L’Italia tende una mano all’industria mobile europea: con una proposta, che Key4biz ha potuto visionare, la presidenza italiana della Ue mira infatti a posticipare la fine delle tariffe di roaming (fissata al dicembre 2015) e a introdurre licenze della durata di almeno 25 anni per l’uso dello spettro radio.
La proposta della presidenza italiana del Consiglio europeo, sulla quale dovranno esprimersi gli Stati membri, sarà discussa domani e potrebbe dare un po’ di respiro agli operatori tlc, che negli ultimi anni hanno subìto la forte concorrenza dei servizi di messaggistica via internet e pagato le conseguenze di una feroce concorrenza sul versante dei prezzi al consumo, oltre che di una pesante stretta regolatoria sulle tariffe di terminazione e, appunto, del roaming.
Nel dettaglio, prevede l’abolizione di tre delle proposte contenute nel pacchetto Kroes: l’autorizzazione unica, le misure sull’accesso virtuale alle reti e il rafforzamento del Berec.
Le proposte sul roaming
Per quanto riguarda il roaming, in discussione non sarebbe tanto la sua abolizione, quanto la tempistica: l’eliminazione in tempi brevi di una fonte di reddito tanto importante per gli operatori sarebbe infatti deleteria per un’industria già in forte crisi e chiamata al contempo a importanti investimenti per la realizzazione delle nuove reti.
Ma la questione, ammette la stessa presidenza, è “troppo politica”.
La proposta, in particolare, prevede un percorso graduale di riduzione verso il cosiddetto ‘roam like home’ (parla ovunque come a casa) cioè l’equiparazione delle tariffe domestiche con quelle all’estero (purché in paesi Ue) e una serie di meccanismi di salvaguardia – come l’introduzione di tariffe calcolate con cadenza annuale sulla base del “consumo domestico medio annuo nell’Ue” – volti a prevenire usi anomali o abusivi dei servizi di roaming. Non vengono però citate date: “La data per l’introduzione del ‘roam like home’ , oggetto di misure transitorie e limiti di ‘fair use’, è ancora da definire ed è una importante questione politica”.
Lo spettro radio
Per quanto riguarda invece lo spettro radio, la bozza rimuove le disposizioni che avrebbero dato più potere alla Commissione o al Berec e rafforza il coordinamento tra gli stati membri attraverso il Radio Spectrum Policy Group (RSPG), che riunisce le autorità nazionali competenti in materia di spettro.
Alla Commissione viene conferita la possibilità di fare delle Raccomandazioni sull’armonizzazione della gestione dello spettro.
Viene quindi proposti che “tutti i nuovi diritti d’uso dello spettro radio…siano concessi con una durata minima di 25 anni e, in ogni caso, per un tempo appropriato a incentivare investimenti e concorrenza. Gli Stati membri potranno concedere diritti d’uso a tempo indeterminato”.
Net neutrality
Secondo la definizione proposta dalla Presidenza italiana, la neutralità della rete è quel “il principio secondo il quale tutto il traffico Internet viene trattato allo stesso modo, senza discriminazioni, limitazioni o interferenze, indipendentemente dal mittente, destinatario, tipo, contenuto, dispositivo, servizio o applicazione”.
Nell’introduzione al documento, la Presidenza chiarisce che il testo si limiterà a sancire il principio generale in base al quale “i servizi specializzati non devono pregiudicare la qualità generale di internet”.
Per non ostacolare gli investimenti, quindi, la bozza introduce il concetto di ‘more for more’: in sostanza, più gli operatori investiranno per aumentare la capacità delle reti, maggiore sarà la loro possibilità di offrire servizi specializzati.
“Questo approccio ha lo scopo di incentivare gli operatori a investire sia nell’open internet sia nei servizi specializzati”, si legge nella bozza, che delega alle autorità nazionali il compito di monitorare gli avanzamenti in entrambi i sensi.
Viene anche specificata una lista di casi in cui agli operatori è concessa una limitazione del traffico, come ad esempio per permettere agli utenti di esercitare funzioni di controllo della navigazione dei minori.
Agli utenti, quindi, maggiore controllo sulla qualità del servizio e della velocità offerti dagli operatori.
Le proposte italiane potrebbero trovare terreno fertile nella nuova Commissione europea, che entrerà in carica dal primo novembre, dal momento che il presidente Jean-Claude Juncker ha messo i temi del digitale e il mercato unico delle comunicazioni elettroniche tra le priorità dell’esecutivo.
Per Neelie Kroes, le cui proposte di riforma del settore delle telecomunicazioni hanno sollevato non poche perplessità, il testo della presidenza italiana “ha tutti gli elementi essenziali per far progredire il mercato telecom europeo: la fine del roaming, garanzie sulla net neutrality, maggiore collaborazione sullo spettro e la protezione dei consumatori. Pur mancando dell’ambizione del testo della Commissione, è una buona base per ulteriori negoziazioni”.