Sia prima sia dopo l’entrata in vigore del Roaming zero su Key4biz abbiamo messo in evidenza l’onerosità del ‘Roam like at home’ per gli operatori mobili virtuali, che hanno sia modelli di business e prezzi diversi dagli operatori di rete sia un bacino di utenti in crescita. Così non ci ha sorpreso sapere che Tiscali ha chiesto, come prevede lo stesso regolamento Ue, una deroga all’Agcom.
Con Massimo Castelli, direttore marketing Tiscali, approfondiamo la vicenda.
Key4biz. Tiscali ha chiesto una deroga all’Agcom sul Roaming zero, per quale motivo?
Massimo Castelli. Sia per una questione di principio sia per una questione pratica. La regolamentazione sul roaming, che favorisce lo sviluppo del mercato, oggi pretende un’applicazione di ‘Roam like at home’, che è perfettamente gestibile da un grande operatore perché in grado di bilanciare traffico in entrata e in uscita. Questa equazione economica, però, non si verifica in operatori virtuali come Tiscali, perché dal 15 giugno ci troviamo ad applicare una tariffa flat con costi di wholesale degli infrastrutturati molto diversi in Italia e all’estero. Dunque la richiesta all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha l’obiettivo di formalizzare ed evidenziare l’impatto economico di ‘Roam like at home’ che è decisamente più oneroso per gli operatori MVNO, come Tiscali rispetto agli operatori infrastrutturati che possono avvalersi delle compensazioni.
Key4biz. È una disparità penalizzante?
Massimo Castelli. Sì, perché il Roaming Zero è pensato principalmente per i consumatori finali in quanto garantisce l’applicazione delle tariffe nazionali anche all’estero, ma la sua sostenibilità può essere assicurata solo in presenza di compensazioni fatte tra gli operatori infrastrutturati quando i clienti effettuano traffico sulle rispettive reti, penalizzando quindi gli MVNO che, appoggiandosi a reti di terzi, sostengono esclusivamente i costi wholesale dell’operatore ospitante (fissati per il roaming ad un prezzo molto più alto, per i dati, rispetto alla media dei costi nazionali), senza poter compensare. È una disparità penalizzante, appunto.
Key4biz. Nel dettaglio qual è la richiesta?
Massimo Castelli. La richiesta quantifica la non sostenibilità dell’applicazione delle tariffe nazionali in caso di roaming ed è finalizzata all’ottenimento della deroga di un anno all’applicazione della norma e alla possibilità di applicare un sovraprezzo. Più precisamente l’esito si potrebbe concludere con l’indicazione da parte di Agcom del sovraprezzo che l’operatore richiedente è autorizzato ad applicare per coprire le perdite, solo se superiori al 3% riferito al fatturato annuo del servizio mobile.
Key4biz. Nonostante questo dal 15 giugno Tiscali ha aderito completamente al Roaming Zero?
Massimo Castelli. Sì, Tiscali ha aderito completamente al ‘Roaming Zero’ facendo una scelta onerosa per l’azienda a tutto vantaggio del cliente. Infatti ha annunciato in occasione del lancio della nuova suite Mobile Open che per tutte le offerte mobile, dal 15 giugno, il traffico incluso potrà essere utilizzato anche in roaming in Paesi Ue senza costi aggiuntivi. Una precisa scelta a favore del mercato in una fase di forte crescita dell’offerta mobile.
Key4biz. Se l’Agcom concede la deroga cosa cambierebbe per i clienti?
Massimo Castelli. In caso di concessione della deroga, Tiscali avrebbe la facoltà di applicare il sovraprezzo indicato dall’Autorità e questo ci permetterebbe di recuperare una parte del deficit causato dal ‘Roam like at home’, oltre alla già prevista Fare Use Policy (FUP), che si tradurrebbe per il cliente in una quantità definita di traffico in roaming incluso nel pacchetto, in particolare per i dati. Per esempio su un pacchetto dati di 4 GB, il cliente quando è in viaggio nei Paesi Ue potrebbe utilizzare solo 1 GB.
Invece, se la deroga non dovesse essere concessa allora Tiscali potrebbe decidere di ridurre le offerte rispetto a quelle di mercato, proprio per sostenere il più possibile economicamente il nuovo servizio di roaming. E questo non ci piace dal punto di vista competitivo perché va a penalizzare i piccoli operatori che rendono più dinamico e più vicino al consumatore il mercato della telefonia mobile.
Key4biz. Parliamo del mercato della telefonia mobile di Tiscali.
Massimo Castelli. Al 31 dicembre 2016 i clienti Tiscali Mobile trafficanti a 6 mesi erano 166mila, in crescita del 22% rispetto al 31 dicembre 2015, che registrava 136mila clienti. Dunque il trend è in forte crescita soprattutto a partire dal secondo trimestre di quest’anno e la nostra politica va appunto in questa direzione.
Key4biz. Qual è il valore aggiunto di Tiscali mobile?
Massimo Castelli. La flessibilità e la trasparenza. Il recente lancio della suite Mobile Open segue un posizionamento di offerta che ha l’obiettivo di offrire ai clienti soluzioni personalizzabili, estremamente competitive e trasparenti: nessun vincolo, costi nascosti o obblighi di permanenza contrattuale. Il cliente può disporre di circa 200 personalizzazioni diverse, da sito o da app, ma tra le nostre proposte meritano particolare attenzione le offerte a 9 euro che offrono 6 GB o 7GB in funzione di un target più o meno “young”.
Key4biz. Tiscali come sta vivendo la nascita di operatori telefonici low cost?
Massimo Castelli. La sta vivendo bene perché parleranno la lingua che noi già parliamo come operatore a 360° di servizi di telefonia fissa e mobile. Quindi gli operatori che si aggiungeranno al mercato e avranno il nostro stesso “tono” di voce, ossia offriranno tariffe senza frills, potranno solo avvantaggiarci perché i consumatori saranno più bravi a guardarsi intorno per cercare piani tariffari con meno o con zero costi aggiuntivi e sottoscrivere, quindi, tariffe flessibili e trasparenti. E Tiscali già lo fa.
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