Mai così male dal Giubileo del 2000 e Roma registra, da gennaio a maggio 2016, un’ulteriore perdita del 75% degli investimenti per la manutenzione delle strade e del verde pubblico, per l’illuminazione, per l’arredo urbano.
L’idea di una Roma smart city si fa sempre meno probabile, o per lo meno si allontana, leggendo i dati impietosi del CRESME nello studio “Osservatorio sul mercato delle opere pubbliche nella Città Metropolitana di Roma”, curato per la Cna di Roma e presentato ieri alla Casa delle Imprese.
Nei primi cinque mesi del 2016, si legge nello studio, sono stati promossi 188 bandi di gara per opere pubbliche da realizzare nel territorio della Città Metropolitana di Roma, per un importo complessivo a base di gara di 252 milioni di euro. Un risultato che indica una brusca flessione generale: “del 16% in termini numerici e del 75% sul fronte economico”.
La battura d’arresto più pesante si è avuta nel mercato pubblico, con un calo netto di risorse finanziarie e un possibile nuovo record negativo nei prossimi mesi. Se confermato il trend, “il 2016 potrebbe vedere di nuovo un mercato sotto i 500 interventi, circa un terzo rispetto al 2004, e la spesa potrebbe raggiungere il picco minimo degli ultimi 15 anni, a meno di 550 milioni di euro”.
Confrontata con le altre Città metropolitane, Roma addirittura passa da un peso economico del 32,5% (rispetto all’insieme delle 10 Città metropolitane d’Italia) a circa il 10% previsto per ottobre di quest’anno.
Certamente siamo di fronte a dei dati che risentono fortemente della crisi politica apertasi a Roma negli ultimi due anni, a partire dall’esplosione del caso Mafia Capitale, fino alla caduta dell’ex sindaco Ignazio Marino. Ora attendiamo di capire se la nuova giunta comunale guidata da Virginia Raggi sia in grado o meno di rimettere la città sulla giusta carreggiata.
Nel programma elettorale della nuova sindaca si fa proprio riferimento ad una diversa gestione delle risorse finanziarie, aprendo il capitalo (mai toccato prima veramente) dell’enorme buco di bilancio che grava sul Comune. Mobilità sostenibile, trasporti intelligenti, rifiuti, economia circolare, ambiente e case, sono alcuni dei punti chiave del programma Raggi per Roma, in cui si vuole dare priorità ad una migliore qualità della vita dei cittadini, ad uno sviluppo economico sostenibile ed inclusivo e ad una diversa idea di partecipazione delle persone alla vita democratica e civile.
Come ha spiegato dalle pagine di Key4biz Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, Roma Capitale non ha solamente bisogno di soldi, ma anche (e soprattutto) di un nuovo modello di “Governance” e questo “non può che essere basato sull’“eGovernance”: trasparente, semplificato, digitale, intelligente”.
“Il nuovo modello di “governo” capitolino è “eGovernment”: amministrazione nativamente digitale, semplificata, trasparente, con servizi in rete, con sistemi di valutazione moderna ed efficace della dirigenza”, ha spiegato Limone, ricordando a tutti che “L’attuale modello di governo e di gestione è invece caratterizzato dall’essere un sistema amministrativo non trasparente, non semplificato, scarsamente digitalizzato, non in rete, costoso”.