Audiovisivo

Ritardi su ritardi, tra Rai e cinema: tutto rimandato al post-elezioni europee

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Tutta la “macchina burocratica” del Ministero della Cultura sembra congelata, così come il “policy making”, in attesa dell’esito delle consultazioni dell’8 e 9 giugno. Col rischio che, appena rimessa in moto, il motore si ingolfi…

Tante volte, anche su queste colonne della rubrica IsICult sul quotidiano online “Key4biz”, abbiamo segnalato (e talvolta denunciato) gli innumeri ritardi che riguardano la “politica culturale” italiana, ed anche – quindi – la “politica mediale” (vedi, da ultimo, “Key4biz” di mercoledì scorso 15 maggio 2024, “Il Tax Credit cinema e audiovisivo: destinato a crollare il castello di carte?”: dall’incomprensibile ritardo che lascia la Rai contrattualmente in incerta situazione (il “contratto di servizio” 2023-2028 non è stato ancora pubblicato, a distanza di due mesi dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri…), all’incomprensibile ritardo nella convocazione delle elezioni del Cda di Viale Mazzini (Camera e Senato continuano a non calendarizzare l’elezione dei 4 membri da parte del Parlamento)… In relazione al cda pende ora anche una novella “spada di Damocle”, data l’attesa per la prima udienza, il 29 maggio 2024, del ricorso davanti al Tar promosso da 4 consiglieri sui 71 candidati (assistiti dall’Avvocato Giovanni Pravisani), che potrebbe mettere in discussione tutta la procedura, che viola – secondo i ricorrenti – il nuovo regolamento europeo “Media Freedom Act” (il cosiddetto “Emfa”), che impone regole trasparenti nei processi di selezione di chi è chiamato alla “governance” dei servizi mediali pubblici (vedi “Key4biz” del 23 aprile 2024, “Cda Rai, ‘astensionismo’ nelle candidature: soltanto 72 aspiranti consiglieri. Tutti i nomi”)…

Stasi e stagnazione… Ritardi à gogo…

Tutto “sospeso” nelle more dell’esito delle elezioni europee di sabato 8 e domenica 9 giugno.

Stasi e ritardi anche sul fronte del cinema e dell’audiovisivo.

Tutto il sistema è sostanzialmente fermo, paralizzato, congelato, da molti mesi, in verità da un anno, allorquando nell’estate del 2023 è emersa l’esigenza di riformare la “Legge Franceschini” del 2016, con particolare attenzione al controverso strumento del “Tax Credit”.

Soltanto pochi giorni fa (sabato 11 maggio, sul sito web del Ministero della Cultura; curiosamente tre giorni dopo, martedì 14 maggio, sul sito della Direzione Cinema e Audiovisivo retta da Nicola Borrelli), ha visto finalmente la luce il “piano di riparto” dei 696 milioni di euro del Fondo per gli investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo, un documento che evidenzia la volontà del Ministro Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) di imprimere una svolta ad un sistema che, nel corso dei suoi primi sette anni di funzionamento, ha determinato un “boom” della produzione cine-audiovisiva, ma anche un “flop” della capacità di gran parte dei prodotti di trovare uno sbocco di mercato…

Basti osservare quel che sta accadendo in queste settimane, con titoli “made in Italy”, anche di discreta qualità, che registrano incassi veramente deprimenti…

Inizia a circolare – sempre con il timbro riservato “a circolazione interna” – il famoso decreto primario della riforma della Legge n. 220 del 2016, e si ha conferma di quel che era stato annunciato rispetto alle correzioni di rotta del “Tax Credit”: la nuova legge prevede dei “paletti” che determineranno anzitutto una forte riduzione dell’output produttivo, e forse anche una accresciuta difficoltà per i produttori indipendenti, inevitabilmente i più deboli rispetto alle logiche del mercato…

Nei prossimi giorni, IsICult proporrà sulle colonne di “Key4biz” una analisi critica sia del “riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo, sia una anticipazione di alcuni concetti-chiave del nuovo decreto sul credito d’imposta.

La attesa riforma della Legge Franceschini: non più “film fatti per il tax credit”, bensì “film fatti con il tax credit”

La regola-chiave è non più “film fatti per il tax credit”, bensì “film fatti con il tax credit”: sembra uno slogan, ma è un concetto assai efficace.

La tempistica di questi processi continua ad essere preoccupante: in un’intervista della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni da Cannes, su il quotidiano romano “Il Messaggero”, si legge che “spera” che il nuovo decreto sul “Tax Credit” possa divenire operativo “entro l’estate”. La bozza di decreto è stata inviata in questi giorni ai due ministeri coinvolti, il Mef ed il Mimit, ovvero il Ministero dell’Economia e Finanze ed il Ministero delle Imprese e il Made in Italy. Non se ne ha ancora pubblica evidenza, come se si trattasse di un documento coperto dal segreto di Stato.

La previsione della Sottosegretaria non è comunque confortante: “si spera entro l’estate”, significa che le migliaia di proposte che sono emerse dalla “ricognizione” effettuata dal Ministero ad inizio anno restano in “stand-by” e tali resteranno per mesi ancora.

Soltanto i produttori più grossi rischiano di procedere comunque nelle loro intraprese, in uno scenario così incerto e confuso.

Si spera entro l’estate” significa mantenere tutto il sistema ancora paralizzato per mesi. L’articolo, firmato da Ilaria Ravarino, è ben titolato: “Mai più film invisibili: così cambia il cinema”.

Un quesito sorge naturale: ma la Sottosegretaria leghista non poteva rendersi conto prima, di questa deriva che il sistema ha registrato nel corso del tempo, osservando che in questi anni sono stati prodotti centinaia di titoli veramente “invisibili”?

Perché fino ad un anno fa, invece, prima dell’intervento del “suo” Ministro, sembrava tutto andasse bene, anzi… meravigliosamente?

Nessuna notizia delle 2 nuove “commissioni esperti” cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura… Anche il fronte degli “aiuti selettivi” è quindi paralizzato. Incomprensibili ritardi

Un altro dei tanti “decreti” ministeriali attesi è quello che riguarda la famosa “Commissione Esperti”, anzi quelle che dovrebbero divenire 2 “commissioni” (o comunque 1 “commissione” con 2 “sottocommissioni”, una dedicata alla “produzione” ed una dedicata alla “promozione”) dato che la Legge di Bilancio 2024 ha cancellato la precedente Commissione.

La senatrice leghista anticipa oggi che la nuova (le nuove?!) commissione per gli aiuti cosiddetti “selettivi” sarà formata da 15 membri, spiegando che il numero attuale – quindi – non dovrebbe variare: ma nulla è dato sapere sulla composizione, strutturazione, organizzazione di queste nuove commissioni?!

Ai tempi di Franceschini, la scelta degli “esperti” ovvero i cosiddetti “saggi” avveniva a seguito di un decreto di invito alla presentazione di candidature, e poi sceglieva discrezionalmente il Ministro: il Ministro Gennaro Sangiuliano seguirà la stessa procedura di pubblica “call”, magari innovandola con una iniezione di trasparenza ed analisi comparativa dei curricula, o si baserà esclusivamente sul criterio (opinabile e pericoloso) dell’“intuitu personae”?!

Perché queste nuove commissioni non sono state ancora ricostituite, a distanza di due mesi dalla decadenza (il 14 marzo 2024) della precedente commissione dei “15 saggi”?

Nulla è dato sapere, ma intanto anche i bandi per i “selettivi” e per la “promozione” non vengono ancora pubblicati.

Peraltro, anche se venissero pubblicati in questi prossimi giorni (previsione ottimista?!), non potrebbero divenire operativi, giustappunto perché la commissione / le commissioni non sono ancora né formate né insediate!

Basti pensare a che situazione si viene a determinare nel settore dei festival cinematografici: a metà maggio, non è stato ancora pubblicato il bando per il sostegno per l’anno (solare) 2024! Incredibile, ma vero. E non poche manifestazioni si svolgono giustappunto nel primo semestre dell’anno: sottoposte ad una incertezza estrema. Surreale.

Di fatto, la prima metà dell’anno 2024 è “in sospensione” assoluta. E nessuno protesta (tace anche l’Afic – Associazione dei Festival di Cinema Italiani, presieduta da Pedro Armocida), forse… per timore di ritorsioni da parte del “Principe”, se si osasse manifestare ben giustificate lamentazioni?!

E quando si vedranno i risultati della riforma dell’organizzazione del Ministero della Cultura?

E che dire del nuovo regolamento di riforma dell’organizzazione del Ministero della Cultura, che prevede la nuova figura di 4 Capi Dipartimento?! Anche di questi atti (e delle correlate delicate nomine dirigenziali), ancora nessuna (pubblica) traccia operativa…

E che dire del funzionigramma della Direzione Cinema e Audiovisivo, che è ancora attualmente strutturato su 3 direzioni (“servizi”) soltanto, allorquando dovrebbe essere formata da 4 direzioni, per così poter meglio gestire la gran massa di “pratiche” in attesa?! Fino a poche settimane fa, la Dgca aveva soltanto un dirigente, ovvero Paola Mencuccini al “Servizio I – Organizzazione e funzionamento – Osservatorio per lo spettacolo”, mentre le altre due direzioni erano “vacanti” da lungo tempo: da pochi giorni, sono entrati operativamente in organico i 2 nuovi dirigenti, assunti per concorso… Si tratta di Francesca Romagnoli al “Servizio II – Cinema e Audiovisivo” e di Francesco FiorilloServizio III – Incentivi fiscali Tax Credit e Vigilanza”). Era ora: un vivissimo augurio ai due giovani neo-dirigenti, che sicuramente determineranno un’ondata di innovazione rispetto alla vecchia (vetusta) struttura ministeriale, piuttosto arrugginita. Ma va segnalato che la Dgca dovrebbe comunque avere attualmente 4 direzioni, ed anche questo ritardo nella rinnovata strutturazione permane un mistero…

E che dire, a proposito (ancora) di incomprensibili ritardi, dei risultati dei benemeriti bandi “Cinema e Immagini per la Scuola” (cosiddetti “Cips”) per l’assegnazione dei fondi previsti per l’anno 2024 (si tratta di circa 20 milioni di euro)?! I bandi sono scaduti a metà gennaio, e, a distanza di quattro mesi, non risulta essere stata formata nemmeno la “Commissione interministeriale” Mic / Mim – tra Ministero della Cultura e Ministero dell’Istruzione e del Merito – che deve valutare le centinaia e centinaia di proposte progettuali trasmesse da mesi da scuole ed associazioni culturali di tutta Italia?! Perché ritardi, anche su questo fronte (che non viene certo toccato dalla riforma della “Legge Franceschini”)?!

Conclusivamente, tutto sembra veramente bloccato, in modo inspiegabile ed assurdo, anzi paradossale e finanche surreale: non resta da augurarsi che tutto “il sistema” dell’intervento pubblico venga (ri)messo in moto, e speditamente, nella settimana che inizia con lunedì 10 giugno, il giorno nel quale si conoscerà l’esito delle consultazioni europee. Anche se forse si dovrà attendere ancora diversi giorni, per apprezzare il concreto risultato dalle novelle alchimie politiche che deriveranno dai risultati: molti sono convinti che sarà soprattutto la Lega Salvini a dover pagare le conseguenze più gravi, a fronte del prevedibile ridimensionamento della sua forza elettorale. E si rinnova la voce che vedrebbe possibile un “mini-rimpasto” di governo, che potrebbe determinare la fuoriuscita di Lucia Borgonzoni dal ruolo di ormai “storica” Sottosegretaria delegata a cinema e audiovisivo e industrie creative e culturali.

Ancora due settimane, e poi – si spera – la “macchina burocratica” (ed il “policy making”) si rimetterà in moto… Col rischio latente, peraltro, che dopo tanta stagnazione, il “motore” vada ad “ingolfarsi” amministrativamente, data la quantità di istanze che si sono andate accumulando nel corso dei mesi…

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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