È saltata ancora una volta a Bruxelles l’intesa sulla fine del roaming e anche l’accordo sulla net neutrality sembra più lontano.
E’ questo l’esito degli ultimi negoziati tra Consiglio, Parlamento e Commissione UE, che di fatto fanno retromarcia in blocco sulla questione delle norme che regolano l’accesso alla Rete e sul tema ancor più delicato del Roaming Zero.
Una minoranza dei paesi membri, capeggiata dalla Francia, si è opposta vigorosamente, anche se alla fine tutti i 28 stati membri hanno richiesto il rinvio della decisione sulla proposta di abolizione del roaming a metà giugno del 2018, una data che rallenterebbe la tabella di marcia fissata dalla presidenza UE, che spinge per fissare all’estate del 2017 il termine ultimo per il fine roaming.
I tempi si allungano, difficile mettere d’accordo tutti i paesi della Ue su un tema, il roaming, molto delicato per le telco del Vecchio Continente. E dire che alla vigilia dell’ultimo round di negoziati Andrus Ansip, Vice Presidente per il Mercato Unico Digitale Europeo, aveva mostrato segni di speranza e tenacia in un tweet del primo giugno.
I don’t easily give up hope: it’s time to end #roaming for good, and soon. @EUCouncil and EP to deliver in #TSM negotiations tomorrow.
— Andrus Ansip (@Ansip_EU) June 1, 2015
Speranze che si sono arenate nonostante l’offerta del pacchetto agevolato sul tavolo, che propone a ciascun cliente un pacchetto annuo di 100 MB di dati, 100 minuti di chiamate in uscita e in entrata e 50 messaggi di testo da addebitare secondo il piano tariffario nazionale.
C’era da aspettarsi una reazione de genere da parte di stati membri e compagnie tlc, dal momento che, secondo stime, gli introiti derivanti dal roaming rappresentano in media il 10% dei ricavi delle telco. Una cifra che non può certamente essere ignorata ma che va contro l’interesse dei consumatori.
Fondi che servono alle telco Ue in una fase in cui sono richiesti grossi investimenti per la realizzazione delle reti a banda ultralarga e per finanziare le gare per l’assegnazione di nuove frequenze destinate al 4G.
Consumatori che già considerano il rinvio al 2018 della normativa sulla net neutrality e sull’abolizione del roaming come un primo passo falso nel pacchetto Connected Continent nella strategia del Mercato Unico Digitale Europeo.
Ad ogni modo, oggi ci sarà un nuovo incontro tra gli ambasciatori degli stati membri a Bruxelles, il 12 giugno si terrà il Consiglio UE tlc e domani verranno fissate le date per l’incontro tra i ministri. Molta carne al fuoco e, forse, la possibilità di un nuovo piano che metta d’accordo le varie parti in causa, anche se niente esclude che roaming e net neutrality continueranno ad essere rimandate, così come la volontà dei consumatori a poter chiamare in roaming zero.