Telecom Italia è decisamente una preda ambita dagli operatori d’oltralpe: dopo Vivendi, salita nelle scorse settimane a oltre il 20%, anche Xavier Niel – fondatore e principale azionista di Iliad, casa madre dell’operatore mobile low cost francese Free e azionista di Le Monde – ha acquisito l’11,2% della compagnia telefonica italiana attraverso il fondo Rock Investment.
In particolare, come confermato dalla Consob, il pacchetto acquisito da Niel (a titolo personale e non attraverso Iliad) è composto da una partecipazione potenziale pari al 6,1% derivante dal contratti di opzione call che hanno differenti date di regolamento già fissate. Oltre a queste call, Niel ha posizioni lunghe pari al 5,109% sempre con diritto di voto. Il tutto, ai valori attuali, per un controvalore di circa 1,7 miliardi di euro.
L’arrivo di Niel ha fatto impennare il titolo Telecom che a Piazza Affari è arrivato a registrare un aumento dell’8% e, grazie anche al rally degli ultimi giorni, si è riportato ai massimi recenti toccati a luglio (intorno a quota 1,28 euro) e sui valori del mese di luglio 2008.
Un po’ meno entusiasmo si registra invece alla Borsa di Parigi, dove il titolo Vivendi per lunga parte della giornata è stato preceduto dal segno meno. Secondo alcuni osservatori, la mossa di Niel spingerà il gruppo media a puntellare ulteriormente la sua presenza nella compagnia telefonica italiana.
Chi è Xavier Niel (e chi potrebbe esserci dietro)
Classe 1967, Xavier Niel comincia a scompigliare le carte nel mondo di internet e della telefonia nel 2002 lanciando l’offerta Freebox, che gli vale il soprannome di ‘Robin Hood della banda larga’.
La sua avventura comincia però molto prima, negli anni ’80, con il Minitel, il servizio telematico considerato l’antesignano della rete e sulle cui fondamenta Niel lancia servizio di chat erotiche Minitel Rosa.
Da lì comincia la sua ascesa irresistibile.
Nel 1993 crea il primo fornitore di servizi web di Francia, World-NET, che riuscirà a vendere per 40 milioni di euro poco prima dello scoppio della bolla nel 2000 a Kaptech (l’attuale Neuf Telecom) e per mezzo del quale comincia la sua battaglia contro i ‘poteri forti’ del settore (nel 1998, ad esempio, lancia il boicottaggio di France Telecom per le sue tariffe troppo elevate).
Nel giro di poco più di un decennio, Niel – che per qualcuno è quanto di più simile a Steve Jobs l’Europa abbia mai prodotto – diventa uno degli imprenditori più famosi e ricchi di Francia: è fra i 10 uomini più ricchi del paese con una fortuna stimata in oltre 7 miliardi di euro e secondo un recente sondaggio Consulting Inc / L’HuffPost è considerato il ‘capo ideale’ dal 40% dei francesi.
Amato dalla gente, detestato dall’establishment
Niel, che detiene anche i diritti della canzone ‘My Way’ (l’unica eredità che lascerà ai figli, dice lui) non sta molto simpatico all’establishment e lui non smette di trattare i potenti con la sua celebre irriverenza: quando nel 2010, insieme a Pierre Bergé e Matthieu Pigasse decide di salvare lo storico quotidiano Le Monde dal fallimento, rilanciandolo con un investimento da 100 milioni di euro, l’ex presidente Nicolas Sarkozy gli dà del ‘pornografo’. La sua risposta è stata: “Detto da lui è un complimento”.
Non contento dello scompiglio creato nel mondo Internet con i suoi servizi a prezzi stracciati, dopo una decina d’anni – e questa è storia recente – Niel replica nel campo dei servizi mobili, introducendo con Free un forfait che, al costo di 19,90 euro al mese offre chiamate illimitate verso oltre 40 paesi del mondo, SMS illimitati e anche internet illimitato.
“Ho deciso di gettarmi in un progetto di questo tipo perché mi sento del tutto truffato dalle compagnie telefoniche che operano sul territorio francese”, ha affermato Niel, che, oltre a Free, controlla il 55% del capitale sociale di Monaco Telecom e lo scorso anno ha sborsato 2,3 miliardi di euro per acquistare Orange Suisse.
Un’offerta, quella di Free, che ha gettato nel panico i concorrenti ed è costata critiche pesanti a Niel. Lui, però, senza alcun timore reverenziale, è arrivato a lanciare via Twitter battute al vetriolo anche al ministro dell’Industria Arnaud Montebourg.
Visti, quindi, il suo temperamento e la sua intraprendenza, non potremo che assistere a una bella battaglia tra Niel e il patron di Vivendi Vincent Bollorè, altro manager conosciuto per la sua indole ingombrante e accentratrice. Chissà che ora, con l’arrivo del rivale, Bollorè non vorrà accelerare sulla presa di controllo della compagnia italiana, anche perché secondo indiscrezioni non ci sarebbero mai stati approcci tra i due uomini d’affari.
L’investimento di Niel non indicherebbe, quindi, la nascita di un ‘fronte francese’ per il controllo di Telecom Italia, che pure ormai è per il 31% in mano a società d’oltralpe, tanto più che secondo alcune fonti, dietro al patron di Free potrebbe esserci un altro magnate miliardario delle tlc ben noto al mercato italiano: si tratta dell’egiziano Naguib Sawiris amico personale di Niel ed ex proprietario di Wind, poi ceduto ai russi di Vimpelcom. Sawiris non ha mai fatto mistero di essere interessato a Telecom Italia e più volte ha avanzato proposte per entrare nel capitale, puntualmente respinte.
Fantaeconomia? Forse, vedremo.
Di sicuro, in Telecom si preannuncia battaglia, anzi rivoluzione.