“Il nostro giudizio è positivo. Viene meno, finalmente, un odioso sovrapprezzo che penalizzava chi si recava in un Paese dell’Unione Europea”. Inizia così l’intervista a Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, sull’abolizione, dal 15 giugno scorso, delle tariffe di roaming nei 28 Paesi dell’Ue. Dona, però, subito aggiunge: “Naturalmente il consumatore deve prestare molta attenzione, dato che le insidie sono sempre in agguato”. Noi ne abbiamo individuato sei: ecco quali sono.
Key4biz. Le telefonate internazionali si pagano sempre. Questo è stato comunicato in modo chiaro ai consumatori?
Massimiliano Dona. Purtroppo si è fatta poca informazione. Anche l’Autorità delle Comunicazioni avrebbe dovuto fare decisamente di più e molto prima per spiegare meglio le novità decise a livello europeo, traducendo in italiano corrente una materia complessa ed espressioni più adatte agli addetti ai lavori che non ad un utente medio: Regolamento Telecom Single market, principio del Roam-Like-At-Home-, Berec, clausola di “fair use”…
Solo il 15 giugno l’Authority ha fatto un comunicato, limitandosi a dire che gli utenti potranno utilizzare il modello D, disponibile sul sito, per denunciare violazioni della nuova normativa, senza però spiegarla. Come posso denunciare una violazione se non so esattamente i miei diritti? Solo ora sul sito si trovano alcune informazioni, ma ci si limita a rimandare al sito della Commissione europea, dove si può scaricare in italiano una guida utile.
Key4biz. Facciamo un esempio: chiamare con un numero italiano un amico spagnolo che utilizza un numero spagnolo non è gratis.
Massimiliano Dona. L’esempio è calzante. Chi dall’Italia telefona in Spagna continuerà a pagare esattamente come prima. Lo stesso accade se dall’Italia chiamo un amico spagnolo che è venuto a trovarmi, ma che usa ancora una scheda spagnola.
Le chiamate fatte dal proprio paese di residenza verso un paese straniero, anche se nell’UE, non rientrano, infatti, nel roaming. I costi aggiuntivi delle chiamate internazionali non sono stati cancellati e si pagano come prima.
Il risparmio e le nuove regole valgono solo quando si viaggia in un altro paese dell’UE, cioè se andando in Spagna chiamo in Italia. Solo se ci rechiamo in uno dei 28 Paesi dell’Unione europea le comunicazioni (telefonate, sms o dati) saranno pagate o detratte dai volumi del piano tariffario nazionale come in Italia, come se ci si trovasse in Italia, senza costi aggiuntivi; 28 per il momento, dato che per il Regno Unito pesa l’incognita Brexit. Nei paesi dello Spazio economico europeo, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, il roaming a tariffa nazionale sarà introdotto a breve. Attenti, dunque, alla data di partenza.
Key4biz. Per quanto tempo si può usufruire del Roaming zero?
Massimiliano Dona. La regola generale è che posso usufruire del roaming a tariffa nazionale se trascorro più tempo o utilizzo più spesso il telefono cellulare nel mio paese rispetto all’estero. La chiamano clausola di “fair use”, in italiano utilizzo corretto. Per verificare se l’utente usa il roaming in modo corretto, l’operatore può controllarne i consumi effettuati negli ultimi quattro mesi o in un periodo più lungo. Se in questo periodo di osservazione il consumatore ha registrato all’estero un consumo di servizi mobili superiore rispetto allo Stato in cui risiede, l’operatore di telefonia mobile può contattarlo e informarlo dell’eventuale applicazione di un sovrapprezzo in caso di prosecuzione della permanenza all’estero. L’utente ha 14 giorni per chiarire la situazione, motivando l’esigenza. Se, poi, entro due settimane dal ricevimento dell’avviso l’utente ristabilisce una presenza o un consumo prevalenti nel proprio paese, non verrà applicato alcun sovrapprezzo. In caso contrario, l’operatore potrebbe iniziare ad applicare costi aggiuntivi a partire dal giorno in cui è stato ricevuto l’avviso.
Pertanto, se non si riceve alcuna comunicazione da parte del proprio operatore durante la permanenza all’estero, si può usufruire del roaming a tariffa nazionale senza doversi preoccupare.
Ricordiamo, infine, che ogni giorno in cui ci si collega almeno una volta alla rete dell’operatore nazionale viene conteggiato come giorno di presenza nel paese di residenza, anche se in quel giorno si va all’estero. Una salvaguardia per i frontalieri.
Key4biz. Il regolamento Ue prevede delle deroghe per gli operatori?
Massimiliano Dona. Gli operatori telefonici possono chiedere deroghe al divieto di applicare un sovrapprezzo, se dimostrano la non sostenibilità delle tariffe nazionali rispetto al traffico generato in roaming. Possono, inoltre, fissare dei limiti ai servizi in roaming, nell’eventualità di un utilizzo abusivo da parte di cittadini stabilmente residenti in un Paese diverso da quello ove hanno sottoscritto il contratto, o in presenza di piani tariffari con consumo dati illimitato o a prezzi molto vantaggiosi.
È su questo che serve più chiarezza e trasparenza.
Key4biz. Alcuni operatori hanno attivato il roaming zero, ma lo hanno limitato al massimo a 1 GB per il traffico dati. Possono farlo?
Massimiliano Dona. Per quanto riguarda le telefonate e gli sms (da non confondere con Whatsapp che è una connessione dati), se nel proprio paese di residenza si dispone di chiamate vocali e SMS illimitati, non ci potrà essere alcuna restrizione sui volumi con i servizi di roaming.
Per il traffico dati il discorso è molto più complesso. Se in patria si dispone di traffico illimitato o di tariffe molto convenienti, l’operatore potrebbe applicare un limite di salvaguardia all’uso dei dati in roaming. In tal caso, è tenuto ad informare preventivamente l’utente e ad avvisarlo nel caso in cui tale limite venga raggiunto. Il limite di salvaguardia deve essere abbastanza elevato da coprire, se non tutte, la maggior parte delle esigenze di roaming. Oltre tale soglia, è possibile continuare a utilizzare i dati in roaming dietro pagamento di un sovrapprezzo (al massimo 7,70 euro per 1 GB di dati + IVA). Attenti, quindi, a non superare la soglia di GB.
Key4biz. La Svizzera è esclusa dal Roaming zero.
Massimiliano Dona. Esatto. La Svizzera non rientra tra i 28 Paesi dell’UE. Quindi il roaming va disabilitato, altrimenti sono guai. Se ve ne dimenticate, all’attraversamento di una frontiera dell’UE gli utenti devono comunque ricevere un SMS di avviso del passaggio al roaming. Il messaggio deve specificare la politica di utilizzo corretto del roaming applicata dall’operatore.
Key4biz. C’è il rischio di un aumento delle tariffe nazionali per supplire al mancato ricavo causato da questa novità?
Massimiliano Dona. Purtroppo sì. Il rischio che le perdite siano comunque traslate sul consumatore, attraverso un rialzo delle tariffe nazionali, è reale. Ricordiamo che esiste sempre la facoltà dell’utente di recedere dal contratto e cambiare operatore telefonico. In questo caso, dato che il recesso sarebbe frutto dell’aumento della tariffa, deve essere senza costi per l’utente.
Il consumatore deve sempre leggere le bollette e prestare attenzione agli sms inviati dalla compagnia telefonica. In caso di dubbi, contattarli e chiedere delucidazioni. Se insoddisfatto, rivolgersi ad un’associazione di consumatori o far valere comunque i suoi diritti.
Key4biz. Qual è la sua speranza, che identifica quella dei consumatori?
Massimiliano Dona. Il Roaming zero nei paesi Ue è un piccolo passo avanti, considerati quanti fastidiosi balzelli continuiamo a pagare e non è per questo provvedimento che ora potremo dire di aver fatto progressi significativi nella costruzione di un’Europa veramente unita, ma almeno si va nella direzione di un abbassamento delle tariffe telefoniche e dell’abbattimento di una barriera alla libera circolazione delle persone, creando uno spazio telefonico unico.
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