Dopo mesi di negoziati, L’Unione Europea ha raggiunto un’intesa preliminare per la fine del roaming. Il sovrapprezzo sulle chiamate effettuate dall’estero sarà abolito in tutta Europa a partire dal 15 giugno del 2017. L’accordo politico è stato annunciato dalla presidenza lettone, che proprio oggi lascia il testimone al semestre lussemburghese, al termine di una maratona notturna che ha coinvolto il trilogo formato da Commissione, Consiglio e Parlamento europeo. Nelle prossime settimane l’accordo sul fine roaming avrà bisogno dell’approvazione di Parlamento e Stati membri per trasformarsi in legge. Un passaggio non banale, visto che i dettagli da mettere a punto non sono pochi.
Oltre al roaming, raggiunto anche un accordo di massima sulla net neutrality (open Internet), con l’obiettivo di arrivare ad una normativa comune nella Ue il 30 aprile 2016. Ma bisognerà aspettare e vedere se gli Stati membri troveranno una visione comune in tempi stretti su un argomento molto controverso, per il quale l’Italia caldeggia una posizione simile a quella assunta dalla Fcc (Federal Communication Commission) statunitense. L’accordo sarà sottoposto agli stati membri per l’adozione formale fra luglio e dicembre.
Net neutrality
Sulla net neutrality introdotti per la prima volta principi normativi sui quali il trilogo ha concordato: in primo luogo, si legge nella nota della Commissione Europea, gli utenti europei saranno liberi di accedere a tutti i contenuti senza blocchi o rallentamenti. La prioritizzazione a pagamento del traffico non sarà consentita.
Ciò significa, per esempio, che “l’accesso al sito web di una start up non potrà più essere rallentato per favorire il traffico di una grande web company”, fa sapere la Commissione Ue, aggiungendo che nessun servizio potrà essere bloccato “perché non paga tariffe extra agli Isp”.
In sintesi, l’open Internet garantito si baserà sul principio che tutto il traffico online sarà trattato in maniera uguale, eccezion fatta per alcuni casi chiaramente definiti e di pubblico interesse, come ad esempio la sicurezza di rete o la lotta alla pedopornografia (ad esempio per bloccare la trasmissione di immagini pedopornografiche).
Nel contempo, diversamente da quanto previsto negli Usa, nella Ue gli Isp potranno continuare “ad offrire servizi specializzati di migliore qualità, come ad esempio Internet Tv e nuove applicazioni innovative (ad esempio video conference telemiedicina ndr), a patto che questi servizi non vengano forniti a detrimento della qualità dell’open Internet”.
L’obiettivo è rendere cogenti questi principi con un testo ufficiale il 30 aprile 2016.
Le richieste di ETNO
Nel ribadire la necessità di un quadro regolatorio che sia favorevole agli investimenti in banda ultralarga, dopo l’accordo di questa notte sul Telecom Single Market, per quanto riguarda la Net Neutrality l’ETNO chiede in una nota alla Ue di “Fare in modo che l’ultima parola sulle regole dell’Open Internet, così come la loro implementazione sotto l’egida del BEREC, non peggiori la user exeprience degli utenti e la qualità della rete, e che non venga limitato lo sviluppo di business model innovativi. Senza equilibrio e senza una buona implementazione si rischia di danneggiare l’innovazione”.
“E’ fondamentale assicurare la coerenza della regolamentazione di oggi con gli obiettivi di lungo periodo di rilanciare gli investimenti e consentire la libertà di innovare”, precisa Etno, che chiede in particolare di “finalizzare e attuare regole sul roaming che non distorcano i mercati nazionali e permettano il recupero dei costi per tutti gli attori del mercato”.
Le priorità dell’accordo Ue
L’accordo siglato questa notte menziona cinque obiettivi fondamentali per la Commissione: il raggiungimento di un vero mercato unico, una maggiore armonizzazione sulle politiche dello spettro, nuove regole che favoriscano gli investimenti in banda ultralarga; la creazione di un “level playing field” che tenga conto della crescente importanza dei player della rete che “forniscono servizi simili o equivalenti ai servizi tradizionali” e infine uno sforzo di Governance, perché il quadro regolatorio dei singoli stati membri non sia difforme, in particolare per quanto riguarda lo spettro radio.
Fine roaming, le prossime tappe
Nelle prossime settimane l’accordo sul fine roaming sarà formalizzato separatamente da Commissione, Consiglio e Parlamento ciascuno per le sue competenze. I dettagli da sistemare non sono pochi.
Soddisfatto Andrus Ansip, commissario per il Digital Single Market: “Gli europei chiedevano da tempo la fine delle tariffe di roaming e nuove regole per la net neutrality e le loro richieste sono state ascoltate – ha detto Ansip – C’è molto lavoro per raggiungere il Digital Single Market, ma le nostre richieste sono state accolte dai Capi di Stato e di Governo la settimana scorsa (venerdì ndr) e ora ci muoveremo molto rapidamente”.
Anche Gunther Oettinger accoglie positivamente l’accordo raggiunto su roaming e “nuove regole pragmatiche e ragionevoli sulla net neutrality”.
“Quando l’Europa parla a una voce sola è sempre positivo, quindi l’accordo su fine roaming e net neutrality è una bella notizia, anche se per ora è solo sui punti e rimangono da definire dettagli tecnici non secondari. Dopo due anni di trattative la promessa ai cittadini europei è stata mantenuta e il rischio di un rinvio al 2018, grazie al contributo del governo italiano, di altri governi e al sentimento diffuso della pubblica opinione, è stato scongiurato”. Così il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli – Gli aspetti tecnici che ancora devono essere scritti non sono di dettaglio: lavoreremo perché non svuotino il senso dell’accordo di oggi o determinino rischi di slittamenti sostanziali degli effetti”.
“Lo avevamo promesso, abbiamo lottato per questo, e ora lo abbiamo fatto: la grande fregatura del roaming è finalmente giunta alla fine”. Così il leader dei liberaldemocratici (Alde) all’Europarlamento Guy Verhofstadt, da sempre in prima linea per l’abolizione dei sovraccosti del roaming. L’ex premier belga ha quindi ricordato la ex commissaria all’agenda digitale Neelie Kroes che aveva “mostrato una grande visione proponendo questi cambiamenti radicali” che sono stati “realizzati grazie a una forte campagna dei liberaldemocratici all’Europarlamento”.
Le tariffe
Nel frattempo, le tariffe di roaming saranno progressivamente tagliate a partire dal 30 aprile 2016 ad un tetto massimo di 0,05 centesimi al minuto per le chiamate, 0,02 centesimi per gli Sms e 0,05 centesimi per megabyte (Iva esclusa). “Si tratta di uno sconto del 75% rispetto alle tariffe attualmente in vigore nella Ue”, fa sapere la Commissione Ue.
Gli operatori Tlc potranno però intervenire in base al principio di “fair use policy”, bloccando eventuali abusi sul roaming, ad esempio nel caso in cui un cliente di un certo paese disponga di abbonamenti telefonici di un altro paese dove le tariffe di roaming sono più vantaggiose.
Alla fine la presidenza lettone ha trovato un compromesso in extremis fra le diverse posizioni della Commissione Ue, favorevole ad abolire le tariffe di roaming nel 2018, e il Parlamento Ue, che intendeva anticipare la data di fine roaming al 2016.
La proposta della Commissione Ue risale al 2013, ma l’accordo è stato raggiunto soltanto la notte scorsa, al termine dell’ultimo negoziato del trilogo. “E’ un grande successo per la Ue e per la presidenza lettone”,ha detto Anrijs Matiss, il ministro lettone dei Trasporti.
L’ultimo round di negoziati si è tenuto questa notte, quando una certa dose di ottimismo iniziava a serpeggiare fra le parti.
C’è da dire che le posizioni iniziali di Parlamento e Consiglio Ue non erano poi così lontane e riguardava soltanto la data di abolizione delle tariffe: il Parlamento voleva accelerare e chiudere nel 2016, il Consiglio, più cauto, puntava sul 2018. La soluzione è stata infine trovata a metà strada fissando il termine il 15 giugno 2017.
Consumatori Ue: il demonio è nei dettagli
“Il demonio è nel dettaglio” dell’accordo Ue per la fine del roaming. Così l’associazione dei consumatori europei, il Beuc, secondo il cui presidente Monique Goyens, in quanto “l’abolizione dei prezzi del roaming al dettaglio entro il 2017 dipende dal completamento della revisione del mercato all’ingrosso, che sarà un duro compito”.
E sul fronte della net neutrality per il Beuc ancora “le salvaguardie contro l’impatto dei servizi specializzati non sono abbastanza forti”, mentre “non sono stati affrontate discriminazioni commerciali” come lo ‘zero rating’ “a detrimento della scelta dei consumatori”.