Isole e montagne alimentate a diesel
Isole, atolli, località montane: sono tra i luoghi più affascinanti del mondo e meta di milioni di turisti ogni anno. L’Italia, con la sua grande diversità geomorfologica, ne conta diverse. Questi angoli di paradiso, però, sono ancora in gran parte alimentati da generatori diesel inquinanti, rumorosi e costosi. Oltre 20 milioni di persone, di cui circa 1 milione in Europa, si trovano in questa situazione, con un costo medio di generazione superiore ai 300 €/MWh. In Italia, vista l’elevata irradiazione solare e ventosità, tali località dovrebbe essere il laboratorio ideale per lo sviluppo di rinnovabili, efficienza energetica e sistemi di accumulo. Eppure così non è o almeno non lo è abbastanza. Comitati e organizzazioni di vario tipo hanno da sempre osteggiato lo sviluppo delle rinnovabili in quanto considerate fonti che deturpano il paesaggio e che “fanno scappare i turisti”.
Rinnovabili e turismo: finalmente casi di cooperazione virtuosa
Il paradosso che le rinnovabili danneggino il turismo sta, finalmente, venendo pian piano smontato da esperienze di successo internazionali e da alcuni “coraggiosi” italiani. Nelle località montane è da segnalare l’esperienza del Primiero – Trentino – che ha fatto della produzione da rinnovabili e del fare sistema tra energia e strutture turistiche un elemento di promozione del territorio. Accanto all’esperienza del Primiero vi sono esperienza internazionali ancora più “estreme”: a Zermatt l’entrata in macchina è vietata e ci si può muovere solo attraverso mezzi elettrici locali (o cavalli).
Spostandoci dalle montagne alle isole, numerose esperienze internazionali, attuate spesso da aziende italiane, hanno dimostrato come rinnovabili e turismo non siano in contrasto. Pensiamo alle Maldive e ai suoi resort ecosostenibili con impianti fotovoltaici accoppiati a batterie. Passando a luoghi meno “esotici” si può citare il caso di El Hierro, la più piccola delle Canarie, diventata 100% rinnovabile nonostante gli stringenti vincoli derivanti dalla sua qualifica di “Riserva della biosfera” UNESCO. La crescente consapevolezza dei turisti in tema di sostenibilità ambientale, combinata al costo sempre più competitivo di rinnovabili e accumuli, sta spingendo anche l’Italia verso una transizione energetica pulita dei siti turistici. Si pensi, a titolo di esempio al progetto Smart Giglio.
Rinnovabili e turismo: un’opportunità anche per l’industria italiana
Un cenno sulle opportunità delle imprese. L’Osservatorio OIR ha calcolato che gli investimenti necessari per de carbonizzare i siti turistici isolati superano i 50 miliardi di € a livello globale. Il potenziale per le rinnovabili è pari a oltre 20 GW (2 GW in Europa), quello per l’energy storage ammonta a circa 5 GWh. Vista la grande esperienza delle imprese italiane nelle rinnovabili e negli accumuli, il nostro sistema industriale potrebbe giocare un ruolo di rilievo. Sia in casa nostra, sia nel mondo. Conclusioni.
Un piano nazionale per rinnovabili e turismo?
Concludiamo con una proposta per il Governo. Come noto sta per arrivare il decreto sulle isole minori. Si tratta di una notizia positiva. A questo punto, però, perché non andare oltre? E ragionare su un piano nazionale per il turismo che detti le linee di sviluppo integrato di rinnovabili, efficienza energetica, mobilità elettrica e resilienza della località montane a rischio idrogeologico? Secondo noi si tratterebbe di uno strumento utile per la crescita del Paese.
Fonte: AGICI (Articolo di Marco Carta)