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Riscaldamento del Pianeta minaccia per l’economia mondiale

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Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, circa il 2% delle attività finanziarie mondiali sarebbe distrutto entro il 2100 da un aumento di soli 2,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.

Non sono buone le conclusioni a cui sono giunti tre ricercatori della London School of Economics (LSE) che hanno quantificato in 2,5 trilioni di dollari gli asset minacciati dall’aumento della temperatura terrestre. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, si tratterebbe di circa il 2% delle attività finanziarie mondiali, che sarebbe distrutto entro il 2100 da un aumento di soli 2,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Ma senza correre ai ripari con politiche energetiche adeguate, un riscaldamento simile potrebbe essere raggiunto già entro la metà del secolo.

Le perdite sarebbero state causate dalla distruzione provocata da eventi meteorologici sempre più estremi e da una riduzione degli utili a disposizione delle persone colpite dal cambiamento climatico.

Gli impatti a lungo termine sugli asset potrebbero essere ben più pesanti. Secondo i ricercatori, vi è una piccolissima possibilità – l’1% – che il climate change investa una porzione pari al 17% delle attività finanziarie, cioè 24 trilioni di dollari. Nel malaugurato caso in cui accadesse il peggio, un simile colpo potrebbe far crollare l’economia mondiale.

Ma anche se i leader globali riusciranno a intraprendere un percorso condiviso per mantenere l’aumento della temperatura entro i 2 °C da qui al 2100, i trilioni gettati nel cestino sarebbero pochi di meno (in tutto 1,7), con l’1% di probabilità di perderne 13,2. ‘La nostra ricerca – affermano gli studiosi britannici – dimostra i rischi del cambiamento climatico per i rendimenti degli investimenti a lungo termine, e mostra perché tutti gli investitori di lungo termine, come i fondi pensione, dovrebbero ritenerla una questione importante’.

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