Il Covid “ha accelerato tutti i processi e ci troviamo oggi di fronte alla necessità di dotare il Paese in modo rapido ed efficace di una infrastruttura abilitante per la rivoluzione digitale”. Lo ha sottolineato l’ad di Open Fiber, Elisabetta Ripa, intervenuta alla presentazione del Libro Bianco per l’economia digitale.
Ripa ha evidenziato come “solo 4 mesi fa ci si chiedeva se fosse necessario il passaggio dal rame alla fibra e se questo fosse uno degli obiettivi di medio termine. Oggi credo sia chiaro a tutti, non solo agli addetti ai lavori, che non solo necessario innovare una rete e una infrastruttura d’accesso che ha più di 70 anni con una rete d’accesso interamente in fibra, ma anche che questo debba avvenire in tempi brevi e accompagnato da una rapida adozione di queste tecnologie che sono già disponibili su un terzo del paese”.
“Open Fiber ha iniziato il piano Bul nel 2018 e in tre anni abbiamo portato la fibra in 8,5 mln abitazioni. Oggi i servizi in fibra abilitati da Open Fiber sono disponibili in 150 città, che diventeranno 200 a fine anno, e analogamente stiamo lavorando su aree che non erano di interesse degli operatori perché dobbiamo ricordarci che dobbiamo recuperare anni di ritardi accumulati dal paese nel passato, anni caratterizzati da investimenti limitati inferiori a media europea”, ha aggiunto Ripa, precisando che “Dobbiamo recuperare anni di ritardi che il nostro Paese ha accumulato, ma questi tre anni hanno consentito di recuperare 10 posizioni nell’indice europeo sulla digitalizzazione Desi: abbiamo ancora 4 punti percentuali da recuperare, ma è alla nostra portata se continuiamo con il passo degli ultimi mesi”.
La strategia per accelerare la copertura dell’Italia con la fibra per chiudere il digital divide interno ma anche per recuperare il gap con l’Europa deve avere “un approccio tattico ma non populistico”, ha detto Ripa, commentando l’analisi contenuta nel Libro Bianco.