In Italia, le Fonti energetiche rinnovabili (Fer) hanno raggiunto i 771 MW di capacità, il 49% in più rispetto al 2018. Il dato è stato diffuso dall’Osservatorio Fer di Anie Rinnovabili ed è relativo alle nuove installazioni di impianti fotovoltaici, idroelettrici ed eolici, nel periodo che va da gennaio ad agosto 2019.
Un dato positivo per il nostro Paese, che non deve esser considerato un punto di arrivo, ma di partenza. Il mix energetico mondiale è ancora troppo sbilanciato verso i combustibili fossili, come carbone, petrolio e gas naturale.
Nel 2040 il carbone rappresenterà ancora il 21% del mix energetico globale, il petrolio il 30%, il gas naturale il 28%, le fonti rinnovabili il 21% (il 44% della produzione elettrica), con tutte le conseguenze ovvie in termini di emissioni inquinanti e climalteranti.
Le risorse
Nell’ultimo report del World Energy Outlook (WEO), redatto dalla Iea (Agenzia internazionale dell’energia), infatti, entro venti anni le emissioni climalteranti sono previste raggiungere 35,6 Giga tonnellate. Più del doppio rispetto alle 15,8 Gt richieste dallo scenario di sviluppo sostenibile.
Secondo dati diffusi dall’Agenzia internazionale delle energie rinnovabili Irena (International Renewable Energy Agency), durante la sua decima assemblea annuale di Abu Dhabi, la quota delle fonti rinnovabili nel mix energetico globale deve almeno raddoppiare entro il 2030.
Deve cioè passare dall’attuale 26% al 57% entro dieci anni. Per raggiungere questo obiettivo, è spiegato nel documento presentato di Abu Dhabi, servono più di 750 miliardi di dollari di investimenti annui.
Da dove prendere le risorse? Per l’Agenzia è semplice: bisogna dirottare una parte consistente e crescente delle risorse destinate all’industria dei combustibili fossili verso le rinnovabili, e parliamo di 10 mila miliardi di dollari da qui al 2030.
Un’altra fonte finanziaria da cui attingere, secondo i ricercatori Irena, sono tutte quelle spese che si potrebbero evitare o diminuire se si riuscisse a ridurre al minimo e contenere gli effetti dannosi (costi sociali, materiali, ambientali e umani) dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale. Risparmi valutati tra 1.600 miliardi e 3.700 miliardi di dollari l’anno.
Lavoro
Fonti rinnovabili che significano efficienza energetica, decarbonizzazione dell’economia e dell’industria, soprattutto energia pulita, ma anche qualcos’altro. Questo tipo di impianti ed infrastrutture, nel tempo hanno dato vita ad un mercato ed un’economia in rapida crescita ed espansione. Energia pulita significa quindi anche nascita di imprese e nuovi posti di lavoro.
Sempre secondo il documento Irena, entro il 2050 si potrebbero creare 40 milioni di nuovi posti di lavoro legati alla green economy, in particolar modo alle fonti rinnovabili, su un totale di circa 100 milioni di occupati nel settore energetico nel suo complesso (oggi se ne stimano 58 milioni).