Le fonti energetiche rinnovabili da sole non bastano ad evitare che il riscaldamento globale del pianeta Terra superi i 2 gradi centigradi. La Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfccc) anni fa aveva fissato due obiettivi di massima per contenere gli effetti drammatici del global warming e dei cambiamenti climatici: uno è quello dei 2°C di massima, l’altro limite era 1,5°C.
Il problema è che il secondo obiettivo semplicemente non è più alla nostra portata. Abbiamo fatto passare troppo tempo, i livelli di CO2 e degli altri gas climalteranti sono troppo elevati, non c’è più spazio per intervenire e fissare a 1,5 gradi l’incremento massimo di temperature nei prossimi anni.
Anche i 2°C ormai sono un obiettivo definito dagli scienziati dell’IPCC, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, come “ambizioso”, ma almeno ancora a portata di mano.
Abbiamo tempo fino al 2030, secondo la comunità scientifica che ha sottoscritto il documento di Parigi (COP21).
Se entro questa data non avremo fatto passi concreti in avanti nella lotta ai cambiamenti climatici potremmo aver perso la partita e nuovi e più tragici scenari si potrebbero aprire davanti a noi (compreso quello che stima in 4°C l’aumento di temperatura media del pianeta, scenario che cambierebbe radicalmente la nostra vita)
Per raggiungere questo “ambizioso” obiettivo, però, oltre quelli già stanziati servono altri 5.300 miliardi di dollari di investimenti in fonti energetiche rinnovabili, secondo il New Energy Outlook 2017 pubblicato da Bloomberg New Energy Finance (Bnef), tali da permetterci di installare nuovi 3.9TW di energia non derivata da fonti fossili.
Per quanto riguarda il testo uscito dalla COP21, si vede come la preoccupazione principale sia riposta nel “rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, nel contesto dello sviluppo sostenibile e degli sforzi volti a sradicare la povertà”, anche tramite “il mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, e proseguire l’azione volta a limitare l’aumento di temperatura a 1,5° C rispetto ai livelli pre-industriali, riconoscendo che ciò potrebbe ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici”, nonché provvedendo a rendere “i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas ad effetto serra e resiliente al clima”.
Riprendendo lo studio Bnef, si evidenzia che nei prossimi anni, fino al 2040, l’elemento più rilevante sul mercato energetico mondiale sarà il crollo dei costi delle fonti energetiche rinnovabili: il prezzo del fotovoltaico andrà giuù del 66%, quello dell’eolico tra il 47% ed il 70% (nel primo caso si parla di impianti su terra, nel secondo delle piattaforme marine offshore).
La capacità installata del fotovoltaico aumenterà di 14 volte, mentre quella dell’eolico quadruplicherà rispetto l’attuale.
Lo sviluppo delle rinnovabili potrebbe generare 7.400 miliardi di dollari di investimenti entro il 2040, con 2.800 miliardi di dollari per il solare e 3.300 per l’eolico. In Europa si prevede che verranno investiti in media 40 miliardi di dollari all’anno, mentre nel continente americano si raggiungeranno i 50 miliardi di dollari all’anno al 2040, quasi 1,5 trilioni di dollari nel periodo 2017-40.
Il 70% della domanda di energia elettrica in Europa sarà soddisfatta proprio dalle rinnovabili nel 2040 (oggi siamo al 32%), che nel mix energetico complessivo rappresenteranno il 44% delle risorse disponibili.
Fondamentali i sistemi di accumulo, anche di piccole dimensioni, che abbinati al fotovoltaico potrebbero rappresentare il 57% della capacità di storage mondiale.
D’altronde la possibilità di fornire energia a tutti al 100% in maniera sostenibile e pulita al momento è un’opzione lontana. Non abbiamo le tecnologie sufficientemente sviluppate e soprattutto non dimostriamo ancora quella sensibilità necessaria a prendere coscienza del problema ambientale e della minaccia dei cambiamenti climatici.
Allora si deve lavorare sul mix energetico complessivo (rinnovabili+petrolio+gas, il carbone dovrebbe uscire di scena entro pochi anni).
Nel World Energy Outlook 2016 dell’International Energy Agency (IEA) sono stati disegnati diversi scenari a riguardo:
- il 60% della nuova potenza di generazione sarà green (scenario principale)
- la maggioranza delle tecnologie pulite sarà competitiva senza sussidi
- i costi medi del fotovoltaico scenderanno del 40-70% e quelli dell’eolico a terra del 10-25%
- le fonti rinnovabili produrranno il 60% di tutta l’energia elettrica (scenario 450)
- quasi il 30% del mix energetico sarà diviso tra eolico e solare
- il settore elettrico emetterà in media 80 grammi di co2/kwh (335 grammi nel main scenario; oggi siamo a 515 grammi di co2/kwh).
Da rilevare che rispetto all’Outlook del 2015, si registra comunque un incremento molto più marcato della generazione eolica e solare al 2040, soprattutto nello scenario più avanzato, compatibile con un global warming inferiore a due gradi centigradi.
Insomma, c’è ancora da lavorare e c’è anche speranza.