I dati dell’Osservatorio sulle rinnovabili
Da gennaio a giugno 2022, l’Osservatorio FER di Anie Rinnovabili ha registrato un totale di 1.211 MW (o 1,2 GW) di nuova potenza installata in Italia. Un dato positivo, perché in aumento del +168% rispetto allo stesso periodo di rilevazione dell’anno passato.
È il fotovoltaico a guidare il comparto con maggiore forza (1.051 MW di nuova potenza installati, +193% su base annua), seguito dall’eolico (123 MW, +66%) e dall’idroelettrico (con 27 MW, +72%).
Un risultato che incoraggia, ma non convince, perché si poteva fare di più, perché la crisi energetica passa anche per le fonti energetiche rinnovabili, perché con il sole ed il vento si può far crescere la nostra autonomia energetica dalle forniture estere.
Come ben spiegato nell’ultimo studio realizzato da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con A2A, sfruttando le sue materie prime – acqua, vento, sole e rifiuti – e agendo su elettrificazione dei consumi ed efficientamento, l’Italia può raggiungere il 58,4% di autonomia energetica, quasi triplicando gli attuali livelli, con un incremento di circa quattro volte rispetto a quello rilevato negli ultimi 20 anni.
Il peso della burocrazia sulla transizione ecologica
Si poteva e si doveva fare molto di più come spiegato anche dal comunicato dell’Osservatorio FER, perché “la realtà evidenzia che vi è una limitata capacità delle strutture preposte al rilascio dei pareri nel processare le istanze dei progetti”.
Analizzando i dati pubblicati sul portale del ministero della Transizione ecologica e relativi alla Commissione Tecnica PNRR/PNIEC, istituita a luglio 2021 e attiva da fine 2021 per imprimere un’accelerazione alle valutazioni di impatto ambientale, risulta che “delle 421 istanze di VIA depositate per impianti FER, solo 1 procedimento risulta concluso, sintomo che l’accelerazione tanto auspicata non è purtroppo ancora avvenuta”.
Complessivamente si tratta di 19 GW, suddivisi in 4,2 GW di fotovoltaico, 11,2 GW di agrivoltaico, 3,5 GW di eolico onshore e 0,3 GW di eolico offshore, “che consentirebbero di sprigionare investimenti per circa 20 miliardi di euro ed una produzione annua di 30 TWh, pari al 10% del fabbisogno elettrico nazionale”.