L'approfondimento

Robot, aggiornare le Tre leggi di Asimov nell’era dell’industria 4.0

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Più le macchine entrano nelle nostre vite, più siamo costretti a ripensare il nostro rapporto con loro: dall’Università di Warwick una lettura dell’esperienza che stiamo facendo dei robot.

Isaac Asimov, uno degli scrittori di fantascienza più prolifici e popolari al mondo, negli anni Quaranta del secolo scorso presentò quelle che passarono alla storia come le “Tre leggi della robotica”, che potremmo riassumere così: direttamente o indirettamente, un robot non può recare danno a un essere umano; se non contravvengono alla prima legge, i robot devono obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani; sempre in armonia con le due leggi precedenti, un robot deve proteggere la propria esistenza.

Le Tre leggi comparvero tutte assieme nel suo romanzo “Circolo vizioso” del 1942. Da allora, di strada i robot e l’umanità ne hanno fatta assieme e oggi si torna insistentemente a parlare di convivenza e qualità del rapporto tra uomini e macchine.

Il professor Tom Sorell dell’Università di Warwick, nel Regno Unito, ha lavorato al progetto “Accompany, finanziato dall’Unione europea, col fine di creare un compagno robotico che aiuta le persone anziane a vivere in modo indipendente.

In base agli studi eseguiti, Sorell ha ripreso le Tre leggi e ha proposto una riflessioni sull’automazione robotica ai giorni nostri: “le leggi di Asimov sembrano ancora plausibili a prima vista, perché riflettono le paure giustificate riguardo il danno che I robot possono arrecare agli esseri umani, un esempio potrebbero essere I recenti incidenti verificatisi negli USA a causa del malfunzionamento di automobili autonome. Viviamo però anche in un’era in cui robot sempre più sofisticati sono utilizzati per eseguire compiti sempre più complessi progettati per proteggere e prendersi cura degli esseri umani”.

Prendiamo come esempio l’industria dei droni: “Paradossalmente, se un robot è guidato da un essere umano per salvare la vita dei suoi concittadini uccidendo gli esseri umani che li stanno attaccando, si può dire che stia contemporaneamente rispettando e violando la Prima legge di Asimov”.

Inoltre, se il drone è guidato da un essere umano, “si può sostenere che la perdita di vite umane causata dai combattimenti sia colpa dell’essere umano e non del drone”. In effetti, se gli eserciti disponessero di droni si potrebbe ridurre enormemente il numero di vite umane perse in totale: “forse è meglio usare robot invece di esseri umani come carne da cannone”.

A livello puramente economico, di mercato, il settore dei robot crescerà rapidamente dai 9 miliardi del 2016 ai 24 miliardi di dollari del 2022. Le aree di applicazione più vivaci, secondo un recente Rapporto di Zion Market Research, saranno l’industria, la smart home, la Difesa, l’agricoltura, la logistica, l’aerospazio, per un tasso di crescita annuo (Carg) stimato pari al 18%.

Una delle leve principali per implementare l’utilizzo delle macchine nel mondo del lavoro è proprio l’industria 4.0, la smart manufacturing. In uno studio di PwC dell’anno scorso, le imprese si sono dette pronte a investire complessivi 907 miliardi di dollari l’anno da qui al 2020, “per digitalizzare le principali attività della loro catena verticale e per introdurre nuove funzionalità digitali e servizi innovativi data-based”.

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