriormente le imprese”, ha dichiarato ieri in conferenza stampa il Ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, nonchè vice premier, Luigi Di Maio, alle prese con il vertice a Palazzo Chigi a cui hanno preso parte il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’altro vice premier Matteo Salvini e il Ministro dell’economia e delle finanze, Giovanni Tria, dedicato alla Nota di aggiornamento al Def, il documento di programmazione economica e finanziaria.
Altra anticipazione di massima rilevanza per il mondo del lavoro è che “ci sarà un abbassamento dell’Ires per le aziende che investono e che assumono, e più è stabile il contratto, più si abbasserà l’Ires”, ha precisato Di Maio, che è anche vice premier di questo Governo.
La trasformazione digitale della nostra industria e della nostra economica passa inevitabilmente per l’azione di Governo. Ogni volta che le Istituzioni mostrano incertezza e passo insicuro nel territorio dell’innovazione, la spesa privata rallenta e le intenzioni di investimento delle imprese in questo settore calano bruscamente.
Oggi l’Italia ha soprattutto bisogno di certezze, di politiche di investimento e innovazione su cui contare e che non vengano messe in discussione da ogni nuovo esecutivo che entra in scena.
La conferma di una manovra di Governo che punti a riaffermare e potenziare misure già sperimentate e ritenute efficaci dalle stesse aziende è un passo nella direzione giusta, cioè del sostegno pubblico all’industria 4.0 nazionale.
Industria nazionale 4.0 che, stando agli ultimi dati ufficiali diffusi dall’Ucimu, relativi alla produzione di robot, automazione e macchine utensili, presenta per il secondo trimestre del 2018 ordini in crescita del 2,8%, sia sul mercato interno (+0,5%), sia su quello estero (+3,6%).
In particolare, si legge in una nota del Centro studi e Cultura di impresa dell’Ucimu, la produzione salirà del 9,3%, a 6,6 miliardi di euro (nel 2017 è stata registrata una crescita del 9,6% a 6,08 miliardi di euro). Il consumo si attesterà a 5,07 miliardi di euro, il 13,6% in più rispetto al 2017, trainando sia le consegne dei costruttori sul mercato domestico, attese in crescita del 15,2% a 3,1 miliardi, sia le importazioni (1.96 miliardi, +11,1%).
Anche l’export proseguirà con la crescita: con un incremento del 4,6% raggiungerà il valore di 3,5 miliardi di euro.
Nel 2017, principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono stati: Germania (343 milioni, -9,1%), Cina (342 milioni, +8,2%), Stati Uniti (318 milioni, -9,8%), Francia (213 milioni -5,1%), Polonia (162 milioni, +17,8%), Spagna (134 milioni, +15,3%), Messico (122 milioni, +22,6%), Russia (89 milioni, +16,8%).