Rendere più efficienti le fonti di energia rinnovabili con un monitoraggio radar.
L’idea è di un gruppo di ricercatori scozzesi dell’University of Strathclyde che ha individuato nei Synthetic Aperture Radar (SAR) uno strumento da applicare al campo delle energie rinnovabili per scoprire guasti, malfunzionamenti e zone a efficienza limitata.
L’applicazione dei radar, secondo gli studiosi, potrebbe migliorare le prestazioni delle compagnie produttrici di energia da fonti rinnovabili.
La tecnologia SAR, trasportata su veicoli spaziali come Sentinel-1, è in grado di rilevare movimenti di appena pochi millimetri: attualmente è utilizzata per tutelare le zone marine protette, per individuare i disboscamenti illegali e aiutare nel coordinamento delle operazioni di soccorso.
‘Stiamo cercando di capire come utilizzare la tecnologia spaziale in modi diversi da quelli tradizionali– ha spiegato il direttore del centro scozzere, Malcom Macdonald -. Cosa che potrebbe portare notevoli vantaggi per il settore energetico in materia di efficienza e performance’.
‘Questo radar – ha aggiunto Macdonald – ha la caratteristica di non dipendere dai cambiamenti meteorologici ed è in grado di captare dati anche con nuvole o pioggia’.
Il sistema SAR permetterebbe, dunque, di analizzare le performance delle turbine eoliche off-shore, individuare migliori siti per la costruzione dei futuri impianti e sarebbe in grado di monitorare le reti energetiche al fine di migliorarne l’efficienza e limitare le perdite di energia.