Il vantaggio dell’abolizione del roaming per le tasche dei consumatori sarà “minimo” nel breve termine, mentre le conseguenze sul lungo periodo saranno “disastrose” per la industry del mobile. La pensa così John Strand, fondatore e Ceo di Strand Consult, secondo cui è un vero peccato che Parlamento e Commissione Ue non abbiano condotto una più accurata analisi d’impatto industriale prima di sancire il taglio del roaming che entrerà in vigore il 15 giugno. Secondo Strand, il danno maggiore lo subiranno gli operatori virtuali (Mvno).
Chi pagherà il conto per il ‘roam like home’?
Secondo Strand Consult, l’effetto prevedibile della nuova normativa Ue sarà una diminuzione del prezzo di chiamata e navigazione dei cittadini Ue all’estero (in media 12-13 giorni all’anno) e un aumento del prezzo in patria nei 353 giorni rimanenti dell’anno. “Gli operatori stanno già aumentando i prezzi di alcune offerte in Norvegia, Irlanda e Danimarca – dice Strand – mentre stanno eliminando il roaming in altre offerte”. A coprire il calo di ricavi del roaming sarà quindi il traffico nazionale, secondo Strand, che nel lungo periodo prevede aumenti sulle tariffe nazionali da parte di diversi operatori.
L’abolizione del roaming per gli operatori virtuali
Gli operatori virtuali sono tanti nella Ue, in diversi paesi la proporzione è di 5 virtuali per ogni telco classica. La chiave del loro business è l’acquisto di traffico a basso prezzo e la rivendita con margini fino al 25% per quelli di maggior successo. L’abolizione del roaming rischia di porre fine a questo business model, perché gli Mvno saranno costretti a coprire i mancati ricavi del roaming internazionale con quelli nazionali.
In altre parole, secondo la società di consulenza, c’è una grossa differenza nella tipologia di consumatori che si affidano ai grandi operatori e a quelli virtuali per non parlare della differenza di Arpu che generano. Molti operatori di nicchia hanno sviluppato competenze particolari per rispondere a diversi segmenti di mercato, fra cui quello corporate, i gruppi etnici, il segmento discount ecc.
C’è poi un’enorme differenza di prezzo nei 28 stati membri della Ue che va dallo spettro ai costi di realizzazione e manutenzione di un network mobile fino all’acquisizione dei clienti.
Ogni paese della Ue, poi, ha un diverso set di contratti. Alcuni prevedono sottoscrizioni di almeno 24 mesi, mentre il limite massimo in altri stati è di 6 mesi.