Sostenere la nascente green economy, unitamente alla ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo di professionalità ‘green oriented’ e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale, con l’obiettivo di “decarbonizzare” e “defossilizzare” produzione e finanza, promuovendo finalmente l’economia circolare.
Queste le proposte del Ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, Luigi Di Maio, avanzate mercoledì scorso a Roma in occasione dell’’incontro dedicato al tema “Le rinnovabili al centro della transizione energetica. Cosa serve per realizzare gli obiettivi al 2030”, organizzato da ANEV ed Elettricità Futura, che hanno presentato il proprio studio sullo sviluppo del settore rinnovabili al 2030.
Il Ministro, dopo aver ricordato quanto fatto dai Governi precedenti, ha subito messo sul tavolo i risultati e i punti più critici, le sfide da affrontare nei prossimi anni e le azioni da realizzare nel breve periodo: “Nel 2017, mi piace ricordarlo sempre, nonostante il calo della produzione idroelettrica causato dalla scarsa piovosità e nonostante avremmo potuto fare molto di più con politiche più oculate e attente, le rinnovabili hanno coperto il 17,7% dei consumi finali lordi di energia, il valore più elevato finora registrato. Si tratta di valori al di sopra degli obiettivi europei al 2020”.
“Investire sulle rinnovabili – ha precisato Di Maio – vuol dire investire in nuovi posti di lavoro e far crescere la piccola e media impresa del Paese, orientandola sempre di più verso tecnologie innovative e prodotti ad alto valore aggiunto”.
Guardando al futuro, il Ministro ha spiegato che “è facendo investimenti e sbloccando determinati settori, che sono stati fin troppo sottovalutati o ridimensionati in questi anni, che si creerebbero nuovi posti di lavoro”.
Dai provvedimenti già emanati o adottati discendono gli obiettivi europei al 2030, vincolanti a livello comunitario: “Il solo obiettivo del 32% di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali ci dice che dovremo in dieci anni raddoppiare la produzione di energia elettrica da rinnovabili, passando dagli attuali 103 terawatt/ora a più di 200, rendendo lo scenario previsto nella Strategia Energetica Nazionale già superato”.
Piano clima energia
Gli obiettivi 2030, insieme al programma di decarbonizzazione del governo, “guideranno la predisposizione del Piano clima energia, la cui bozza sarà inviata in Commissione per le prime valutazioni entro dicembre”, ha annunciato il Ministro.
Il Piano conterrà:
lo scenario base, che mostrerà l’evoluzione del sistema, considerando le sole politiche e misure vigenti e i valori così raggiunti dai parametri che individuano gli obiettivi;
gli obiettivi al 2030 ed una proiezione fino al 2050: uno scenario di policy che proietti coerentemente il sistema energetico e che fornisca elementi tecnici per stabilire le politiche e le misure per il raggiungimento degli obiettivi;
la stima di impatto delle misure individuate;
un piano integrato di politica climatica e di sviluppo industriale, socio-economico che sia basato su rinnovabili, efficienza energetica e reti intelligenti anche attraverso l’impiego di investimenti in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie che diano al nostro Paese vantaggi competitivi nella fase di transizione energetica.
Nel breve periodo, infine, quello che Di Maio ha definito “decreto di supporto alla produzione elettrica da rinnovabili”, consentirà “l’installazione di più di 6.000 megawatt di impianti nuovi o oggetto di rifacimento, in grado di produrre nuova energia “verde” per circa 10,5 terawatt/ora”.
Il decreto, inoltre, metterà a disposizione “risorse complessive per più di 250 milioni di euro nel triennio 2018-2020” e nelle intenzioni del Governo “sarà l’occasione per introdurre nuovi strumenti nell’ottica del superamento degli incentivi diretti, come ad esempio i contratti di lungo termine”.
Incrementare l’efficienza energetica in Italia
Ulteriori soluzioni sono state pensate per la promozione e l’incentivazione dell’efficienza energetica, “sia nel settore industriale che della piccola e media impresa e nel residenziale”: “Dobbiamo quindi rilanciare gli strumenti di incentivazione al momento disponibili per le PMI e quelli per il settore residenziale, il quale da solo potrà generare fino la metà degli incrementi previsti sia in termini di produzione industriale che di valore aggiunto e di occupazione”.
Altro punto chiave è la semplificazione delle procedure amministrative, ad esempio sul tema dell’ammodernamento e potenziamento degli impianti per sbloccare gli investimenti: “Semplificazioni che otranno portare, secondo vari studi, a più di 5 terawatt/ora di produzione aggiuntiva grazie all’incremento dell’efficienza e potenza degli impianti, in particolare degli eolici, e all’estensione della vita tecnica degli stessi”.
I vertici GSE e Arera
In ultimo, ma non meno fondamentale per la governance del settore strategico dell’energia, è il nuovo amministratore delegato del Gestore servizi energetici, o GSE: “abbiamo già individuato il nome, sarà uno di voi, una persona totalmente pro rinnovabili e pro efficienza energetica, che sono due pilastri per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo economico del Paese”.
“Entro la fine della settimana porterò in Consiglio dei Ministri i nomi dei nuovi vertici di Arera, in modo tale che la squadra per avviare la transizione energetica del Paese sia completa, e tutti insieme si possa iniziare il lavoro per creare un Paese che abbia la grande ambizione di diventare al 100% rinnovabile tra qualche anno”.