Le energie rinnovabili sono state il volano per la riduzione delle emissioni di gas serra in questi ultimi anni. Nel 2012, infatti, proprio grazie a tecnologie pulite come l’eolico, il solare e le biomasse si è registrata una riduzione di CO2 in tutta Europa. A riverlarlo è stata l’EEA, European Environment Agency, in un rapporto pubblicato martedì scorso.
Senza l’impiego delle rinnovabili dal 2005, è stato calcolato che le emissioni di gas serra nel 2012 sarebbero state superiori del 7%, rispetto alle emissioni effettive.
‘L’energia rinnovabile sta rapidamente diventando una delle grandi storie di successo in Europa ma possiamo andare ancora oltre – ha dichiarato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA -. Se sosteniamo l’innovazione il settore potrebbe diventare un importante motore dell’economia europea, abbattendo le emissioni e creando nuovi posti di lavoro’.
Nel 2013 il consumo finale di energia pulita è aumentato nell’Unione Europea. In tutti gli Stati membri, infatti, la quota di rinnovabili ha raggiunto quasi il 15%, raggiungendo in anticipo l’obiettivo del 12% fissato dalla direttiva sulle energie green.
La situazione in Italia, è stata fotografata recentemente dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che ha evidenziato un calo di emissioni di CO2 del 20% negli ultimi 25 anni.
Entro il 2020, l’Unione europea mira a generare almeno il 20% della sua energia da fonti rinnovabili, mentre entro il 2030 tale percentuale dovrà raggiungere il 27%.
Carbone, petrolio, gas e altri combustibili fossili detengono ancora i tre quarti del consumo finale di energia. E proprio le fonti fossili sono la causa principale dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico. Affinché l’Europa possa raggiungere ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione, le rinnovabili dovrebbero aumentare tra il 55 al 75% del consumo finale entro la metà del secolo, secondo la Road Map della Commissione europea al 2050.