Spetterà agli Stati membri rimediare al pasticcio della Commissione europea sul roaming? Ne è convinto l’analista John Strand, che parla di un’Europa in crisi esistenziale (parafrasando lo stesso presidente Juncker), un’Europa che non riesce a incentivare la crescita economica e sa solo imporre nuove regole.
Il fatto che il nuovo regolamento sul roaming sia stato concepito a beneficio di ‘tutti gli europei’ come recita il comunicato della Commissione, sembra semplicemente “un disperato tentativo di fare credere che si stia facendo qualcosa a vantaggio dei cittadini”, dice Strand. Il rovescio della medaglia, aggiunge, è che così facendo la Ue non fa però che “peggiorare il già moribondo stato degli investimenti infrastrutturali, imponendo senza volerlo un regime di sorveglianza sul roaming per tutti i cittadini europei in nome del fair use”.
Secondo Strand, la Ue è al momento il posto meno attraente per gli investitori e le nuove regole sul roaming dimostrano che la Commissione ancora una volta ha preferito una mossa di facciata a un regolamento in grado di incentivare la crescita.
Di seguito, le domande che l’analista rivolge ad Andrus Ansip e Günther Oettinger, alla Commissione e al Berec.
- Come sono definiti i confini del fair use? Se saranno i regolatori nazionali, non la Commissione europea, a determinare se il cliente abusa di una scheda SIM, vorrà dire che ci saranno 28 diverse interpretazioni di fair use?
- Un danese medio viaggia in media due settimane ogni anno fuori della Danimarca. Quanto roaming può utilizzare prima che il suo utilizzo sia considerato abuso? I clienti business viaggiano fino a 5-6 mesi all’anno. Quando il loro utilizzo viene considerato abuso? In che modo queste soglie di abuso devono essere armonizzate tra gli eterogenei europei?
- Se si stabilisce uno standard di ‘abuso’, come può un operatore di telefonia mobile distinguere tra quegli utenti che usano il roaming in maniera ‘equa’ da quelli che ora abusano del roaming perché il nuovo standard è più elevato rispetto a quello che avrebbero usato quando dovevano pagare per il loro utilizzo?
- Come può allora un operatore mobile fissare il prezzo dei propri servizi nazionali in maniera equa se gli ‘heavy user’ del roaming ottengono un premio artificioso mentre i ‘light user’ stanno subendo una tassa?
- La Ue vuole che gli operatori indaghino per scoprire se gli utenti usano più sim card e se ne abusano. Come funzionerà in pratica?
- Le schede SIM, comprese quelle prepagate, sono collegate a un numero di previdenza sociale. Spesso gli utenti acquistano più schede SIM per amici e parenti (spesso per un bambino sotto il nome di un genitore). Come saranno differenziati tali acquisti e come si identificheranno eventuali abusi?
- La Ue distingue tra diversi tipi di utilizzo e dice che gli operatori mobili dovrebbero confrontare i modelli di utilizzo di diverse schede SIM. Come dovrebbe essere fatto in pratica? Come fa un operatore di telefonia mobile identificare un “normale” modello di consumo senza violare la privacy dei propri clienti?
- Come si applicherà il fair use essere se un utente dispone di più schede SIM di più operatori?
- Quale sarà il costo per implementare il fair use? Come faranno i MVNO con personale e budget limitato?
- Le nuove regole sul roaming creeranno distorsioni tali che un danese che utilizza il roaming in Germania paga meno di un tedesco con un abbonamento di telefonia mobile nazionale.Il prezzo all’ingrosso per 1 GB di dati in molti paesi europei è superiore al prezzo di vendita al dettaglio in altri paesi europei. In pratica significa che per rispettare le regole di roaming, gli operatori devono operare in perdita. Come faranno gli operatori ad affrontare il problema della carenza di ricavi generata da queste nuove regole? Il costo del roaming è di tre volte superiore rispetto al servizio nazionale.La Telecom Industry Association danese ha calcolato che il costo del roaming per un cliente che utilizza 20 GB di dati in roaming in un mese è pari al 90% dell’ ARPU annuale per quel cliente. Come può la DG Connect sostenere che tali coefficienti siano attraente per gli investitori?
- Cosa suggerisce la Commissione europea agli operatori per recuperare ricavi da destinare agli investimenti di rete, ora che le entrate sono così notevolmente ridotti?
- I consumatori possono essere in disaccordo con gli operatori sul fair use. Come dovranno essere affrontati i reclami?
- Chi pagherà per l’aggiudicazione dei reclami e delle controversie?